La guerriglia tra ultrà era annunciata. Quattro arresti: matrice di estrema destra

La Repubblica (M. Bocci-M. Carta) – L’identità dell’unico ferito ufficiale, che è stato anche il primo arrestato, racconta molto di chi ha partecipato agli scontri di Badia al Pino domenica. Martino Di Tosto, che oggi sarà giudicato per direttissima ad Arezzo per gli scontri tra romanisti e napoletani, è un ultrà della vecchia guardia. Un esponente di spicco delle frange di destra della curva della Roma. Chef, 43 anni, di lui dicono che “parla poco, pensa solo al lavoro e agli scontri“.

Con Di Tosto, è l’ipotesi degli investigatori, c’erano altri esponenti del tifo nero capitolino. Due, di 25 e 39 anni, sono stati arrestati ieri sera dalla polizia. Sono conosciuti e come Di Tosto hanno partecipato ad altri scontri e avevano ricevuto il Daspo. E sempre in serata è scattato un arresto differito anche a Napoli. La polizia ha fermato Antonio Marigliano, 35 anni.

Le Digos di Roma, Napoli e Arezzo lavorano dall’altro ieri per dare un nome a tutte le 2-300 persone (tra le quali almeno 150 napoletani). Non tutti i circa 500 tifosi che sono scesi dalle macchine e dai minivan, infatti, hanno partecipato agli scontri.

Che gli scontri fossero possibili, lo sapevano in molti tra le frange più violente delle curve di Napoli e Roma. Si sta cercando di capire se ci fosse un appuntamento. Già l’anno scorso si era sfiorata una rissa. “È successo il 3 aprile“, racconta Francesco (nome di fantasia) un tifoso della Roma che domenica si trovava in autogrill, sullo stesso tratto di strada di domenica scorsa. “Chi frequenta la curva queste cose le sa – dice Francesco – si guarda il calendario. Non è che ci si mette a scrivere in chat, ci si organizza a voce, non si lasciano tracce. Ci si prepara anche a sventare possibili attacchi delle tifoserie rivali”.

Le identificazioni dei coinvolti negli scontri sono già iniziate domenica sera allo stadio di Genova. Ottanta persone che erano a Badia al Pino sono state controllate, così come sono stati individuati i nomi di almeno 100 romanisti. In molti però, dopo gli scontri non sono andati a vedere la partita, per non essere identificati. È lo stesso motivo per il quale alcuni feriti e contusi non si sono fatti medicare. Adesso però bisogna capire se gli ultrà individuati erano nel gruppo che ha partecipato alla rissa. Non è facile perché in molti avevano cappucci e sciarpe.

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