Il Corriere dello Sport (G.D’Ubaldo) – La festa è qui. Mercoledì sera finita la partita del suo tripudio, Francesco Totti è stato tra i primi a lasciare l’Olimpico. Aveva preso appuntamento con il cugino, Angelo Marozzini, con il quale è cresciuto insieme e altri amici, per andare a cena dopo il match. L’appuntamento sarebbe stato valido comunque fosse andata a finire la partita. Una tavolata di soli uomini, un cena leggera e veloce, la voglia di andare in fretta a casa da Ilary e i bambini. Cristian era rimasto sveglio per aspettare il padre, dopo aver esultato davanti alla tv.
LE VOCI – E’ stata una serata speciale per tutta la famiglia Totti. Mamma Fiorella è fuori Roma, ha seguito l’impresa del figlio davanti alla tv. Sa quanto ha sofferto il figlio in queste settimane. «Contenta? Mah…». Il fratello Riccardo invece era all’Olimpico. Ufficialmente è il suo procuratore. La serata di mercoledì se la ricorderà a lungo: «Ho provato una grande emozione, è stato uno dei momenti più belli della carriera di mio fratello, speriamo non sia l’ultimo… Ci voleva una soddisfazione così, non può finire in questa maniera la sua carriera».
LA CONFIDENZA – Angelo Marozzini è il cugino- quasi fratello di Francesco, perchè sono cresciuti insieme. Parente da parte della madre, per Totti è Pisolo. Mercoledì sera erano a cena con Fabio, Manuele, Benedetto e altri amici del capitano. Amici veri. Angelo vuole davvero bene come a un fratello a Francesco. Anche perchè quando ebbe un grave incidente stradale il capitano gli è stato molto vicino, andava a trovarlo tutti i giorni. Angelo conosce Francesco, percepisce il suo umore dalle smorfie del viso. E mercoledì sera lo ha visto veramente felice: «A tavola era raggiante, un’altra persona, rispetto a quello che sta passando in questo periodo. In tribuna ho pianto. Non lo nascondo, ho pianto con le lacrime agli occhi. Ha fatto una cosa impossibile. Era deluso per essere entrato così tardi, ma poi gli riesce una cosa del genere… Francesco è nato fortunato e mercoledì è andato tutto per il verso giusto. Quel rigore poteva non esserci, mentre erano più evidenti gli altri due che l’arbitro non aveva dato prima. Ma sul primo gol ha avuto un senso della posizione allucinante. E se andate a rivedere la rete contro l’Atalanta, Francesco ha aspettato in quella posizione perché sapeva che il pallone sarebbe finito lì». Angelo sa qual è la volontà di Francesco: «Vuole continuare a giocare e vorrebbe farlo nella Roma, ma non dipende da lui. Ma ha questo chiodo fisso: è felice solo se gioca a pallone. Si sente bene fisicamente, non vuole smettere assolutamente. Se non avrà la possibilità di farlo nella Roma si guarderà intorno. Ha dimostrato quello che può fare ancora. Con i suoi gol ha permesso alla squadra di mettere un’ipoteca sul terzo posto. Lui vorrebbe restare qui, per chiudere la carriera con una sola maglia. Tante volte in questo periodo l’ho visto triste, mercoledì era un’altra persona».
NON DIPENDE DA ME – Totti e i suoi amici sono stati in uno dei soliti ristoranti che il capitano frequenta, nei dintorni di piazza Mazzini. I camerieri che lo conoscono da anni, lo hanno accolto con una tovaglia che con l’aiuto di un pennarello è diventata uno striscione. “Roma 3 Torino 2, grazie capitano”. Francesco pazientemente si è prestato per foto e autografi, ha mangiato un piatto di verdure e patatine fritte, ha bevuto solo acqua, niente brindisi, nella notte del suo trionfo. Ha confidato: «Il primo gol al Torino è stato più difficile di quello alla Lazio». I tifosi lo hanno lo avrebbero voluto abbracciare, con la solita richiesta di continuare a giocare ancora con la Roma.