Il Messaggero – Kjaer alza la testa

Simon Kjaer non ha vie dimezzo. Chi lo conosce bene, lo dipinge come una sorta di Dottor Jeckyl e Mister Hyde. A 22anni quello che «gli manca è la continuità – spiegò a Rete Sport qualche settimana fa Delio Rossi – È il difensore più forte che io abbia mai allenato dal punto di vista individuale. È straripante dal punto di vista fisico anche se a volte pecca per la grande sicurezza che ha. Questo lo rende discontinuo». Giudizio simile lo aveva dato il ds Sabatini, l’artefice del suo ritorno inItalia, poco dopo il suo acquisto: «Simon è un giocatore forte, ha fatto con me un primo anno spettacolare a Palermo, poi è calato. Ha ancora margini di miglioramento ma ora tocca a lui».

Forse Kjaer è riassunto proprio in questa frase: «Deve fare i conti con se stesso». Già, perché altrimenti non si spiegherebbe un debutto da migliore incampo (insieme a De Rossi) contro l’Inter (dove salvò nel finale una conclusione a botta sicura di Snejider sostituendosi a Lobont) e poi le prove altalenanti che ne sono seguite. Dopo essersi ripetuto pochi giorni dopo contro il Siena – dove riuscì a salvare il secondo gol consecutivo sulla linea aportiere battuto – è arrivato (l’imprevisto?) black-out. Avvisaglie, inrealtà, c’erano già
state a Parma dove con un arbitro meno clementedi Orsato, Kjaer avrebbe concluso la sua partita dopo appena mezz’ora. Sostituito all’intervallo daBurdisso,LuisEnriqueha deciso di rilanciarlo nelderby. E qui il danese ha combinato il patatrac con l’espulsione che ha dato il via libera alla rimonta laziale. Domanda lecita: quale è il vero Kjaer? Quello che è certo è che contro il Lecce il difensore vuole riprendersi una maglia da titolare. Per questo motivo è rimasto a Roma durante la sosta, smaltendo così i postumi di un infortunio muscolare che da qualche settimana lo costringe ai box. In realtà, in camera caritatis a Trigoria, si bisbiglia che qualora avesse voluto, avrebbe potuto anche rispondere presente alla seconda amichevole che la nazionale danese giocherà stasera contro la Finlandia. Il calciatore, però, ha preferito non rischiare ricadute ma ha deciso di giocarsi le sue possibilità di partire dal primominuto nel posticipodi domenica sera con il Lecce. E ieri, infatti, era puntualmente in campo. Sinora ha disputato 4 gare, per un totale di 277 minuti. Per due volte ha giocato in coppia con Heinze (Parma e Lazio) e non ha convinto. Con Burdisso, invece, è andato molto meglio (Inter e Siena).

Domanda lecita: è una questione solamente di partner oppure è la solita discontinuità della quale parlava Rossi? Entro giugno il danese deve convincere la società a spendere altri 7 milioni (dopo i 3 versati per il prestito) per riscattarlo. Società, che oggi vedrà il ritorno in Italia del suo presidente, Tom DiBenedetto. L’imprenditore Usa ha nella personale agenda un appuntamento con il presidente della Regione, Polverini, e un altro con quello della Provincia, Zingaretti (che incontrerà sabato a Palazzo Valentini quando verrà nominato «Cavaliere della Roma», dall’omonima associazione). Giovedì, invece, parlerà nella conferenza pubblica organizzata dalla Fondazione Roma Europea presso la Residenza di Ripetta. Roma Channel, intanto, torna al 100% di proprietà del club: in dirittura d’arrivo l’accordo tra Soccer Sas e Rai per la produzione del canale tematico. Bel gesto, invece, di Borriello che ieri ha accolto aTrigoria la piccola Intisar, una bimba di Gaza vittima di torture e colpita dal cancro, che ha sconfitto nei due anni di soggiorno in Italia.
Il Messaggero – Stefano Carina

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