Juventus. Il triplete passa per Roma

Il Messaggero (A.Mauro) – Missione compiuta. Un altro piccolo passo verso un triplete che ancora nessuno osa nominare, ma stuzzica tutti: questa Juve può sognare in grande. Lo dicono i numeri, le statistiche e la storia: seconda finale di Champions in tre anni, conquistata con pienomerito e con la migliore difesa d’Europa, Juve d’acciaio, consapevole, più forte, cinica e matura di quella del 2015 sconfitta a Berlino contro il Barcellona. A Cardiff contro il Real Madrid ci saranno altre aspettative, perché il percorso netto dei bianconeri nel girone e spazzando via Porto, Barcellona e Monaco tradisce quella serenità velata di ottimismo che a Berlino mancava. La pressione è sempre la stessa, ma la sensazione è che questa Juve sia più in grado di gestirla; nei momenti decisivi di questa stagione ha sempre risposto presente.

LE STATISTICHE – È tempo di aggiornare le statistiche internazionali: appena due Champions conquistate su 8 finali, l’ultima 20 anni fa alzata da Gianluca Vialli all’Olimpico. E se Roma evoca dolci ricordi per i tifosi bianconeri, lo stadio Olimpico sarà teatro dei prossimi due match-point prima della finale di Cardiff, sabato 3 giugno. Due trofei su tre passano da Roma, domenica sera la Juve avrà la possibilità di conquistare lo scudetto proprio contro i giallorossi, basterà non perdere. Ma il difficile viene adesso, perché non è semplice e nemmeno scontato mantenere la concentrazione al top su tre fronti, dopo mesi di sacrifici. Allegri lo sapeva già: «Lavoriamo per arrivare in forma a maggio» diceva a novembre, e in effetti la Juve arriva a giocarsi tutto nelle migliori condizioni possibili. Il gruppo è compatto e in piena forma, la fame dei senatori ha contagiato i nuovi e i più giovani, il gruppo ha trovato un nuovo equilibrio che Allegri ha saputo riflettere nel 4-2-3-1. La svolta tattica che ha permesso alla Juve di fare il salto di qualità in Europa. Ma prima di Cardiff ci sono Roma e Lazio, per lo scudetto e per la Coppa Italia, da oggi entra ufficialmente nel vivo la settimana “romana” della Juventus. Ieri giorno di riposo per ricaricare le pile dopo il Monaco, la quiete prima della tempesta. Dopo due pareggi consecutivi in campionato (Atalanta e Torino) la Juve vuole i tre punti per chiudere il discorso campionato e fare un passo nella leggenda. Sei scudetti di fila, come nessuna altra. Ci sono andate vicino (5) la Juve del “quinquennio” e il Grande Torino, a Roma Allegri punterà sulla migliore formazione possibile. Oltre a Pjaca e Rugani, rischia di non farcela Khedira: oggi si conoscerà l’entità del suo infortunio ai flessori. Probabile 4-2-3-1 all’Olimpico con Cuadrado, Dybala eMandzukic alle spalle di Higuain. A centrocampo Marchisio e Pjanic, in difesa impossibile fare a meno di Dani Alves sulla destra, così come di Alex Sandro a sinistra, in mezzo Bonucci e Chiellini davanti a Buffon. I migliori in campo, discorso simile mercoledì prossimo contro la Lazio. Finale di Coppa Italia anticipata (già 50 mila biglietti venduti) per la Champions, contro la Lazio Allegri dovrà gestire l’assenza pesante in mezzo al campo di Pjanic (squalificato), e se non dovesse farcela Khedira debutterà un centrocampo sperimentale con Marchisio e Rincon, mentre in attacco e difesa non dovrebbero esserci variazioni, al netto delle condizioni fisiche dei titolari. Poi il 3 giugno l’ultimo atto della Champions, Buffon sogna una vittoria da Pallone d’oro, Bonucci ci crede. «Non basta arrivare in finale, bisogna portare la coppa a Torino. Abbiamo consapevolezza, voglia e fame, abbiamo dimostrato in campo di essere una grande squadra. Domenica dobbiamo chiudere il discorso campionato e poi vincere la Coppa Italia per concentrarci sulla partita più bella dell’anno». Contro il vecchio amico Zidane. E un certo Cristiano Ronaldo.

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