Juve-Roma al rovescio. Allegri subisce più gol di Eusebio. Una grande sfida e le sue stranezze

La Gazzetta dello Sport (S.Vernazza) – Si avvicina uno strano Juve-Roma. Perché strano? Perché contiene contraddizioni, alcuni parametri di oggi vanno in controtendenza rispetto a ieri. Dove si conferma come il calcio demolisca luoghi comuni o stacchi etichette preconfezionate, salvo ricostruirli o riappiccicarle a stretto giro di posta.

GOL SUBITI – Sulla invulnerabilità difensiva della Juve si sono scritte pagine di romanzi, riempite serate di tele-dibattiti. Ne è nato un mantra: «Lo scudetto lo vince chi subisce il minor numero di reti». Di solito la Juve. Sullo spirito d’attacco della Roma, idem. L’ultimo scudetto giallorosso, datato 2001, poggiava sul maggior numero di gol segnati. Quell’anno, manco a dirlo, la Juve seconda classificata si aggiudicò la palma della miglior difesa. Oggi come oggi, con 17 giornate alle spalle, i ruoli sono rovesciati. La Juve vanta il miglior attacco con 44 gol, alla faccia del Napoli tutto bellezza e offensività e della Roma stessa. La miglior fase difensiva però ce l’hanno i giallorossi, con appena 10 gol al passivo. La Roma conta una partita in meno, deve recuperare la gara con la Samp, per cui il primato è virtuale, ma il dato dice da che parte tira il vento oggi e spazza via l’immaginetta di Di Francesco allenatore zemaniano, spensierato e farfallone. Nulla è come sembra o come pensiamo che sia. Consapevole dell’importanza dei risultati e delle differenze socio-calcistiche tra Sassuolo e la Capitale, Di Francesco a Roma ha privilegiato la ricerca dell’equilibrio e della sostenibilità tattica. Così ne è venuto fuori un Juve-Roma natalizio in cui la Juve sembra un po’ incarnare la Roma e viceversa. Inganni di specchi? Lo Stadium dirà.

ITALIANI E MERCATO – La Juve è annunciata con due soli italiani in formazione, Barzagli e Chiellini, e ieri, a un certo punto, il primo sembrava in dubbio. La svolta esterofila della Signora. C’era una volta la Nazionale azzurra con la sotto-maglia bianconera. La Roma in partenza di italiani dovrebbe impiegarne uno in più: Florenzi, De Rossi ed El Shaarawy. Differenza poco significativa. Più intrigante il fatto che nella Juve ci siano tre titolari di estrazione romanista. Pjanic è arrivato a Torino con treno diretto dalla stazione Termini; Benatia in aereo da Monaco di Baviera, via Bayern; Szczesny alla Roma era in prestito ed è stato l’Arsenal a venderlo alla Juve. Non è tutto. La Juventus ha cercato di prendere Nainggolan e Strootman, oggi sembra interessata al giovane Pellegrini. Curioso che due società divise da tanta rivalità facciano affari, sebbene negli ultimi tempi il rapporto sia sbilanciato in direzione Torino. Contraddizioni «mercatifere».

PIEDE INVERTITO – Partita ricca di spunti tecnico-tattici. Ne ingrandiamo uno che potrebbe smuovere qualcosa o spostare equilibri, per usare l’espressione di un ex juventino. Sulla destra della Juventus, come esterno d’attacco, dovrebbe collocarsi Douglas Costa, che è mancino. La classica mossa del piede invertito, affinché il giocatore rientri verso l’interno e tiri o serva un traversone col piede preferito. In questo caso la variante potrebbe funzionare con maggior forza perché Douglas Costa avrà davanti Kolarov, mancino esuberante nelle discese e nelle conclusioni, ma in difficoltà ogni volta che deve difendere col destro, il suo piede sbagliato. E se Douglas virerà verso l’ interno, solleciterà proprio il fianco destro del terzino sinistro russo.

ALLENATORI – Allegri e Di Francesco sono uniti dal Sassuolo. Allegri l’ha portato in B nel 2008, Di Francesco ha completato l’opera con la promozione in A nel 2013. Sembravano allenatori diversi, ma Di Francesco si è un po’ «allegrizzato», ha smussato gli spigoli di certi dogmatismi iniziali, ha scoperto il valore della duttilità. È più liquido, meno schematico. Dove sta la contraddizione? Nel loro passato di giocatori. Allegri nella Juve anni Novanta avrebbe faticato perché era un anarchico, un genio ribelle. Di Francesco calciatore aveva tutto per essere da Juve: senso della disciplina, abnegazione. E però ha raccontato di aver rifiutato la Signora da giocatore e di averle preferito la Roma. No, nulla è come sembra.

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