Il Tempo – Destro e la Roma sono tornati

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IL TEMPO (T. CARMELLINI) – La Roma riparte. Dopo dieci successi consecutivi e quattro pareggi incolori che avevano addirittura fatto parlare di crisi, la squadra di Garcia torna alla vittoria, resta in scia della Juve ancora a +3 e guadagna due punti sul Napoli inseguitore, ora ritornato a 5 punti.

La parola chiave della giornata è proprio quella: ritorno. Di Totti, che si ripresenta in panchina a un mese e mezzo dall’infortunio (e solo la presenza sembra già sortire effetti benefici), ma soprattutto quello di Destroche sette mesi dopo l’ultima partita giocata in giallorosso (era il 26 maggio scorso) entra e segna un gol liberatorio. La corsa verso la panchina di un giocatore che in molti avevano già dato per finito e che invece è riuscito a sbucar fuori dal lungo tunnel di un infortunio assurdo nel quale in molti hanno responsabilità (se non nei modi sicuramente sui tempi del recupero), è il coronamento di una bella storia: una favola a lieto fine, roba da libro cuore.

Ma è la Roma tutta ad aver dato una buona impressione, nonostante diversi elementi mostrino chiari segni di sfinimento. Agli uomini di Garcia serviva vincere una partita: per la classifica in primis, ma anche per la testa e non ultimo per i quarantottomila accorsi ieri all’Olimpico che hanno stabilito il record stagionale di presenze.
C’era bisogno di una squadra vera, una di quelle che ti fanno giocare bene al calcio: la Fiorentina lo è. Il gruppo di Montella, uscito sconfitto ma a testa alta dalla sfida, è la squadra perfetta per questa Roma che ha bisogno di spazio e gioco e per dare il meglio di sé. La Fiorentina (come sempre del resto) è venuta nella Capitale per fare la partita, ma ha trovato sulla sua strada un Gervinho in giornata choc. L’ivoriano, migliore in campo a paletti, spacca letteralmente la difesa avversaria e non è un caso se c’è il suo zampino in entrambi i gol giallorossi. In avvio serve su un piatto d’argento il vantaggio a Maicon (primo gol vero in giallorosso anche per lui), poi nella ripresa conclama il ritorno nel calcio che conta di Destro consegnando sui piedi del giovane attaccante la palla del raddoppio. Ora sono tredici i realizzatori giallorossi, un record in serie A.

Nel mezzo il pareggio di Vargas che dimostra la stanchezza della Roma, almeno un paio di volte in affanno lì dietro: dove però quest’anno c’è finalmente un portiere. Spettacolare l’intervento sulla punizione di Pasqual nella ripresa che tiene avanti la Roma e dà un segnale importantissimo alla squadra. I numeri dicono il resto: undicesima gara vinta e solo cinque gol incassati che tengono la Roma ancora saldamente al comando nella speciale classifica delle squadre meno battute dell’intera Europa. Inoltre la Roma ha battuto un altro record: mai prima d’ora aveva fatto risultato positivo nelle prime quindici giornate.

La solidità difensiva è merito di De Sanctis, ma anche della coppia Benatia-Castan che col passare delle giornate ha trovato un’alchimia perfetta. E qualche bel segnale arriva anche dalle fasce, non solo per il bel gol di Maicon, ma per la progressiva crescita anche di Dodò: un altro giocatore che in molti volevano rispedire al mittente e che invece sta lentamente guadagnando punti nel gradimento di Garcia.

Il neo della giornata è targato Pjanic: il giovane bosniaco non gioca ai suoi livelli, fatica ad inserirsi nel meccanismo giallorosso perdendo tanti palloni e incidendo poco. In più si fa ammonire due volte, lascia la Roma in dieci (anche se a tempo praticamente scaduto) e sarà costretto a saltare per squalifica la delicata trasferta in programma lunedì prossimo a San Siro contro il Milan.

Ora, sperando che Marino eviti di annunciare un altro spogliarello (sindaco resti vestito… che è meglio), da oggi si apre un’altra partita: quella dove a giocare sarà il presidente Pallotta che ieri s’è goduto in tribuna (in piedi per tutto il match per scaramanzia) il ritorno al successo della «sua» Roma. C’era stato in tribuna un po’ di parapiglia per la presenza di uncinese che aveva mandato in bambola molti addetti ai lavori, ma si trattava semplicemente di un fisioterapista del Celtic e non del possibile futuro partner del tycoon bostoniano.

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