Il nuovo Manolas è nato a giugno. Ora frena Dzeko e cambia pelle

La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – Vecchia regola: per capire il presente bisogna studiare il passato. Il Manolas che va da Dzeko a sussurrargli «stai calmo Edin, per favore, stai calmo» – temendo un secondo giallo che avrebbe fatto saltare al bosniaco il prossimo Roma-Napoli – nasce un giorno di fine giugno, quando con una telefonata il greco fa e disfa la Roma. Il no allo Zenit, i programmi di Trigoria che cambiano, Rudiger che parte e lui che resta. Lui che tre settimane prima era finito testa a testa proprio con Dzeko, in un Grecia-Bosnia. Lui che con i compagni aveva un rapporto un po’ così. Lui che a ogni contrasto finiva a terra. Lui che s’era praticamente convinto a chiudere la sua storia con la Roma.

COME SI CAMBIA – Poi, appunto, il no allo Zenit. La svolta. Il Manolas di oggi ha la stessa faccia, lo stesso cognome, quello stesso vizio di apparire in fin di vita al primo contatto in campo – a San Siro due giorni fa è accaduto dopo neppure 2’ –, ma tutto il resto è completamente diverso. Quel rifiuto alla corte di Mancini l’ha responsabilizzato. Il fatto di aver scelto di restare alla Roma è stato il passaggio obbligato per un cambio di passo nella vita di gruppo: l’atteggiamento ora è propositivo. Naturale che sia così, basti pensare allo scenario opposto: fosse rimasto a Roma il Manolas di prima, i compagni qualche domanda gliel’avrebbero posta subito, del tipo «Che sei rimasto a fare?». Il gesto di Milano nei confronti di Dzeko, ovvero la preoccupazione non solo sull’immediato ma pure sul futuro, è la spia di un giocatore ora concentrato e coinvolto nelle dinamiche di gruppo prima e di squadra poi. È, tra l’altro, il presupposto per un cambiamento pure nel gioco. Di Francesco lo sta portando a diventare un difensore in grado di abbinare le sue grandi qualità nell’uno contro uno alla capacità di saper leggere le situazioni. Tre spunti, su tutti: scappare il meno possibile all’indietro, cercare con lo sguardo la linea tenuta da Fazio e sforzarsi di superare i propri limiti in impostazione. Questo chiede Di Francesco a Manolas. Questo è, probabilmente, anche il segreto di una Roma che ha mantenuto la porta involata in 5 gare stagionali su 8. Logica conseguenza: nelle prossime settimane entrerà nel vivo la trattativa per il rinnovo di contratto in scadenza nel 2019. «Troveremo un accordo», ha detto il d.s. Monchi. E quel fine giugno pare davvero una vita fa.

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