Il bis di Darboe per conquistare lo Special One

La Repubblica (F. Ferrazza) – Uno dei migliori in campo contro il Crotone, alla sua prima da titolare con la maglia della Roma. Una emozione fortissima per Ebrima, detto “Ibra”, Darboe, arrivata dopo quella vissuta nel positivo esordio in Europa League contro il Manchester United, la partita che ha svelato al mondo l’incredibile storia di questo ventenne originario del Gambia.

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Talmente tanta la passione per il calcio, fin da piccolo, che il difensore – mandato ieri in campo da Fonseca come centrale di centrocampo accanto a Cristante – a soli 14 anni ha deciso di fuggire dal suo Paese, lasciando la famiglia, per provare a raggiungere l’Europa pur di realizzare il suo sogno. Un viaggio della speranza lungo mesi, intrapreso insieme a tanti altri suoi connazionali, mai arrivati.

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Ebrima invece ce l’ha fatta. Sbarcato in Sicilia, parecchio sottopeso e malnutrito, Darboe è stato trasferito a Rieti dallo Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Minorenne e senza genitori (il papà è morto quando era molto piccolo), il ragazzo è rimasto nello Young Rieti, integrandosi velocemente in Italia e arrivando poi a Trigoria nel 2017, costretto ad aspettare molto prima di poter debuttare in Primavera.

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La prima convocazione è infatti arrivata nel gennaio del 2019, a causa della burocrazia legata al fatto che il centrocampista fosse minorenne. È un ragazzo rispettoso, umile, sempre sorridente e grato alla vita, Ebrima, forte tecnicamente e bravo a leggere il gioco, come ha dimostrato anche ieri, contro il Crotone, mettendosi in mostra con naturalezza. Adesso toccherà a Mourinho capirne i margini di crescita e se debba andare in prestito per farsi le ossa, oppure restare a lavorare con la sua Roma.

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