I giovani, la Roma e le partenze sofferte

romagnoli

La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli)  – Walter Sabatini per un giorno re di Facebook e Twitter: i 45 milioni, bonus esclusi, incassati dal Milan per Bertolacci e Romagnoli (14 presenze in 2 in giallorosso) hanno scatenato la fantasia dei tifosi, romanisti e no, tanto che c’era anche chi proponeva di fargli vendere la Lupa capitolina a Galliani per 30 milioni. Niente a che vedere con quanto successo esattamente 6 anni fa, quando Roma si ribellò alla cessione di Aquilani al Liverpool. Rosella Sensi aveva detto e ridetto che uno dei «tre figli della città» non si sarebbe mosso (con tanto di minaccia di querele a chi scriveva il contrario), ma alla fine i soldi dei Reds convinsero lei e Pradè, che pure fino all’ultimo cercò di resistere, a cedere.

L’attuale centrocampista dello Sporting Lisbona è stata una delle prime – e vere – ferite al cuore di Bruno Conti: perché se è vero che Sabatini è il re delle cessioni, come poi è stato ribattezzato anche Pradè, visto come è andata tra Aquilani e il Liverpool, il responsabile del settore giovanile è l’uomo che ha scelto e fatto crescere calciatori che alla Roma, considerando solo quelli ceduti per una cifra dal milione di euro in poi, ne hanno fruttati oltre 80.

 
DA ALBERTO AD ALESSIO – Andato via Aquilani, per il club di Trigoria è stato più semplice, anche dal punto di vista affettivo, cedere i talenti cresciuti in casa. Alberto aveva dalla sua anche un tifo sincero per i colori giallorossi che gli rendeva difficile accettare la cessione, per Bertolacci e Romagnoli (il primo nella Roma non ha neanche una presenza in prima squadra) è stato più facile. Quarantacinque milioni – esclusi i bonus e il riscatto di Andrea dal Milan – sono quelli incassati da Sabatini, a cui poi vanno sommati, solo in questa sessione di mercato, i 4 spesi dal Verona per Viviani e l‘1,25 dal Sassuolo per Pellegrini.

 
ADDII FRUTTIFERI E NO – Andando più indietro nel tempo, se la Roma non ha preso soldi per gli addii di Rosi, Okaka e Greco, per quelli di Cerci e Galloppa (epoca Pradè) ha incassato 6,2 milioni (4 Alessio e 2,2 l’ex Parma, ora svincolato). Oltre 2,1 milioni sono poi arrivati da Bovo, 2 milioni è la cifra incassata per D’Alessandro, invece per Verre la Roma ha preso 900mila euro.

 
DODICI ANNI – Tra il più vecchio di questo gruppo (Bovo, classe 1983) e il più giovane (Romagnoli, 1995) ci sono 12 anni di differenza, dodici anni nei quali, più o meno in ogni stagione, il settore giovanile guidato da Conti, che però da un paio d’anni non si occupa più direttamente di Primavera e Allievi, ha sfornato talenti d’oro. A sentir lui d’oro come carattere, visto che per i giocatori cresciuti a Trigoria il campione del mondo di Nettuno spende sempre parole al miele, ma d’oro anche per quanto hanno fruttato. In tempi in cui per le società non esistono incedibili, i vivai sono pieni di stranieri dal rendimento a dir poco discutibile e i tifosi sono sempre più «commercialisti» (copyright Daniele De Rossi), un successo che vale come, e quanto, quelli in campo. E pazienza se ogni volta che va via un giovane per Conti si riapre un po’ quella ferita di 6 anni fa.

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