Tra Gagliardini e Nainggolan una sfida a (non troppa) distanza per comandare a centrocampo

La Gazzetta dello Sport (F.Licari) – Pioli aveva già vinto quattro partite di fila, ma non c’è dubbio che l’innesto di Gagliardini sia stata la mossa chiave: da quel giorno l’Inter ha trovato grande equilibrio a centrocampo e così anche gli altri hanno cominciato a dare il meglio, compreso Kondogbia fino ad allora quasi un «peso». Il suo equilibrio la Roma l’aveva trovato da tempo grazie all’elemento forse più importante di Spalletti, più di Dzeko e dei suoi 19 gol: parliamo di Nainggolan che nella stessa partita è centrocampista, attaccante (7 centri) e difensore. Come giocare in dodici. Dalla sfida Gagliardini-Nainggolan dipende molto di Inter-Roma stasera.

NINJA-GAGLIA – Teoricamente non è un confronto diretto, perché sullo scacchiere sarà più frequente la sfida Gagliardini-Strootman: ma Nainggolan, che copre tutti i quadrati del campo con preferenza sul centrosinistra, potrebbe aggiungersi all’olandese per limitare il campo d’azione dell’azzurro. Gagliardini è la chiave di Pioli: con la sua profondità «spacca» molte difese piazzate, ma nello stesso tempo dà ordine e ritmo alla mediana grazie al senso della posizione eccellente e ai chilometri che percorre (oltre 12 in media a partita, nessuno come lui tra Roma e Inter). I rientri di Nainggolan potrebbero dare superiorità alla Roma a centrocampo, dove l’Inter non potrà fare a meno di Brozovic, col rischio però di lasciare Icardi più solo.

E SE JOAO? – Proprio per questo Pioli potrebbe ricorrere a un accorgimento: arretrare Perisic sulla fascia, chiedendogli magari un’ora di sacrificio e rischiando in fase difensiva. Ma così potrebbe inserire Joao Mario trequartista accanto a Brozovic. Con l’effetto di infoltire la mediana e costringere Bruno Peres a restare basso, più lontano da Salah. Le triangolazioni tra l’egiziano, Dzeko e Nainggolan sono fondamentali nel creare occasioni, ma le spalle devono essere coperte.

FAZIO-MEDEL – L’altra chiave è stata la difesa a tre. Pioli c’è arrivato di recente, arretrando Medel: mossa che consente più soluzioni in impostazione (un po’ come Bonucci alla Juve). La Roma ha decisamente trovato in Fazio il perno centrale, decisivo nelle chiusure anche se meno in costruzione.

CROSS INTER – Molti dati statistici di Roma e Inter sono simili: stesso uso delle fasce (62% Inter, 61% Roma), baricentro medio, stessa larghezza (48 metri), stesso inizio gioco palla al piede. La differenza si vede dai lanci lunghi (7 in più della Roma a partita), nelle sponde (5 in più per i giallorossi) e nei cross (6 in più per l’Inter): si capisce che la Roma verticalizza di più, grazie alle fughe di Salah sulla fascia e al gioco da «10» arretrato di Dzeko sulla trequarti. Mentre l’Inter si affida a una manovra con qualche tocco in più, transizioni meno rapide dall’attacco alla difesa e reparti più vicini, con ricorso al numero impressionante di cross di Candreva (198) e Perisic (127). Per dire: al terzo posto in questa classifica sono Nainggolan e Salah con appena 49. In realtà ce ne sarebbe uno che si avvicina, Perotti, 93 cross in meno minuti, ma è annunciato in panchina. Spalletti potrebbe inserirlo a sorpresa al posto di Emerson ma certo rischierebbe di impoverire i tre dietro, già non troppo protetti da Bruno Peres.

ROMA PIÙ SPIETATA – C’è poi un dato che merita riflessione. Dopo il Napoli, Roma e Inter sono le squadre che tirano di più, sia in porta sia fuori. Però la Roma ha segnato 54 gol e l’Inter solo 40: non basta che sia implacabile Icardi, 15 gol su 29 tiri in porta, ben oltre la media di Dzeko (19 centri su 66 conclusioni). Comunque con Pioli l’argentino è entrato nella manovra molto più di quanto lo fosse in precedenza, anche con Mancini nel passato.

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