Frattarelli a PR: “Diawara? Si poteva gestire meglio. Zaniolo non deve avere fretta di rientrare”

Pagine Romaniste (E.Bandini) – Daniele Frattarellipreparatore atleticoriabilitatore funzionale e product specialist della MotusTech, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai nostri microfoni. L’esperto di riatletizzazione da infortuni post-fisioterapici e del riequilibrio funzionale ha parlato dei numerosi guai muscolari che hanno colpito la Roma nelle ultime settimane. Nello specifico ha voluto analizzare gli infortuni di Amadou Diawara e Nicolò Zaniolo. Queste le sue parole:

Partirei dal tema delle ultime ore, l’infortunio di Diawara. Il comunicato ufficiale della Roma parla di un trauma distorsivo del ginocchio sinistro con interessamento del comparto esterno. Quindi esattamente che tipo di infortunio è? Che cosa sarebbe il comparto esterno?
Il comunicato della Roma è rimasto un pochettino vago, nel senso ti spiego meglio. Per il trauma distorsivo vuol dire che c’è stata una distorsione a livello del ginocchio e questo può comportare vari traumi tra cui addirittura volendo anche una lesione del crociato anteriore. Quando poi vanno a specificare che c’è stato l’interessamento del comparto esterno non evidenziando nessuna lesione si presuppone che non ci sia nessuna lesione, detta così quindi si esclude anche il menisco. Però comparto esterno vuol dire tutto e vuol dire niente perché potrebbe essere una lesione riguardante un legamento o un tendine, per il giocatore vorrebbe dire che tempo 2-3 settimane potrebbe già ritornare in campo e quindi fare una terapia conservativa. Ma potrebbe anche riguardare la rottura del collaterale o una lesione del menisco stessa. Quindi credo che abbiano preso un po’ di tempo per approfondire ancora di più la situazione e poi decidere come intervenire, perché la situazione è un po’ delicata. Queste scelte alla fine diventano determinanti per il giocatore stesso.

Si può parlare di una ricaduta? Mi spiego meglio, il rientro di Diawara è stato un po’ troppo frettoloso?
Di sicuro io non parlerei più di sfortuna. La sfortuna c’è ed è distribuita per tutte le società e per tutti gli sport. Non è che non fa parte di questo sport, però in un caso come questo credo che la gestione del giocatore abbia ha avuto un ruolo fondamentale. Non credo che il suo rientro sia stato troppo frettoloso, perché i tempi di un menisco non sono quelli di un crociato. La sua riabilitazione, compresa la sua riatletizzazione, è molto più semplice. Quindi credo che il giocatore sia rientrato in campo a tutti gli effetti con i tempi giusti. Il discorso è che, dati alla mano, Diawara da quando è rientrato ha praticamente giocato tutto il minutaggio delle partite della Roma. E’ un giocatore che ha subito un intervento e va gestito. Il discorso è che il calcio purtroppo viene giudicato dai punti che fai o meno in una stagione. C’è anche la necessità dell’allenatore stesso di ottenere i risultati, e questo purtroppo va a discapito dei giocatori che vengono messi in campo anche in condizioni precarie e così vanno ad aumentare il rischio di una recidiva di un infortunio, com’è poi il caso di Diawara. Sicuramente c’è anche una minima questione di disequilibrio, perché andando a caricare durante partite ed allenamenti quel piccolo problema alla fine diventa uno stop più prolungato. C’è bisogno di una maggiore attenzione nella gestione dei giocatori e della prevenzione, soprattutto per quelli che hanno subito questi infortuni.

La settimana scorsa invece Zaniolo si è rotto il crociato, l’ennesimo in casa Roma. Negli ultimi giorni si è parlato molto delle modalità del suo infortunio. Secondo te riguardando l’azione dove si è infortunato? Durante la corsa o nel contrasto con De Ligt?
Mi sono confrontato con tantissimi colleghi fisioterapisti, osteopati e ortopedici. Allora facciamo un po’ di chiarezza. Innanzitutto il giocatore si è procuratore una lesione del crociato anteriore da trauma indiretto, quindi il contrasto con il giocatore avversario non c’entra nulla, se non quello di aver ostacolato la corsa di Zaniolo che ha dovuto cambiare la sua direzione sovraccaricando l’arto. Nell’immagini si vede bene il momento del cedimento del ginocchio in cui c’è una rotazione interna e quindi il crociato cede letteralmente e avviene la rottura. Ora l’argomento è molto vasto. Sicuramente c’è uno squilibrio della muscolatura anteriore della coscia rispetto a quella posteriore. Ho approfondito un po’ qualche studio perché poi comincia a diventare un caso del crociato nel mondo del calcio. E’ stato dimostrato come effettivamente ci sia un alto tasso di giocatori giovani in pieno sviluppo atletico e fisico. Queste masse muscolari che servono per supportare il calcio di oggi, che ormai è diventato un calcio estremamente fisico basato sulla velocità, esplosività e potenza, porti un squilibrio a livello muscolare e vadano un attimo riviste proprio le pianificazioni anche a livello degli allenamenti. Nessuno vuole puntare il dito verso nessuno, però questi dati parlano chiaro. Durante la stessa partita (Roma-Juventus, ndr) c’è stata anche la lesione del crociato di Demiral, quindi non parlo della Roma in questo caso, ma parlo proprio di un calcio che ha cambiato un po’ il suo atteggiamento. Quindi i preparatori e le persone che si occupano dei giocatori devono rivedere i metodi degli allenamenti per cercare di preservare questi tipi di lesioni. Magari gli allenamenti andavano bene fino a 5-10 anni fa, ma adesso vanno rivisti. Bisogna partire da qua: prevenire questo tipo di infortuni cercando di capirne la causa e ripartire proprio da qui. Invece di pensare troppo alla performance o simili. Questo è quello che penso, qui inizia a diventare delicata la situazione e merita tutta l’attenzione del caso. Non si può più ricondurre alla sfortuna episodi del genere o dare colpe a fattori esterni.

Hai accennato anche all’infortunio di Demiral. Il fatto che il giorno prima si era giocata un’altra partita può aver influito su questi due infortuni al crociato?
Ti dico chiaramente che sicuramente si può fare meglio nella gestione del campo, ma stiamo perdendo di vista quello che è l’obiettivo principale. Non esiste solo la Serie A, si gioca a calcio in Italia e nel mondo in tutte le categorie e di partite sui campi di gioco ne vengono fatte anche 5-6 a settimana. Per non parlare degli allenamenti che vengono fatti sugli stessi campi dove poi si gioca la domenica. Basta pensare alle categorie leggermente inferiori come l’Eccellenza. E’ vero che la maggior parte è in sintetico e che l’erba vera è diversa, ma il campo non è il principale problema, può aumentare il fattore di rischio ma non è la causa primaria. Sicuramente c’è da fare distinzione tra l’infortunio di Demiral e quello di Zaniolo. Sono sicuramente entrambi collegati al fatto di un alterato equilibrio muscolare, perché quel legamento è fatto per determinati movimenti ma non per tutto quel carico. Demiral è quasi un trauma diretto, nel senso che viene spostato da quella che è la sua posizione di equilibrio e quando va a riappoggiare il carico è totalmente squilibrato sull’arto e quindi subisce la lesione. C’è una torsione innaturale e involontaria. Mentre Zaniolo percorre una corsa di 50 metri con un semplice cambio di direzione, nonostante repentino e brusco che sia. Da quello che ho letto e sentito dire, non ho la conferma di questo, ma si era parlato di un fastidio di Zaniolo al ginocchio prima della partita. Magari non è strettamente legato alla lesione del crociato, sicuramente sarà stato un altro tipo di fastidio anche dovuto magari semplicemente ad una contusione. Ma, per la sua prevenzione, mettere il ragazzo nella condizione di esprimersi al massimo della potenza, perché ha 20 anni, in una condizione in cui magari lui distribuisce male il carico può aumentare il fattore di rischio. Quindi ritorniamo sempre sullo stesso discorso. Se un giocatore non è nelle perfette condizioni fisiche per giocare deve riposare. Perché poi alla fine parliamo di ragazzi.

Zaniolo può recuperare per l’Europeo di giugno?
Mi auguro che a Zaniolo venga data tutta la tranquillità per rientrare nei tempi stabiliti e che non ci sia questa corsa all’Europeo. Dati scientifici dimostrano che per tutti i rientri successivi al sesto mese di riatletizzazione il tasso di ricaduta da lesione del crociato si riduce del 51%. Parliamo di un ragazzo che ha davanti tutta una carriera e di Europei o Mondiali ne giocherà tantissimi. Mentre subire un doppio intervento al crociato a distanza di pochi mesi sarebbe quasi condannare la sua carriera. Abbiamo degli esempi lampanti molti giocatori non sono più tornati al loro livello. Quindi mi auguro per il bene di Zaniolo che sia seguito dal suo staff in maniera ponderata. Non bisogna mettergli fretta, perché è importante su queste cose che ci sia il recupero completo.

Prima hai accentato al fatto che magari bisognerebbe cambiare i metodi degli allenamenti. Recentemente nelle ultime partite è curioso il fatto che i giocatori della Roma durante l’intervallo si riscaldano nuovamente prima di scendere in campo. Di solito le squadre questa cosa non la fanno, è probabile che la Roma sta cambiando i suoi metodi per diminuire questa serie di infortuni…
Assolutamente sì. Questo vuol dire che all’interno dello staff si cerca di trovare una soluzione al problema. Questo lo dovrebbero fare tutte le società, non lo vedo fare quasi a nessuno. Se non erro, mi baso sempre su quello che leggo, sono diminuiti i casi di infortuni nei minuti iniziali della partita e nei minuti di inizio ripresa. Così come poi sono diminuiti quelli che sono i traumi muscolari, ce n’è stato comunque qualcuno però ripeto che gli infortuni fanno parte della stagione. I numeri però lasciano pensare che c’è qualcosa da sistemare. Per le metodiche dell’allenamento ognuno ha la sua ed è anche quello che fa la differenza a fine stagione. Quello che suggerisco di fare è un monitoraggio continuo degli stati muscolari degli atleti, ovvero tenere sempre settimanalmente sotto controllo la potenza dei muscoli, il livello di forza, tenere sempre sotto controllo i parametri tra agonisti ed antagonisti. Io questo lo farei ogni settimana, perché con gli strumenti che abbiamo noi oggi possiamo poi intervenire individualmente per far sì che questo riduca il tasso di infortuni, non lo eliminerebbe però aiuterebbe. Questo lo dico anche ai miei clienti, l’attività fisica fa bene però lo sport agonistico ad alto livello fa male. Non farà mai bene, quindi è normale che ci saranno degli infortuni. Lo dicono anche i calciatori stessi che fa parte del rischio del mestiere. Un conto è il rischio del mestiere, il trauma diretto o l’imprevisto, ma un conto è che ora con tutti questi infortuni i giocatori della Roma magari anche timore. Per un qualsiasi dolore sembra che possano anche avere un contraccolpo psicologico. Ne sto parlando anche con un mio collega che si occupa di psicologia nello sport e ci sono proprio delle dimostrazioni scientifiche su questo. Adesso la situazione va toccata con i guanti.

Con te vorrei analizzare un po’ anche quello che è stato l’infortunio di Pastore. Si è parlato di una contusione all’anca con edema osseo. L’argentino però è stato fuori quasi due mesi. L’edema osseo in pratica che cosa sarebbe?
Le mie sono informazioni generali, toccherebbe parlarne con le figure specializzate. Sulle tempistiche non ti saprei dire, non sono cose che gestisco.

Anche Fazio recentemente è stato fuori due settimane per un problema agli adduttori…
E’ importante tenere sotto controllo anche la postura dei giocatori. Ma per postura io non intendo la postura che un giocatore possa assumere. Basta vedere l’esempio di Belotti, che ha un atteggiamento posturale che non sembra quello più congeniale. Però quando io parlo di postura intendo di equilibrio degli arti superiori ed inferiori a livello muscolare. Perché per qualcosa che lavora troppo poco, quindi magari un muscolo che non fa il suo lavoro, c’è qualcuno che lavora troppo. Quello che lavora troppo si stressa e poi alla fine si infortunia. Se non erro poi nello specifico, Fazio nelle ultime mensilità non ha giocato con tutta questa frequenza. Sicuramente le partite sono ravvicinate e i giocatori non hanno il tempo di allenarsi, non di riposarsi. Il problema non è il riposo, è l’allenamento che poi porta ad evitare il trauma. Questo è il mio punto di vista, loro hanno bisogno di allenarsi adeguatamente per prepararsi alle gare. E’ importante che ci sia una fase in cui uno si possa dedicare all’allenamento. Se invece le partite sono ravvicinate l’allenamento fisico magari passa in secondo piano, l’orario dell’allenamento è sempre quello ma magari si danno maggiori attenzioni ad altre cose. La partita va preparata prima sui video, poi sul campo con tecnica e tattica. Troppo spesso si dà la colpa alle partite ravvicinate e quindi alla mancanza di riposo. Invece a volte proprio per la mancanza di allenamento si possono aumentare i fattori di rischio per l’infortunio. Allenarsi vuol dire anche recuperare, però si può recuperare allenandosi. Questo è il mio punto di vista.

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