Da Francesco a Cristian, la famiglia Totti non guarda all’età

Totti_Francesco_Cristian-Roma

Diramata la lista dei trenta pre-convocati per il Mondiale in Brasile e tartassato dalle domande sul suo codice etico, ormai tormentone sui social e caldo argomento di discussione per il perdono di quella gomitata etica di Chiellini a Pjanic, Cesare Prandelli ha parlato anche della mancata convocazione del capitano della Roma: “Quale grande vecchio avrei convocato come jolly? Facile: Totti. Ci ho pensato, prima dell’infortunio aveva dati straordinari. Poi sono esplosi i più giovani e il futuro è loro“.

Il futuro è dei giovani dice il ct della nazionale italiana e se sono in molti ad aver tirato un sospiro di sollievo, come se non partire per il Brasile lasciasse al numero dieci giallorosso intatta qualche altra cartuccia da giocarsi magari in Champions con i colori di casa, altri avrebbero voluto vederlo indossare ancora una volta la maglia azzurra con la quale, sotto la guida di Lippi, si è laureato Campione del Mondo nel 2006.

Se prima o poi, convinti del poi, bisognerà rassegnarsi al tempo che passa anche per il bimbo de oro, ce ne è un altro di bimbo con lo stesso cognome che ieri ha fatto il suo provino a Trigoria. Cristian Totti, classe 2005, ha infilato gli scarpini al Fulvio Bernardini, con i bambini del 2004 e sembra aver dimostrato che buon sangue non mente, esibendosi con destro, sinistro, colpo di testa e tiro potente, sotto lo sguardo attento di papà Francesco.

E’ quindi un brutto vizio di famiglia quello di non dar troppo peso all’età, che sia troppo avanzata per giocare un Mondiale o troppo verde per scendere in campo.

Umberto Ruggeri

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