Corriere dello Sport – Il ragazzo del sacro Gra

Florenzi Riscone PR

Dall’Acilia con furore, un furore cominciato da ragazzino quando non trovava una squadra abbastanza giovanile da permettergli di giocare con quelli della sua età e finiva a scalciare in mezzo a gente mezzo metro più alta di lui. Alessandro Florenzi, navetta vivente. Poi cominciò ad andar da solo e ha fatto tanta strada in tutti i sensi. Adesso è il miglior realizzatore della Roma stravagante e straripante di Garcia, alla pari con Gervinho e Ljajic.

Prima era il corridore instancabile che arrivava sottoporta e sputava la lingua. Per evolversi in questo modo senza peraltro smarrire il piacere di spostarsi in qualsiasi zona del campo Florenzi ha dovuto smettere di ascoltare il richiamo del pallone e recarsi invece lì dove lo manda Garcia

 

E prima ancora ha dovuto percorrere come un trasporto di terra l’anello stradale che circonda Roma, di squadra in squadra fino a Trigoria, dove ora lo chiamano Capitan del Dopo Futuro per non confonderlo con Totti e De Rossi.  Lui in questa squadra è il tutto, la sintesi, l’equilibratore di un attacco altrimenti sconsiderato, il protettore dei difensori in difficoltà, il sostituto dei centrocampisti in libera uscita. «Ed è divertente. In teoria, io credo che un calciatore senza ruolo chiaro sia insipido come un pesce lesso. In pratica, saper fare tutto mi consente di giocare anche in una squadra piena di leader. Come la nostra».

 

Non glielo intitoleranno mai, neppure se diventerà davvero capitano nel futuro che gli spetta, ma il Sacro Gra continua a essere il suo grande sentiero, il Raccordo Anulare che circonda molte storie alcune delle quali raccontate in un film da Leone d’Oro e pure la sua, quella dei caffé serviti da bambino al banco del bar di un centro sportivo che adesso non c’è più. Dove ha appreso a non temere il lavoro, ad apprezzare la vita di famiglia che intende replicare con la sua antica e giovanissima ragazza Ilenia e a destreggiarsi con il biliardo fino a vedersi scappare di torno qualsiasi possibile avversario ogni volta che propone una sfida.

 

Corriere dello Sport – M.Evangelisti

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