Roma, un Ceo sopra Petrachi

Il Messaggero (S. Carina) – Il pugno di ferro utilizzato da Petrachi sin dal momento del suo arrivo, non ha dato i risultati sperati. La strategia del ds ha portato alla rottura con Pallotta e la Roma è prossima al cambio di ds. In queste ore Fienga sta cercando di capire se esistono i margini per ricucire lo strappo. Difficile alla luce dell’sms al vetriolo inviato dal direttore sportivo al presidente. Tuttavia, pur non approvando i metodi del dirigente e criticando la sovraesposizione mediatica, il Ceo è consapevole che c’è un mercato da effettuare. Privarsi di Petrachi a giugno inoltrato, nonostante le scadenze siano posticipate, senza avere, al netto di Baldini, nessun sostituto in mano, rappresenta un salto nel vuoto.

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Senza contare che c’è una buonuscita di mezzo, mai secondaria per un dirigente che guadagna 1,2 milioni di euro netti più bonus fino al 2022 in un club con i conti in difficoltà. Problema che potrebbe essere bypassato se la Roma decidesse di intraprendere la strada del licenziamento per giusta causa (valutazioni in corso). Petrachi rimane dunque appeso a un filo sottilissimo. Fienga sta provando a convincere Pallotta a tenerlo a tempo, per fargli completare almeno la sessione estiva. L’ultima parola spetta a Jim.

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