Il Messaggero – Dalla grande bellezza al fuggi fuggi. Turisti intrappolati nell’orda ultras

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 Derisa e offesa. Barbaramente aggredita. Colpita al cuore. Roma soccombe alla furia degli ultrà olandesi e i turisti sono increduli. Sguardi attoniti, frasi balbettate, che succede, quell’onda barbara li travolge. Vedono i bastoni, le teste rasate, le bottiglie di vetro a terra e addosso alla Barcaccia del Bernini. Sentono esplodere bombe carta, il rombo degli elicotteri che sovrasta piazza di Spagna. Qualcuno corre, qualcun altro si ripara nei portoni come in quello del British Counsil in via San Sebastianello. Rosa e Arturo Vitolo sono qui per una seconda luna di miele. Vengono da Casoria, hanno celebrato 30 anni di matrimonio e non sanno che si gioca Roma-Fayenoord, il calcio non lo seguono. «Ma davvero sta succedendo questo per una partita?», domanda Arturo mentre la tiene sottobraccio. «Non veniamo a Roma da tanti anni vedere una cosa del genere è assurdo, è meglio la nostra di realtà piena d’immondizia e criminalità». «Una città da terzo mondo», esclama Caterina, 33 anni, da Torino per un weekend all’insegna dello shopping. Molti si barricano dentro le boutique. Guardano esterrefatti quello che vola dentro la Barcaccia.

Michel Rodooney è francese e da Lille è arrivato a Roma per l’Erasmus. Osserva impietrito le bottiglie che offendono quel capolavoro del Seicento da poco restaurato. Parla bene la nostra lingua, «perché l’Italia l’ho sempre avuta nel cuore. Ma perché nessuno difende quel monumento?». Già, perché? «Ci avevano detto che per l’Italia era un momento difficile, quasi quanto quello che vive la Grecia – proseguono Bernbe e Jose in arrivo da Sevilla – non credevamo che proprio una delle parti più belle di Roma potesse esser ridotta a brandelli, la prossima volta ci penseremo meglio prima di tornare». Chi esce dalla metro resta spiazzato: camionette della polizia, sirene, ambulanze, i mezzi dell’Ama, il tappeto di vetri. Qualcuno è troppo spaventato, si fa accompagnare dall’altro lato della piazza. Qualcuno con i figli sulle spalle dice«vedi a papà, che hanno fatto gli olandesi?». Carolina ha gli occhi lucidi, viene dal Brasile, è con il fidanzato: «Mai vista una cosa così in Europa, neanche in Brasile». Sintetica la famiglia Restivo di Catania: «Speriamo che vengano puniti. Lo sport non esiste più. Per noi la colpa è del Comune. Li potevano mandare all’Eur dove vogliono metterci le squillo».

Il Messaggero – C. Mozzetti/R. Troilli

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