Effetto elezioni a Roma. Ora tutti vogliono lo stadio

Il Tempo (F.Magliaro) – L’iter che porterà al voto non è ancora iniziato – a chiudere i documenti mancano gli atti di Città Metropolitana (Giunta Raggi) e Regione Lazio (Giunta Zingaretti) che latitano da un mese – ma la guerra politica dello Stadio della Roma è già in pieno svolgimento. «Entro l’anno», «entro mandato», «ci sono cose più importanti» sono le posizioni dentro i 5 Stelle: nella lotta fra Virginia Raggi e un pezzo dei suoi, Tor di Valle è terreno di scontro aperto. Poi ci sono gli altri: la Lega voterà a favore. E saranno due i voti: Davide Bordoni, invischiato in una tranche dell’inchiesta Rinascimento, quasi certamente voterà visto che l’indagine che lo riguarda non verte sullo Stadio e, con il collega di partito, Maurizio Politi, voterà a favore. Del resto, Matteo Salvini nei manifesti («sì allo Stadio della Roma») e il commissario della Lega a Roma, Claudio Durigon, hanno espresso un netto via libera politico. E anche il Pd, in realtà, ci pensa, non fosse altro che per non lasciare alla Raggi l’intestazione del progetto: «Tor di Valle è un progetto nostro – spiega il capogruppo Giulio Pelonzi chiarendo il caos successivo alle sue dichiarazioni di due giorni fa che sembravano schierare i Dem per il “no” – e se la Raggi non lo avesse stravolto, saremmo già all’inaugurazione. Sì allo Stadio lo abbiamo sempre detto: abbiamo acquisito tutte le carte e le stiamo studiando. Se e quando la Raggi avrà i numeri per portarlo in Aula, valuteremo la posizione del partito». Che se non è un «sì» aperto, poco ci manca e risponde così alla stessa Raggi che, annunciando il voto entro Natale, ha ripetuto ieri che «il Pd non vuole lo Stadio».

 

 

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti