Dzeko, pace complicata

Il Messaggero (S. Carina) –  Prove di mediazione. Inevitabili. Perché dopo lo strappo tra Dzeko e Fonseca, più trascorrono le ore, più ci si rende conto che trovare una sistemazione a Edin in meno di una settimana, è più complicato che scalare senza corde e a mani nude l’Everest.

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Questo perché il calciatore, nell’incontro andato in scena venerdì con il nuovo agente Lucci, è stato molto chiaro con il club. Della serie: io voglio restare qui. Se proprio deve andare via, la preferenza va all’Italia a meno che non si aprano spiragli in un top club. In questo caso la predilezione va alla Spagna. E tentativi in tal senso con Real Madrid e Barcellona sono stati effettuati. Il paradosso vuole che entrambi i club erano disposti a parlarne ma per motivi diversi, le possibili trattative si sono arenate sul nascere.

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A Madrid perché il designato a venire nella Capitale, Mariano Diaz, ha detto subito di no. A Barcellona perché le imminenti elezioni presidenziali, inducono la società a non effettuare grandi investimenti. Sondaggi vani anche in Premier con Everton e Manchester City.

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Rimane quindi la pista italiana, tra l’altro la preferita da Dzeko. Ma in questo caso è la scarsa liquidità a farla da padrone. Sia Inter che Juventus hanno chiuso i rispettivi bilanci in deficit e non hanno dunque margini di manovra sul mercato. Ergo, l’unica via praticabile, considerando lo stipendio del calciatore (7,5 milioni), l’anno e mezzo di contratto che gli rimane (2022) e l’età (35 anni il prossimo 17 marzo), rimane uno scambio di prestiti.
I nerazzurri possono mettere sul piatto Eriksen e in seconda battuta Pinamonti. La Juventus, tra i nomi che possono interessare a Trigoria, Bernardeschi, che però non si vuole muovere da Torino e gioca in ruolo (ala) che il 3-4-2-1 non contempla. Ieri il ds Paratici, pur non nominando Edin, ha lasciato aperto uno spiraglio: «Non abbiamo necessità, è un mercato di opportunità, siamo alla finestra e vediamo se succede qualcosa che ci può interessare».

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