Dzeko, c’è aria di riscossa e di… scudetti

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Il Corriere dello Sport (R.Maida) – Pjanic non dà garanzie per il futuro, Zukanovic è una riserva arrivata a gennaio e potenzialmente può tornare sul mercato, Dzeko è retrocesso malinconicamente al ruolo di riserva. La Roma made in Bosnia ha improvvisamente perso centralità nei pensieri della coppia Sabatini-Spalletti. Eppure a gennaio tutti e tre i calciatori sembravano avere un ruolo importante all’interno della squadra.

PRIMATO – Particolare è la condizione di Edin Dzeko, che cerca di ritemprarsi nel ritiro della sua nazionale, non solo con gli amici romanisti ma anche con gli altri: stasera giocherà a San Gallo, in Svizzera, contro la Spagna, per migliorare il suo score già impressionante: grazie al gol segnato proprio alla Svizzera nell’amichevole di marzo, ha raggiunto Davor Suker in testa alla classifica dei marcatori di tutti i tempi (46 reti) di un calciatore della ex Jugoslavia. Con un altro gol resterà solo, in questa speciale graduatoria che in Bosnia hanno già degnamente celebrato.

MALESSERE – Eppure il suo futuro nella Roma è seriamente a rischio. Il grigio finale di stagione, in cui è stato a guardare più che giocare, ha convinto la società a cercare acquirenti, in Italia o all’estero, per risparmiare i quattro anni di contratto a cifre altissime (4,5 milioni netti) che Dzeko ha firmato un anno fa, tra ali di folla impazzita. Anche lui, durante la tournée negli Emirati Arabi, è sembrato molto incerto sul futuro quando i tifosi gli hanno chiesto se avesse intenzione di restare alla Roma. A lui non dispiacerebbe in linea teorica. Quando aveva deciso di lasciare Manchester, lo aveva fatto anche per il piacere di vivere a Roma. Con la compagna Amra si trova bene in città. E la coppia ha scelto di far nascere qui la figlia Una proprio in previsione di una lunga permanenza. Invece adesso, se capiterà l’occasione di separarsi, tanto la Roma quanto Dzeko la coglieranno.

PRECEDENTI – Eppure Dzeko ritiene di avere ancora molto da offrire. «Anche quando sono andato al Wolsfsburg e al Manchester City ho faticato nella prima stagione» ricordava nelle scorse settimane. Ed è vero. Il primo anno al Wolsfburg fece 8 gol in Bundesliga, gli stessi che ha segnato nel campionato italiano. Nel primo semestre (gennaio-giugno) in Inghilterra si fermò invece a tre. Ma Dzeko in qualche modo ha promesso alla Roma un rendimento molto migliore nella prossima stagione. In Germania al secondo tentativo arrivò addirittura a 26 reti. Nel City si fermò a 14. Ma in entrambi i casi vinse lo “scudetto”, segnando sempre nelle partite decisive: il 23 maggio 2009 al Werder Brema (5-1 per il Wolfsburg) nell’ultima giornata, determinante per assegnare il titolo; il 13 maggio 2012 al Queens Park Rangers, nell’incredibile rimonta a tempo scaduto che consentì al City di scavalcare i rivali dello United che aspettavano in campo il risultato dell’altra sfida. Quel giorno Dzeko segnò la rete della speranza, il 2-2, prima del tiro vincente di Aguero che fece impazzire Roberto Mancini. Mancini, già. Vuoi vedere che Dzeko va all’Inter?

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