Il Messaggero (G. Lengua) – Paulo Dybala si spegne. L’argentino non fa più la differenza, sono almeno un paio di partite che la sua presenza in attacco è praticamente nulla. Quella con il Torino e soprattutto quella di ieri contro il Genoa a Marassi.
Innesca Lukaku con difficoltà, fatica a dribblare e tira poco dalla distanza. Sembra spaesato anche lui assieme al resto della squadra. Mentre lo scorso anno era quello che accendeva la luce e dava l’input decisivo, quest’anno non gli riesce praticamente niente. Sarà la paura di un nuovo infortunio, oppure, qualche scoria di quelli vecchi.
Fatto sta che la Joya è l’ombra di sé stesso. L’unica scintilla è quando riesce a servire in verticale un pallone a Lukaku che Romelu spinge in rete, ma il gol viene annullato perché in fuorigioco.
È una goccia in un deserto arido. A venti minuti dalla fine ha cercato un gol quasi impossibile a seguito di un controllo di petto, ha provato il tiro al volo che è finito sopra la traversa. E ci ha riprovato sul finale, ma il pallone ha sfiorato la traversa.
Con Lukaku avrebbe dovuto formare una delle coppie d’attacco più forti del campionato, ma ad oggi non è così. Non solo per i gol che non arrivano, ma anche per l’intesa che non è ancora sbocciata.
Nel secondo tempo Mourinho lo ha messo esterno destro d’attacco nel 4-3-3, perché si è reso conto che nel 3-4-2-1 accanto a Pellegrini era praticamente sprecato. Pol, a 13 minuti dalla fine su un passivo di 3-1, José prova l’assalto finale e lo mette trequartista dietro ad Azmoun, Lukaku e Belotti. Ma il risultato è che Rui Patricio incassa il quarto gol.
La svolta della coppia ormai ribattezzata Lupa non è arrivata nemmeno al Ferraris dove l’ex Juve ha festeggiato le 300 presenze in Serie A. Un percorso lungo cominciato nel 2012 a Palermo, proseguito nella Juventus e oggi nella Roma.