Di Francesco: “Mi sento il responsabile per non aver trovato delle soluzioni. Cercherò gli uomini giusti più che i calciatori giusti” – VIDEO

Eusebio Di Francesco, allenatore della Roma, al termine della gara contro il Bologna ha rilasciato alcune dichiarazioni. Queste le sue parole:

DI FRANCESCO IN CONFERENZA STAMPA

Hai ancora la convinzione di poter far ripartire la Roma?
Io devo avere questa convinzione e ce l’ho. Sono uno abituato a combattere e non a tirarsi indietro, anche nelle difficoltà. Nel momento in cui tante cose non vanno bene, in generale, ed è legittimo perché i numeri contro di noi sono schiaccianti, la forza sta nel reagire. Devo scegliere quelli che ritengo giusti, quelli che hanno desiderio e non posso più sbagliare. Non posso più permettermi di fare degli errori, devo scegliere gli uomini giusti perché alla fine quello deve venir fuori in questo momento, quello che abbiamo dentro di noi.

Sembra che i calciatori non la seguano in campo…
E’ una vostra opinione, chiedetelo a loro. Se dovessi dire che hanno fatto quello che chiedevo io direi di no, ovvio, ma magari non è l’unica partita anche l’anno scorso succedeva. Io credo che sia al di là dell’allenatore portare questa maglia, combattere partita dopo partita, è una questione di orgoglio personale. Io ho fatto il calciatore e so cosa significa andare in campo, al di là del pensiero che un calciatore ha sull’allenatore. è una questione di serietà, di personalità, di attaccamento e noi questo non lo stiamo dimostrando e dobbiamo tirarlo fuori.

Con questa rosa la Roma può fare meglio di cosi?
La Roma può fare meglio di cosi, deve fare meglio di cosi. Se andiamo ad analizza la rosa, io ad un certo punto ho fatto entrare Pastore, Kolarov ed Under. I più giovani li ho visti intimoriti ma sono quelli che vanno un po’ accompagnati in queste situazioni e cercare di responsabilizzare tutti. Io ho una partita mercoledì e una sabato ma non è facile far giocare solo 10 giocatori. Noi abbiamo bisogno di tutti. Obiettivamente bisogna ritrovare altre caratteristiche fondamentali e lo dico da tanto. Se il Bologna ha il 30% di possesso palla ma fa due gol c’è qualcosa che non va nel nostro 70%. Questo è un insieme di cose. Tutti cerchiamo di lavorare e di migliorare.

Pensi che tutti abbiano sopravvalutato la rosa?
Per quello che stiamo dimostrando si. La capacità e l’orgoglio deve nascere dentro di noi. La reazione la dobbiamo dare noi è inutile starsi lamentare. Le critiche ci stanno tutte, ce le prendiamo e zitti. L’offesa è un’altra cosa perché io sono un grande professionista e cerco di dare il meglio di me stesso perché per me è un grande onore allenare la Roma. Mi fa rabbia non riuscire a trasmettere quello che voglio ma non ho voglia di stare a guardare gli altri e di prendere solo schiaffi. Questa reazione ci deve essere per forza, non voglio che la squadra sia questa qui.

Si sente di dover inventare qualcosa perché non ha la possibilità di fare il suo calcio?
Devo dire che fino ai gol, il Bologna non aveva mai tirato in porta e non era mai stato pericoloso. Il concetto era quello che faceva anche chi c’è stato prima di me. La difesa a tre e non dare tante ripartenze agli avversari. Questo era il presupposto della partita ma quando vai sotto va un pochino a morire tutto quello che hai preparato. Non posso pretendere che Kolarov faccia tutte le partite, che in questo momento Pellegrini che è un ragazzo del 99 vada bruciato. Sono tutte cose delicate. Tutte quello che sto facendo non riesce bene ma non posso stare lì inerme. Se oggi ci riduciamo a dire che abbiamo perso 2-0 per la posizione di Marcano per me stiamo sbagliando qualcosina.

Non c’è rabbia…
Ridico una cosa importantissima. Al di là dei sistemi di gioco, non possiamo rimanere appiattiti. Io devo provare altre cose non ci possiamo ripresentare cosi. Quando ci siamo messi tutti nei propri ruoli che abbiamo fatto? Tanti cross buttati li senza senso. Abbiamo un solo giocatore forte di testa, Dzeko, ma abbiamo altre qualità. Di chiacchiere ne posso fare tante ma esprimo il mio reale pensiero.

Fa più male vedere la Roma cosi o sentire i tifosi perdere la pazienza?
Ovvio, sono tutte e due le cose. I tifosi sono stati fino all’85’ ad incitarci e poi ci sta che si siano stufati anche loro di questa Roma. Bisogna accettare e cercare di rispondere sul campo.

DI FRANCESCO A SKY

C’è una crisi di gioco?
Se avessi la spiegazione. Voi riuscite magari con più facilità a trovarle. Il lavoro paga, tutti cercano di lavorare e tutti gli allenatori cercano di trovare le soluzioni, ma io devo trovarle internamente e fino a questo momento non ci sono riuscito. Mi sento responsabile per non averle trovate. Ho parlato di qualcosa, ma spesso si parla di numeri, ma poco di atteggiamenti, di fuoco dentro. Se fai il 72% di possesso palla significa che stai facendo la partita e la filosofia c’è, ma quando devi avere la personalità di fare giocate importanti e di fare l’uno contro uno con gli esterni o creare superiorità numerica e non le concretizzi ti manca qualcosa. Se perdi i contrasti ed hai il pallone tre volte di più, è solo demerito tuo. Non cerco alibi né altro, ma solo determinate soluzioni. Non so dirvi oggi con quale sistema andrò a giocare. Cercherò gli uomini giusti, più che i calciatori giusti.

Questo processo di crescita quanto durerà?
Il processo deve finire il prima possibile, è qualcosa che ti scatta dentro. Il contrasto non è una cosa tattica, è la determinazione di superare un avversario. Devi mettere il piede con maggiore cattiveria. Si può insegnare, ma il calciatore deve averlo dentro. Io l’ho fatto il calciatore e so che significa averlo dentro, posso dire tante cose condivisibili o meno, ma è il mio pensiero attuale. Parliamo di Milano, hai preso gol nel finale ma nel secondo tempo sembrava potessi vincere la partita, ma con leggerezza si è perso qualche pallone di troppo. Oggi abbiamo chiuso sotto rete, abbiamo sbagliato gol da un metro. Questo si può allenare ma deve essere nella testa. 280 cross da 25 metri quando hai solo Dzeko che può prendere questa palla ed è una cosa che io non voglio. Nella partita però i ragazzi hanno il desiderio di far gol e non hanno la lucidità di andare a fare quello che proviamo in settimana. Le risposte mi porteranno a cambiare, devo valutare ed a mente fredda sceglierò la soluzione giusta. Un dato di fatto c’è: la squadra da la sensazione di avere poca solidità difensiva ed è quello che ci sta facendo fare queste figuracce.

Lo scorso anno sembrava un punto di partenza, ma ora bisogna fare tre passi indietro e rimettersi in discussione…
E’ un’osservazione giusta, è una cosa su cui batto costantemente. Nel calcio devi dimostrare anno dopo anno e dare continuità. Quest’anno paradossalmente ho lavorato con molti più giocatori in ritiro ed è questa la cosa che mi fa diventare matto. Abbiamo lavorato tanto sui meccanismi difensivi ed offensivi e per quello ogni volta scatta il pensiero di cambiare qualcosa, è inevitabile, io devo provare. Non posso stare fermo ad accettare determinate prestazioni o delle cose che non vengono. Oggi ho scelto Marcano, è impossibile far giocare sempre gli stessi calciatori con così tante partite. Lo scorso anno ne cambiavo cinque o sei a partita ed i risultati si vedevano. Tutti eravamo nella stessa direzione, il sacrificio era differente, recuperavamo palla davanti, eravamo la seconda squadra dopo il Napoli a recuperare palla in avanti con gli attaccanti. Se non scatta ad ognuno di noi qualcosa dentro si fa fatica. Tanto vale mettersi sotto la traversa e ogni tanto un gol lo facciamo, ma non è la mia filosofia di calcio.

C’è un problema sulle distanze?
Condivido pienamente. E’ quello che fa la differenza. Nell’insegnare calcio il difensore deve essere pessimista: da un momento all’altro puoi perdere una palla e nella fase preventiva serve una posizione differente. Siamo stati lenti. Dobbiamo pensare che la palla un compagno di squadra la può perdere. Fate partire l’azione del secondo gol dall’inizio, quando abbiamo sbagliato noi una palla dentro l’area avversaria con gli altri che avevano solo il desiderio di ripartire, non possiamo permettercelo. I dati di oggi mi condannano. In questo momento dobbiamo stare zitti e pensare a pedalare, è tutto contro di noi, non siamo quelli che abbiamo dimostrato di essere. Al di là di chi è arrivato. Le corse per rientrare nel secondo gol sono tutte fatte con ritardo e così gli permetti di farti male quando mancava quasi mezz’ora alla fine.

DI FRANCESCO A ROMA TV

Pomeriggio terribile…
Serve avere qualcosa in più dal punto di vista caratteriale, possiamo parlare di discorsi tecnici e tattici quanto vogliamo ma se non c’è il desiderio di difendere in un certo modo non serve a niente. Per forza di cose la squadra subisce dei cambiamenti, anche per i tanti impegni vicini. Il calcio di oggi non permette di fare 3 partite in 6 giorni con gli stessi uomini. Ma diventa riduttivo non parlare di tutta la squadra ma solo di determinati giocatori.

Non c’è entusiasmo?
Non è così, il desiderio di fare qualcosa c’era. Poi è subentrata sfiducia, ci voleva il desiderio di riprendere qualcosa e non perdere le nostre abitudini. Noi dobbiamo essere bravi nelle difficoltà, in questi momenti si vede chi ha caratteristiche importanti, chi ha capacità psicologiche forti. Oggi più che calciatori devo scegliere gli uomini giusti per mettere in campo l’agonismo. A vedere i valori non c’era partita, ma il Bologna ha messo in campo questo. Non possiamo ridurci a parlare di pochi elementi, siamo una squadra che deve giocare insieme in tutte le situazioni.

Quali sono le corde da toccare adesso?
Mi affiderò a quelli che ritengo abbiano il desiderio di lottare. Ci siamo tutti soffermati sui moduli, al fatto che si cambiano elementi, ma un allenatore non può rimanere fermo ad accettare chi si deve mettere in condizione, sia fisica sia mentale. Devi cercare di spronare un po’ tutti.

Come hai intenzione di proseguire?
Questo è un calcio differente, impossibile che tutti possano fare 4 partite con la stessa intensità. Oltre questo, devo responsabilizzare chi si vuole sentire responsabilizzato, chi non ha il desiderio non lo posso fare. Serve quel senso di appartenenza alla maglia e ai colori, quel desiderio di combattere. Oggi la parte tecnica viene meno, se ho il 70% di possesso significa che so tenere la palla, ma in quel 30% degli avversari non posso subire quello che abbiamo subito.

DI FRANCESCO A RADIO RAI

Brutta sconfitta…
Oggi se analizzo i dati con il 70% di possesso palla siamo stati sterili. Credo che aver preso quei contropiedi determina che in tutte le zone del campo ci è mancata cattiveria. La confusione per me è un’altra: di riuscire a mettere dentro quel pensiero che ho io.

Condizione fisica precaria?
Dopo aver fatto tante partite, la condizione è acquisita. La condizione fisica è una scusa, l’aspetto mentale è la condizione predominante. Quando hai questa percentuale di possesso devi concretizzare quello che crei.

Scelte punitive oggi?
Oggi quando cambio e perdo sono scelte punitive. Sono scelte tecniche. Ho tre terzini e mi porto chi è più in condizione.

Nelle difficoltà non è meglio stare più attenti in difesa?
Basta guardare come abbiamo preso il primo gol oggi con tutti schierati. Stare sotto palla non significa difendersi bene ma lavorare di squadra, cosa che l’anno scorso ci ha contraddistinto. Chi ha sempre giocato sono i quattro in difesa che l’anno scorso in campionato e Champions hanno fatto bene.

La squadra si è indebolita?
Contro il Bologna, per la potenzialità che avevamo in campo e fuori, dovevamo vincere. Per me è una situazione anche mentale. Sarebbe troppo facile pensare che sia un discorso fisico e preoccupante.

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