Di Francesco: “Sono amareggiato ed arrabbiato per il risultato, 11 contro 9 non puoi prendere gol in questo modo”

Eusebio Di Francesco, allenatore della Roma, al termine della gara contro il Cagliari ha rilasciato alcune dichiarazioni. Queste le sue parole:

DI FRANCESCO IN CONFERENZA STAMPA

Cos’è successo?
Ancora una volta siamo andati in difficoltà dopo il gol, se avessi avuto altri giocatori avrei fatto altri cambi. Il Cagliari era sotto di due uomini e siamo stati molto disattenti. Per troppo egoismo non abbiamo sfruttato altre occasioni che abbiamo avuto.

Ci può spiegare i cambi?
Non ho fatto un altro tipo di cambi perché, avete visto la panchina e vi rendete conto da soli che avevo troppi difensori, due ragazzini e due giocatori che non erano in condizione di giocare molto tempo. Pastore non ha perso Joao, lui stava marcando a zona.

Schick ha deluso ancora…
Schick l’ho cambiato perché era stanco e Pastore poteva garantirmi di tenere più pallone. Ma non è andata come doveva. Il fatto di avere tutta la rosa a disposizione ti permette di avere più possibilità. Schick può dare molto di più, adesso è discontinuo e mi aspetto di più.

La squadra è crollata ancora una volta…
Ci sta capitando troppo spesso che qualche episodio che dà coraggio agli avversari a noi ci butta giù e questo mi dispiace perché abbiamo molti giovani ma abbiamo anche molti giocatori esperti che potrebbero dare di più a livello mentale.

Ha parlato con i ragazzi?
A caldo adesso ai ragazzi direi qualcosa di inopportuno, domani parleremo. Mancano ancora tante partite e il quarto posto può essere raggiunto. Sicuramente le assenze pesano ma una gara così bisogna chiuderla prima

DI FRANCESCO A SKY

Sembrava un gruppo intimidito dall’ambiente…
Per 70 minuti volevamo chiudere la partita e mi arrabbio vedendo errori di ragazzi che hanno desiderio di far gol, di passarla ad un compagno o scelte sbagliate, che porta a queste situazioni. Non voglio parlare di tattica, oggi ci sono giocatori con esperienza che non puoi prendere gol in questo modo, devi chiudere la partita in un certo modo, mettere la palla dove la devi mettere, senza rischiare quello che è successo. Va al di là del discorso tattico, su questa palla non puoi prendere gol, devi saperlo leggere, tenerla lontana e calciarla in un certo modo per difendere un risultato importante.

Ci sono dei limiti caratteriali?
Nelle partite si può soffrire, dopo aver concesso poco e niente, anzi rischiando di fare il terzo gol, che non hai fatto, anche nelle scelte potevamo essere più bravi. C’è anche la rabbia o il nervosismo che può crescere negli avversari. Non siamo riusciti a tenerli. Ho modificato perché non tenevamo palla e non eravamo lucidi, e nello stesso tempo mancavano riferimenti. Abbiamo preso gol all’85esimo, le partite si vincono anche in questo modo e con determinati modi. Abbiamo cambiato anche marcando a uomo, perché loro erano bravi sui calci piazzati, ma è inutile se non c’è l’attenzione giusta.

Da che parte si ricomincia?
Quest’anno abbiamo fatto carota e bastone, un po’ tutto. Il pensiero in questa gara è quando vuoi modificare una partita ma non puoi cambiare tanto, avevo quattro difensori e poche scelte offensive, al di là di Pastore e Perotti, che non vengono da un periodo ottimale e di stop, e tutti ragazzini. Specialmente a questi livelli e contro squadre che hanno gamba e lottano per qualcosa di importante. In difesa oggi erano 5 giocatori, c’era esperienza e capacità di leggere le partite, l’allenatore risulta relativo per spiegare le cose durante la gara. Io sono l’allenatore e devo prendermi le responsabilità. Sono amareggiato ed arrabbiato per il risultato, è una partita assurda: 11 contro 9, mancavano trenta secondi, non si può prendere gol così.

Non è la prima però, bisogna ricominciare…
Le cose vanno analizzate a 360 gradi. Il problema caratteriale questa squadra l’ha sempre dimostrato nelle partite. Quando vai sotto subisci. Abbiamo subito il gol ed abbiamo avuto timore anche di tenere palla su ed addormentare la partita, come si fa quando c’è esperienza in campo. Facciamo fatica a trovarle, abbiamo questi e ci sono tanti calciatori fuori. De Rossi è fuori da 40 giorni ed è il nostro leader e capitano. In queste gare poter comunicare certe cose è un vantaggio. Servirebbe un time out per far capire queste cose. Nel primo tempo non avevamo ricominciato benissimo. Dal settantesimo in poi siamo stati fragili nel leggere determinate situazioni di gara.

Qual è il motivo dei cambi che hanno arretrato la squadra?
L’identità di squadra e la voglia di fare le cose rimane, ho messo Florenzi terzino più altro. Ho scelto Pellegrini perché non avevo tanti calciatori, lo stesso Santon non si è allenato in settimana. Andiamo a cercare i fantasmi e le streghe, ma parlare di sistemi di gioco è relativo. Con la Lazio abbiamo fatto il 3-1 quando ho messo un difensore, non significa niente. Quando una squadra come la loro si stava alzando, ho messo i difensori. Un due a zero era sufficiente, abbiamo dimostrato di avere deficit mentali importanti, se posso fare qualche cambio in più lo faccio.

DI FRANCESCO A ROMA TV

Come si spiega quello che è successo?
Nell’ultimo periodo da angolo abbiamo marcato a zona, oggi ci siamo messi a uomo e responsabilizza tutti i calciatori. Abbiamo subito un gol con ingenuità, per non parlare del secondo. Quello che mi infastidisce è che per 70 minuti abbiamo avuto la possibilità di chiudere la partita. A volte per egoismo o ingenuità non ci siamo riusciti e l’abbiamo pagato. I discorsi lasciano poi il tempo che trovano, non può una squadra del genere con determinati uomini in campo prendere un gol del genere a 30 secondi dalla fine, perché va a compromettere la possibilità di ritornare dove meritiamo di essere invece siamo caduti nei soliti errori.

Perché questi problemi?
Ce lo chiediamo sempre, ma alle prime difficoltà riappare. Lo rianalizzeremo, penso siano anche caratteristiche caratteriali all’interno del gruppo che vanno migliorate. Siamo sempre qua a trovare giustificazioni, sono cose che ribatto con costanza e sono cose che cerco di mettere nella testa dei calciatori. A volte mi rispondono in un certo modo e a volte no, ma una partita in cui domini, e sei la Roma con determinati giocatori, abbiamo la capacità di capire che anche quando l’avversario ha la forza dell’arrembaggio noi dobbiamo essere più lucidi nel gestire certe situazioni.

Per chiudere una partita non bastano 2 reti?
So che è esagerato, ma è così. Poteva bastare il 2-0 e difenderlo, poi abbiamo perso inerzia e abbiamo messo un giocatore in più in difesa. Loro andavano più facilmente al cross, e in 4 coprivamo di meno la porta. Abbiamo preso gol su una palla dritta e 5 uomini schierati, questo è inammissibile, al di là dei sistemi di gioco e dei discorsi generali.

Come fanno i giocatori a giustificarsi?
Non ci sono parole e bisogna stare solo zitti. I ragazzi devono essere i primi a capire che non si può non vincere una partita del genere, anche con un po’ di malizia nel finale. Un insieme di cose che fanno parte del calcio. Io cerco di essere lucido ma sono veramente arrabbiato, non mi aspettavo un finale del genere.

Non c’è nessuno che si fa sentire…
Una palla del genere a 30 secondi deve essere aperta esternamente, che urli e chiami. Era pure diventato un Far West, non si capiva più niente, c’era un casino. La capacità di mettere la palla esterna doveva esserci, questa è una cosa inconcepibile, divento matto. In campo non c’erano tutti sti ragazzini, siamo riusciti a fargli far gol.

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