Di Francesco: “La forza della squadra è nel guardare avanti. Abbiamo fatto un’impresa, ora testa al derby” – VIDEO

Eusebio Di Francesco, tecnico della Roma, ha parlato a margine della gara contro il Barcellona. Ecco le sue parole:

DI FRANCESCO A ROMA TV

Le sensazioni? Notte storica…
Credo che questa vittoria non nasca da stasera ma da un pensiero che porto avanti da tempo, che a volte non è sfociato in successi ma in filosofie e idee. Oggi ho cambiato modulo perché avevo studiato bene il Barcellona anche nella partita d’andata. Li avevo visti in difficoltà con avversari con determinati moduli, e osando qualcosa siamo stati più aggressivi.

Ora bisogna capitalizzare anche in campionato…
Si, è importantissimo. Dobbiamo avere continuità e convinzione. Ho abbracciato tutti e mi sono congratulato, questa è una vittoria nata a Trigoria con l’atteggiamento e il modo di fare. La nostra forza è stata quella di credere in quello che ho proposto, loro oggi erano ancora più convinti di quello che volevo. Ci siamo abbassati meno, l’interpretazione è stata perfetta.

Non era facile oggi avere forza mentale…
Inconsciamente in questa competizione tirano fuori qualcosa di diverso, noi dobbiamo riuscire a farlo sempre. Con questa crescita possiamo diventare veramente bravi e forti.

Questo modulo può essere portato avanti?
Sicuramente sì, c’è alla base la caratteristica dei singoli giocatori, ho provato a farli esprimere al meglio. Il 4-3-3 mi ha dato soddisfazioni ma me ne ha anche tolte, io dopo la partita con la Fiorentina non ho dormito e sono stato a pensare a quella che poteva essere la soluzione. Ho pensato a questo, mi dava più soluzioni per mettere in difficoltà il Barcellona.

Forse Valverde non la vuole più incontrare…
Sono contento perché giocando a 3 dietro, non ho messo Fazio centrale ma a destra, lui ha più capacità tecnica. Si è esaltato Manolas perché nei duelli a campo aperto diventa fortissimo, lui riusciva a recuperare sia a destra sia a sinistra. Una scelta indovinata, me lo dico da solo.

Come hai fatto a convincere il gruppo che la rimonta era possibile?
Dopo la Fiorentina ho fatto vedere 50 minuti della nostra gara col Barcellona, e poi ho fatto vedere Barcellona-Chelsea, i loro ottavi. Per far capire la mia idea, i ragazzi hanno capito subito quello che volevo. Volevamo essere forti e aggressivi subito con i tre centrali, ho fatto capire questo tatticamente e mentalmente con qualche discorso motivazionale. Questo si lega a tante cose che hanno fatto la differenza, poi bisogna crederci sempre e pensare positivo. Si guarda sempre la partita dopo qui a Roma, è successo a Bologna, poteva succedere adesso per il derby. Nulla è impossibile, tutto va giocato. Lo ribadisco, devo portare la mentalità a Trigoria.

Sono saltate le coronarie…
Credo che ognuno di noi viva per queste serate, anche la società e la gente meritavano questo. Sono felicissimo di averci fatto parte.

DI FRANCESCO A MEDIASET

Avete scritto una bella pagina di storia…
Credo che è giusto festeggino nello spogliatoio, lì dentro ci credevamo veramente. E’ giusto gioire in questo modo, ma la prima cosa che gli ho detto abbracciandoli e facendogli i complimenti è che domenica c’è il derby. La crescita di questo gruppo è guardare avanti, non indietro, abbiamo fatto un’impresa, ce l a godiamo. Ma dobbiamo ambire sempre a qualcosa in più. Ce l’abbiamo davanti e ce la dobbiamo fare.

De Rossi ha parlato di interpretazione vincente. C’è tanto di lei…
Mi prendo le sconfitte e le parole ingrate. A volte sui social si va oltre i meriti e demeriti di qualcuno ma non mi interessa. Sono veramente felice prima di tutto per loro. Non è l’assetto tattico a fare la differenza in determinate gare, ma la mentalità ed è quella su cui abbiamo lavorato. La capacità di essere aggressivi. Ho fatto questa scelta per dare meno ampiezza al loro gioco. Loro erano bravi ad abbassarsi. Giocando coi tre attaccanti vicino ho permesso di ripartire velocemente ed essere molto più aggressivo. Felice di aver portato un nuovo sistema di gioco, ma quello che mi interessa è la filosofia della squadra, questo ci deve dare ancora più forza.

Serate come questa servono alla maturazione?
Nella testa serve sempre qualcosa in più, in campionato abbiamo fatto grandissime partite. In Italia ci basiamo sempre sui risultati com’è giusto o sbagliato che sia . Oggi stiamo raccogliendo i frutti del lavoro di credere in qualcosa di importante ed è giusto premio e un grande lavoro. Sono il tecnico, mi prendo i complimenti come mi prendo le critiche, ma sono abituato a guardare avanti.

Eventuale finale?
Perché non crederci. Se siamo arrivati alla semifinale perché non credere nella finale di Kiev. Deve essere il nostro obiettivo e cercare di farlo al meglio, se diciamo “come va va” tutti quanti inculchiamo nella mente che bisogna accontentarsi e io non voglio accontentarmi.

La prestazione di Schick…
E’ un grande giocatore. Ho messo questo sistema per avvicinarlo a Dzeko e aiutarlo. E’ bravo a partire dal centro sinistra, non è un esterno, togliendogli la possibilità di andare e di difendere in ampiezza ha avuto grande qualità è stato pericolosissimo, ha avuto un paio di occasioni per far gol, a livello tattico è stato quasi perfetto. Sono contentissimo per lui e per il lavoro di squadra che è stato veramente eccellente.

Avevate deciso De Rossi rigorista?
Il rigorista lo scelgo io, erano due: De Rossi e Nainggolan. Il primo era De Rossi che era più abituato a battere i rigori. Hanno fatto quello che dovevano fare come è giusto che sia.

Si lascerà andare malgrado l’espressione seria o è già proiettato al futuro?
Sono molto professionale, il lavoro è davanti a tutto. Quando faccio questo lavoro cerco di metterci grande passione, concentrazione, serietà per trasmetterlo ai calciatori. Festeggerò con i miei figli, con la mia famiglia, a casa, tranquillo e poi guarderemo avanti perché si può sempre festeggiare qualcosa di più importante.

DI FRANCESCO IN CONFERENZA STAMPA

Perché ha creduto fin dall’inizio di poter battere il Barcellona?
Perché faccio l’allenatore, e cerco di mettere sempre i giocatori nelle condizioni migliori di poter rendere anche contro grandi squadre. Hanno dimostrato all’andata che abbiamo fatto una buona gara, ma non bastava per battere il Barcellona, e allora ho studiato un altro tipo di partita dove loro, con pressioni differenti, sono andati in grande difficoltà. Avevo i giocatori adatti per giocare con il 3-4-3, e ho scelto questo sistema che mi ha dato grande soddisfazione, ma con la stessa filosofia, cioè con aggressività. Si pensa spesso che con i tre – o cinque – difensori non si possa andare a prendere l’avversario dall’altra parte, ma oggi ho dimostrato il contrario, perché non è cambiata la filosofia, ma ho cambiato un uomo che lavorava in maniera differente e che toglieve ampiezza al Barcellona.

Ha pensato al cambio modulo perché cpn il 4-3-3 faceva fatica a realizzare? E cambiandolo ha pensato anche alla tecnica di Schick?
Sicuramente sono tutte cose che sono attinenti a questa scelta, il fatto è che dovevamo fare una partita dove dovevamo fare 3 gol e volevo avvicinare più attaccanti nella zona centrale. Ma la differenza è che quando affronti una squadra del genere ti abbassi inevitabilmente con i due esterni e non riparti mai, o per lo meno non lo fai con continuità. Oggi invece abbiamo fatto giocare a ter Stegen non so quanti palloni, era costretto, e si vede che la squadra ha applicato al meglio quello che avevamo preparato. Io sono un pazzo, perché un allenatore che fa una cosa del genere in una partita del genere si assume il rischio ed il pericolo e voi m’avreste ammazzato. Però mi piace questo, non mi interessa, e devo dire grazie ai miei ragazzi, grande soddisfazione per tutto quello che abbiamo fatto perché hanno veramente lavorato duramente. La gente pensa a volte che siamo dei lavativi, invece abbiamo fatto un lavoro straordinario.

Messi anche oggi, come all’andata, non è stato brillante. Merito dell’attenzione della squadra sulla sua marcatura?
Io credo che abbiamo fatto 180 minuti: all’andata ci possiamo dare un bel 6,5. Oggi alla squadra – ma tutto l’ambiente, perché penso che abbiamo trascinato un intero stadio con questo 3-0 – do un 10 e lode, e ce lo dobbiamo prendere. Devo dire che è stata straordinaria la Roma, contro una squadra che non aveva mai perso in nessuna competizione, e ai miei ragazzi avevo detto che per la legge dei grandi numeri prima o poi una sconfitta doveva venir fuori, e quando perdono perdono malamente, e così è stato.

Nei tuoi sogni l’avevi immaginata così?
Io avevo solo sogni positivi, ma questa partita l’ho studiata dopo la Fiorentina. Sono tornato a casa e non dormivo, sarò andato a dormire alle 5, e pensavo solo a questo aspetto: volevo dare qualcosa in più a questa squadra, perché il 4-3-3 che avevo fino a quel momento era sì bellino, ma non abbastanza. Lo ha dimostrato con la Fiorentina, dove crei tanto ma concretizzi poco, e specialmente con una squadra che ti abbassa arrivi ancora di meno a creare delle situazioni. Sono contento per tanti motivi: è nata una filosofia, non un sistema di gioco, che è quella che i ragazzi hanno sposato in pieno.

Il calcio italiano aveva bisogno del risultato di questa sera?
Aveva bisogno di una squadra europea, e lo siamo stati sotto tutti i punti di vista. E’ una cosa che predico da quando sono arrivato a Roma, e fortunatamente riesco a trasmettere una certa mentalità. Sono felicissimo, veramente, al di là di tutte le situazioni di difficoltà che ci sono state, sia personali che di squadra. Oggi è un grande momento, ma non basta: non bisogna accontentarsi, perché questo ambiente si è sempre accontentato. Questa squadra deve avere un obiettivo, visto che siamo in semifinale: invece di dire ‘come va va’, questa squadra deve puntare alla finale di Kiev. E’ giusto che lo faccia dopo aver fatto questa cosa straordinaria, perché non ambire a qualcosa di ancora più grande? Noi lo dobbiamo fare.

In Champions le cose vanno benissimo, in campionato meno. Questo vuol dire che siete tagliati per questa competizione?
Non è giusto dirlo, anche se queste partite ci hanno dato qualcosa in più. Inconsciamente ci hanno dato uno stimolo, a qualche giocatore ma anche all’ambiente: credere in qualcosa in più. Noi in campionato dobbiamo migliorare: l’ho detto anche ieri in conferenza, dobbiamo trattare le partite con la stessa attenzione e con la stessa applicazione. Questo è il grande salto di qualità che dobbiamo fare. Perché in questo momento dobbiamo sì esaltarci ed è giusto gioire, ma io sono tranquillo, sono felicissimo ma già sto pensando al derby. Noi dobbiamo ritrovare questa stessa identità anche in campionato.

Credevate nella rimonta?
Io credevo in questa nottata e l’ho detto anche ieri non tanto per dirlo. Abbiamo lavorato a livello mentale, e con la squadra ho lavorato sotto tutti i punti di vista. Loro si sono caricati di questa responsabilità di non dire ‘come va va’: questa è una cosa che ribadisco perché è una cosa che io odio. ‘Non abbiamo niente da perdere’? No, avevamo tutto da perdere. Oggi abbiamo da gioire, perché abbiamo vinto. Però abbiamo preparato questa partita dal punto di vista tattico e mentale davvero in modo eccezionale, e solo così si poteva battere il Barcellona.

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