Di Francesco: “E’ mancata la determinazione nell’andare a vincere la partita. Dzeko mi ha chiesto di poter recuperare” – VIDEO

Eusebio Di Francesco, tecnico della Roma, ha parlato al termine della sconfitta con l’Udinese. Queste le sue parole:

DI FRANCESCO IN CONFERENZA STAMPA

La sua squadra ha bisogno degli allenamenti quotidiani perché dopo le soste si perde?
Questo può accadere anche se oggi sembrava una partita dominata prima del gol preso su una rimessa laterale. Potevamo fare gol da un momento all’altro e l’Udinese non aveva mai tirato in porta se non per un colpo di testa nel primo tempo. Si vedeva che la squadra stava facendo la partita che doveva fare ma siamo mancati nell’uno contro uno e in determinate giocate. Menomale che non ci sono più soste, mettiamola così.

Cosa non ha funzionato oggi?
Anche gli errori individuali. Il calcio è fatto di individui. Ci sono 11 elementi che se si commettono degli errori nella parte alta o bassa della squadra, se prendi gol da un fallo laterale a 40 metri dalla porta vuol dire che ci sono delle disattenzioni da parte dei difensori anche nelle coperture. Anche davanti nell’andare a chiudere determinate giocate. Se abbiamo avuto l’80% del possesso palla significa che puoi creare pericoli. Noi l’abbiamo creati ma la determinazione sotto porta ci è mancata. Faccio sempre gli stessi discorsi. L’Udinese è stata brava nell’interpretare la partita in fase difensiva e basta, perché loro volevano solo difendersi, e alla fine hanno avuto ragione loro nonostante io vedo un calcio differente. Cerco sempre di avere una squadra propositiva e questo non ha pagato.

L’atteggiamento dell’Udinese era combattivo quello della Roma no. Ogni volta le squadre piccole si chiudono e fanno punti, che cosa si può fare?
Io non la preparerei cosi ma alla fine ha ragione sempre chi fa risultato. Dico solo che allora ci mettiamo a palleggiare nella nostra metà campo e loro ci aspettano. Sapevo che avrebbero potuto fare questa partita ma fino al gol non mi sembra che l’Udinese abbia creato tanti pericoli. Ha ricreato in contropiede alcune situazioni dove noi abbiamo sbagliato qualche palla di troppo. Se una squadra non ha l’atteggiamento giusto magari non ce l’ha dall’inizio ma noi siamo arrivati ai 20 metri con facilità per tutto il primo tempo. Siamo mancati nell’andare a creare le situazioni reali. Sono cose troppo importanti. Loro erano determinati, hanno avuto un’occasione e ti hanno fatto gol. Al primo tempo però ne potevano prendere 2 e diventava un’altra partita perché loro si dovevano alzare. Il calcio è tutto il contrario di tutto. Bravi loro ma bisogna fare un discorso un po’ razionale perché ci si basa solo sul risultato e non su un insieme di cose. La colpa però è solo nostra. Dobbiamo fare gol perché noi siamo la Roma e dobbiamo essere bravi ad andare a vincere queste partite, anche faticando.

La lentezza del palleggio della Roma è più un demerito vostro o un merito dell’Udinese?
Noi riuscivamo sempre ad uscire velocemente da alcune pressioni che facevano e andare da un’altra parte con i terzini e gli esterni. Il palleggio non può diventare veloce se una squadra ti aspetta. Il palleggio deve diventare veloce quando riesci a creare una situazione di gioco, magari esterna, ed avere una superiorità numerica. Creare i 2 contro 1 o i 3 contro 1 fa la differenza. Il palleggio non potrà mai essere velocissimo quando giochi contro una squadra così. Ogni tanto dobbiamo osare un pochino di più e magari abbiamo fatto troppo poco rispetto a quello che potevamo fare.

Si parlerà a lungo del possibile rigore di Pellegrini?
Non mi interessa, perché mi interessa la prestazione e il fatto che noi siamo mancati in altre cose. Non mi voglio attaccare al rigore, è l’ultimo dei miei pensieri. Non lo so e non lo voglio manco vedere, non mi interessa. Dobbiamo dimostrare sul campo che siamo più forti e se non abbiamo vinto è solo colpa nostra. Il discorso del rigore diventa solo un alibi e non ne voglio proprio parlare.

C’è una specie di pressione Champions?
Certo, c’è. Quando ieri in conferenza ho parlato di partita più importante c’era un motivo. C’è la sensazione che quando tornano dalle nazionali li vedi mezza giornata per preparare la partita. Chi suggerisce fai giocare quello o quell’altro, qua facciamo la formazione con il fantacalcio. Io sono l’allenatore e gli altri fanno il fantacalcio. Io vedo in campo quello che succede. Io vedo che Dzeko mi dice che è stato. So che ha fatto due partite da 90 minuti, ha 33 anni e deve recuperare. Vedo che Schick è in un momento buono e vanno sfruttate certe cose. Oggi si dice che Dzeko non ha giocato ma questi sono discorsi che lasciano il tempo che trovano. Io conosco bene i miei giocatori, cerco di tutelarli ma se siamo la Roma dobbiamo essere competitivi con tutti. Devono crescere tutti e magari più velocemente perché dobbiamo fare risultati.

Il discorso Champions è sempre più difficile?
Ci sono sempre meno partite. Non possiamo essere contenti dei punti che abbiamo ma possiamo sempre riprendere qualcosa per strada. Dobbiamo ricominciare a lavorare in un certo modo ma non attraverso questa poca cattiveria e determinazione in certe prestazioni. Hai la sensazione di dominare la partita ma di rimanere fregato prima o poi. Non siamo ancora una grande squadra e dobbiamo crescere tanto in questo senso. Oggi sono molto rammaricato e arrabbiamo, abbiamo raggiunto un’identità ma poi vengono a mancare quelle caratteristiche fondamentali per giocare a calcio che l’Udinese oggi ha avuto molto più di noi.

La pausa nazionali fa perdere concentrazione ai giocatori?
Io ho cercato di alzarla. Ho ragionato come te ma l’unico modo che ho è cercare di alzare questo aspetto qui. Gli ho fatto vedere l’Udinese già da giovedì per fargli capire che squadra andavamo ad affrontare e che dovevamo prepararci in un certo modo. Uno le prova tutte poi spero di trovare la chiave giusta nelle prossime partite per stimolarli. Non mi interessa il sistemo di gioco, mi metterò anche io 8-2, non lo so. Le penso tutte ma la mia identità di gioco non sarei capace di cambiarla.

DI FRANCESCO A SKY

Globalmente è mancata la fame…
Secondo me la prestazione con l’80% palla nel primo tempo c’è stata, è mancata la determinazione nell’andare a vincere la partita. Non  so se si lega a una situazione caratteriale. Non possiamo permetterci di avere la partita in mano e prendere gol su un fallo laterale a 60 metri dalla porta. Ci sono state ingenuità che in precedenza non c’erano state. Abbiamo creato tante situazioni di pericolo che non abbiamo sfruttato al meglio per quelle che è stato il dominio della gara. Hai avuto l’opportunità di poterlo fare, ma siamo sempre qui a leccarci le ferite. Dal punto di vista del gioco la squadra stava esprimendo delle giocate importanti tranne negli ultimi 15-20 metri dove non andavamo a concretizzare la grande mole di gioco.

Perché manca questa finalizzazione?
Queste partite si determinano da episodi che fanno parte del calcio e non siamo mai bravi a portarli dalla nostra parte ma non è sfortuna, quanto credere in quello che si fa. Quando si va a giudicare si guarda il risultato ed è anche giusto, fa parte del nostro giochino, ma non posso dire che la squadra non abbia fatto la partita e non abbia messo l’Udinese alle corde, sono mancate alcune caratteristiche che fanno parte del calcio e di una squadra che vuole diventare grande, purtroppo siamo ancora indietro. La dimostrazione è questa. E’ inutile cercare alibi, dopo il gol abbiamo dato fiducia agli avversari, bisognava difendere con più cattiveria, rischiando in qualche ripartenza. Quei 55 minuti prima del gol loro la squadra deve far gol, una squadra che vuole diventare grande e maturare deve far gol. Avevi creato tanti presupposti. Dirti perché sono avvelenato? Mi aspettavo tre punti e che la squadra dominasse la partia, ma è la dimostrazione che nel calcio non sempre dominare la partita ti porta un risultato positivo.

Alla Roma manca il salto di qualità…
Condivido pienamente. Per diventare grandi, non abbiamo raggiunto ancora una crescita adeguata. Ci stiamo lavorando, ho visto cose interessanti nel modo di muoversi. Il particolare fa la differenza, su un fallo laterale abbiamo fatto 3-4 errori difensivi, non accompagnando la giocata e non andando col piede opposto a chiudere la giocara, sono cose che i miei difensori e i miei attaccanti devono saper fare con maggiore determinazione e cattiveria quando si attacca la porta. Mi fa rabbia perché la squadra ha dimostrato di esserci e ha mostrato di avere un’identità, ma in partite così poi porti a casa 0 punti e diventa dura.

Prima della Champions non riuscite a concentrarvi…
Per me no, la partita più importante era questa, ci credo e sono veramente arrabbiato. Dovevamo affrontarla con quel piglio e avere quella cattiveria e determinazione che doveva fare la differenza. Ho visto la partita del Real Madrid che ha preso 3 gol e non c’è stata partita, non la voglio paragonare alla nostra prestazione, perché la nostra prestazione può essere giudicata in maniera diversa ma abbiamo di nuovo perso. Questo fa pensare che dobbiamo lavorare in maniera differente, abbiamo provato ad alzare l’asticella ma non ci siamo riusciti.

DI FRANCESCO A ROMA TV

Lo svolgimento della partita se l’aspettava così?
Dovevamo far gol, questo non ha funzionato. Si doveva avere maggiore cattiveria e determinazione in tutti i presupposti creati, quella che hanno avuto loro nell’unica occasione concessa in maniera assurda. Questo fa parte del calcio, e gli episodi noi non li abbiamo portati dalla nostra parte. Ci sono state trame interessanti, poi negli ultimi 15-20 metri fa rabbia che con tutte le situazioni create non hai fatto gol. La colpa è solo nostra che non abbiamo vinto una partita che stavamo dominando.

Le condizioni di Pellegrini?
Ha avuto un problema muscolare, ha sentito un fastidio dietro e faranno delle valutazioni.

Ci sono state poche iniziative dei giocatori…
Abbiamo creato tanto anche perché loro volevano venirti a prendere, dovevi essere bravo tu a creare la situazione di superiorità numerica. Questo lo abbiamo fatto, a livello di giocata finale siamo mancati. Non ricordo grandi occasioni loro per 50 minuti, sono stati in difficoltà senza tirare in porta. Non condivido che abbiamo lavorato male a livello difensivo, il fatto che non siamo stati cattivi in zona gol o nel creare presupposti finali, quello sì. Abbiamo tirato a rallentatore, occasioni ce ne sono state. Dire che l’Udinese ha voluto fare questa partita…è determinata da una squadra che vuole fare la partita.

Come mai non è stato schierato Dzeko?
Lui mi ha chiesto di poter recuperare, veniva da due partite in nazionale. Io coi ragazzi parlo, ma fino all’altro ieri si doveva sfruttare il momento particolare di Schick, Edin veniva da impegni. Questo è un altro calcio, non è il calcio nostro (parla con Candela). I giocatori hanno bisogno di recuperare, poi sono d’accordo con te. I giocatori dovevano prendersi più responsabilità, devono farlo e questo fa la differenza. Poi alla prima occasioni prendi gol. Non sono capace a mettere una squadra in campo senza dare indicazioni, con due attaccanti come Dzeko e Schick insieme non abbiamo mai giocato quest’anno. Andare a cambiare tantissimo un’identità è osare un po’ troppo, gli allenatori devono ragionare, altrimenti facciamo fantacalcio, ho visto troppi fenomeni.

Perché ogni volta che si riprende a giocare non arrivano risultati? Preoccupato per il futuro?
Il fatto che io abbia alzato l’attenzione su questa gara l’ho fatto per questo motivo. Era già successo, e ci sono riuscito in maniera relativa. Dobbiamo osare, se no che mettiamo a fare gli attaccanti? Metto tutti dietro se no. Non fa parte del mio calcio, le partite le facciamo per vincerle. Questo va oltre tutti i discorsi, io sono preoccupato ma ho voglia di spostare questi equilibri.

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