Di Francesco: “Abbiamo concesso poco alla Lazio, tranne per il rigore. Nainggolan è un supereroe” – VIDEO

Eusebio Di Francesco, allenatore della Roma, al termine del derby vinto 2-1 contro la Lazio ha rilasciato alcune dichiarazioni. Queste le sue parole:

DI FRANCESCO IN CONFERENZA STAMPA

Al di là delle cose positive, cosa non le è piaciuto e cosa manca per affermarsi definitivamente come squadra da Scudetto?
Io guardo sia le cose positive che negative anche dopo una vittoria del genere, dove la squadra ha fatto veramente bene. Siamo stati un po’ ingenui sul calcio di rigore dove la linea difensiva era anche piazzata benissimo, purtroppo è successo e ha riaperto un po’ la gara. Mi è piaciuto molto l’approccio, anche nel primo tempo, con la voglia di andare a prendere la Lazio nonostante potessimo rischiare qualcosa sulle loro ripartenze, che è l’arma migliore della Lazio, ma la linea difensiva – e tutti i giocatori – hanno veramente lavorato bene in fase di non possesso andando anche a prenderli alti. Dove possiamo migliorare? Andando a cercare un po’ più di verticalità, che è quello che è accaduto un po’ meno nel primo tempo dove volevo che la squadra osasse di più in determinate giocate. Quando una squadra come la Lazio si chiude è ovvio che poi si può andare solo per linee esterne e non sempre riesci a essere incisivo. Però abbiamo fatto veramente delle grandi pressioni, specialmente nel secondo tempo dove li abbiamo messi in grande difficoltà.

Queste due squadre potranno confermarsi ai vertici assoluti del campionato fino a fine stagione?
Della Lazio devo dire che è una squadra difficilissima da affrontare, perché ha la capacità di sapersi difendere con tanti uomini e ha grande gamba nel ripartire e come primo pensiero ha quello di andare dall’altra parte. Devo dire che noi stasera abbiamo lavorato veramente bene, concedendo poco o niente. Loro hanno preso il rigore su una palla laterale e nelle varie situazioni abbiamo sofferto pochissimo le loro ripartenze. E’ una squadra che ha messo in grande difficoltà chiunque, è una squadra che veniva da 10 partite vinte consecutivamente, e infatti non è un caso che sia lì. Per me può dare fastidio a tante altre squadre.

Sull’applauso per Gabriele Sandri?
Io credo che il calcio debba essere sport e civiltà. Grande rispetto da parte di tutti specialmente per chi non c’è più e sono contentissimo di questo. Poi ovvio che il campo ha detto quello che avrei voluto e sono contento di questo.

Ormai non potete più nascondervi sullo Scudetto. Forse il rimpianto maggiore è quello di non poter usufruire degli acquisti estivi che dovevano fare la differenza?
Sul nascondersi o il non nascondersi, fino a ieri eravamo considerati il nulla, o perlomeno eravamo inadeguati. Ma questo non significa niente: io credo molto nel lavoro, e credo che più che far entrare una determinata mentalità nella vostra testa (riferendosi ai giornalisti presenti in sala, ndr), è importante farla entrare nel mio spogliatoio. Questo c’è al momento, poi per parlare di altro c’è tanto da aspettare e tanto da lavorare. Sugli acquisti: è un peccato non poter scegliere, questo è un vero peccato. Però abbiamo ritrovato anche alcuni giocatori che c’erano l’anno scorso, e parlo di uno in particolare, Gerson: ogni volta che è stato chiamato in causa – anche stasera – è entrato con la mentalità giusta. La differenza questi ragazzi la stanno facendo per come si allenano, e vi assicuro che da allenatore è più difficile allenare chi non gioca, non chi gioca. Ma loro stanno capendo che con me l’opportunità ce l’hanno, come ci sarà adesso a Madrid con il turnover, contiuerò su questa linea per cercare di tenere la squadra attenta a tutto e nessuno si deve sedere, perché appena si siede sta seduto lui, per un po’ di tempo.

DI FRANCESCO A MEDIASET

Questa partita ha un doppio valore?
Sì, è una grande soddisfazione per noi come la squadra ha affrontato la gara. Concedendo poco alla Lazio, tranne che per il rigore. Ma fino a quel momento c’è stato un grande dominio della Roma nel gioco e nelle aggressioni, è questo che ci ha fatto vincere la partita.

Avete una grande condizione fisica…
Per giocare in un determinato modo devi avere questa condizione fisica. Non puoi stare dall’altra parte e poi cercare di rimediare alle ripartenze veloci della Lazio. Nel primo tempo abbiamo concesso poco, quasi niente, a loro nelle ripartenze, meno incisivi davanti. Nel secondo tempo abbiamo cambiato passo, specialmente nei primi venti minuti ed abbiamo messo la Lazio nella loro metà campo. Dal mio punto di vista abbiamo meritato il risultato.

Che ti ha convinto di più e di meno?
Quando abbiamo alzato le pressioni, cercando di andare a scalare uomo contro uomo, se vuoi essere aggressivo un po’ devi rischiare ed osare. Questo mi è piaciuto, sapendo che avevamo davanti una squadra che ha nella verticalità la sua arma migliore. Abbiamo lavorato bene con la linea difensiva. Siamo stati poco cinici nell’ultimo passaggio e la palla finale, in particolar modo nel primo tempo abbiamo cercato poco la verticalità.

E’ più bello vincerlo da giocatore o da allenatore?
Devo dire che giocare la partita è un entusiasmo differente. Da allenatore oggi per me è motivo di grande orgoglio, mi tengo quella da allenatore.

Lo dedichiamo a Totti questo derby?
Ho parlato con lui prima della partita dicendogli: “Pensa te, oggi è il tuo primo derby senza poter scendere in campo e da dirigente“. Lo vivrà in maniera differente. Aveva una serenità addosso impressionante, gli ho detto “Festeggeremo successivamente“. Francesco affronta alla grande queste situazioni, riesce spesso a sdrammatizzare con le sue battute.

Occupate molto l’area di rigore avversaria, è un aspetto importante…
Quando arrivi manovrando riesci a portare più giocatori nell’area avversario. Io però ogni tanto vorrei delle giocate più nette e secche, anche con un giocatore in meno, ma deve essere una giocata più incisiva e importante. Noi siamo bravi ad occupare l’area. Il giocatore più bravo che abbiamo è Dzeko, gli altri un po’ meno e dobbiamo migliorare.

Siete a due punti dal Napoli, è una Roma da scudetto?
E’ una Roma che deve lavorare ancora tanto, ma è in grande crescita. Non vogliamo parlare di scudetto perché all’inizio nessuno ci ha messo nella corsa. A me va benissimo, continuo ad essere contento di questo. Vedo una squadra in crescita, in condizione, con il pensiero alla prossima partita di Champions, per noi molto importante. Cerchiamo di rimanere il più possibile al carro delle prime squadre. Sono convinto che lo faremo con questa mentalità e con questa determinazione.

Un aggettivo per Nainggolan?
Nainggolan lo chiamano il Ninja. Aveva uno stiramento otto giorni fa, per far capire la grande capacità di recupero e di sopportazione del dolore. Più che Ninja lo chiamerei supereroe.

Come sta Florenzi?
Era solo un po’ appesantito, ha giocato una partita importante in Nazionale, in settimana ha cercato di recuperare. Si è un po’ affaticato, ci sta, sia per le pressioni  ha dato tanto anche oggi.

DI FRANCESCO A SKY

Interpretazione eccellente del derby…
Sì, lo avevo detto anche nel pregara che loro hanno grande qualità nelle ripartenze. Non volevo cambiare la nostra mentalità di essere aggressivi e concedere un po’ di spazio ma questo ci ha permesso di dominare gran parte della gara.

La lesione di Nainggolan?
E’ un vero Ninja, un ragazzo di ferro con grandi qualità come calciatore.

Pressing impeccabile degli attaccanti…
C’è una grande pressione, ma anche il movimento di attaccanti e del terzino sono le qualità maggiori della squadra. L’abbiamo fatta simile a Firenze, l’avevamo preparata, potevamo farla meglio nel primo tempo. Siamo sempre alti per mettere in difficoltà in pressione. Questo poteva toglierci qualcosa con le loro capacità e invece ci ha dato tanto.

La squadra recepisce quello che gli dici con convinzione totale…
Questo l’ho detto in precedenza, specialmente a Roma è difficile entrare nello spogliatoio. Ci alleniamo e giochiamo in una certa maniera. Bisogna dare continuità e non fermarci.

Com’è vincere il derby da giocatore? Scudetto?
Grande soddisfazione, me lo tengo stretto perché è il mio primo da allenatore. Da allenatore si soffre più che da calciatore. Speriamo di rimanere in alto per tanto tempo. Io credo nel lavoro, la cosa importante l’ho detta prima: entrare nella testa dei calciatori.

DI FRANCESCO A ROMA TV

Bella partita, una bella soddisfazione…
Sono molto contento per come abbiamo approcciato non avendo paura della Lazio, nonostante sapevamo ci avrebbe potuto creare problemi  nelle ripartenze. La squadra ha sempre avuto un atteggiamento spensierato, alto, di mentalità. Una linea difensiva che ha lavorato bene su diverse situazioni. Paradossalmente anche sul rigore preso eravamo messi benissimo come diagonale, però peccato per il rigore che ha riaperto la partita, è un peccato che abbiamo rischiato.

La squadra però non si è disunita…
Potevamo creare qualche occasione in più ma ci sta perché avevamo speso tanto. La squadra aveva pressato per 70 minuti benissimo anche sul 2-0 e aveva creato situazioni per poter fare il terzo. Sempre qualche errore di troppo nell’ultimo passaggio però contentissimo della mentalità che ha acquisito questa squadra.

Due facce della Roma. Il primo tempo della Roma ti ha soddisfatto?
Secondo me anche nel primo tempo abbiamo lavorato benissimo, magari è  mancata un po’ di pressione e un po’ di convinzione nelle pressioni davanti, ma allo stesso tempo abbiamo sbagliato qualche tempo di attacco. E’ mancata anche un po’ di verticalità. Nel secondo tempo invece abbiamo alzato il ritmo, li abbiamo messi alle corde dal primo minuto. E’ quello che ho chiesto, nel secondo tempo non dovevamo aver paura di andare lì davanti, per pressare uno contro uno è normale dovevamo rischiare. Vedevo che la squadra era viva. Dietro lavoravamo bene, eravamo determinati e questo ha portato i suoi frutti.

Tre punti e grande prestazione, questa squadra è consapevole dei propri mezzi. Quanto durerà questa euforia?
Si vede che conosci Roma, io dico sempre che bisogna continuare a lavorare con grande umiltà però consapevoli di quello che stiamo facendo e di quello che stiamo costruendo. Dobbiamo mettere da parte la presunzione specialmente dentro le mura nostre, di Trigoria, d evitare l’eccessiva euforia. Stasera però godiamocela.

C’è sempre un miglioramento…
Normale che quando si vincono le partite non si può pensare di essere perfetti per 90 minuti. Alcuni aspetti negativi ci possono essere. Questa squadra ha bisogno di consapevolezza, specialmente in questo ambiente, che non deve sfociare in presunzione.Questo è un ambiente che ti esalta con grande facilità ma nello stesso tempo ti butta anche giù. Io, come sto guadagnando punti all’interno della mia squadra con quello che propongo, so che devo lavorare ancora molto per continuare a migliorare certi meccanismi.

Onore comunque alla Lazio…
La Lazio è una squadra che veramente poteva crearci in difficoltà per come vogliamo giocare noi stando nella metà campo avversaria. Ha la qualità di attaccarti nella ripartenza, con le mezz’ali, con gli esterni, con Immobile che non per niente ha fatto 15 gol in campionato  e 6-7 assist.  E’ una squadra che è andata a vincere con grandissime ripartenze a Torino con la Juve, dove nessuno ha vinto. Abbiamo affrontato una signora squadra e ritengo che darà fastidio a tante altre.

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