Il Tempo – Pallotta-Lotito, il derby infinito

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È un derby infinito. Dal «selfie» al calcioscommesse il passo è stato fin troppo breve, Roma e Lazio continuano a stuzzicarsi tra ironia e scarsa diplomazia, contribuendo ad alimentare quel clima di tensione che troppo spesso si traduce in violenza. L’asse polemico Lotito-Baldissoni-Pallotta è iniziato a suon di battute e rischia di finire in tribunale. «Scommetto la presidenza che la Roma non vincerà lo scudetto. La Juve è più forte», era stata la prima provocazione del patron biancoceleste, accompagnata dalla stoccatina al capitano giallorosso per l’autoscatto «fuori luogo» sotto la Sud. «È un peccato come Lotito commenti Totti. È stato un gran momento, ma avrei quasi preferito un suo selfie con la sua faccia al 2-2», la risposta piccante di Pallotta in un tweet pubblicato ieri mattina sul profilo ufficiale della società.

A metterci il pepe è stato il dg Baldissoni, che qualche ora più tardi ha affondato il colpo a margine di un convegno sulla giustizia sportiva: «Detto che sono quelli della Lazio gli esperti di scommesse, mentre noi non ce ne intendiamo, se Lotito scommette la presidenza c’è il rischio che anche i tifosi biancocelesti tifino per noi».

Una caduta di stile. A Trigoria la giustificano sostenendo che si tratta di un accenno alla storia, al Totonero del 1980 e al Totonero-bis del 1986, con annesse retrocessioni. A Formello hanno subito pensato allo scandalo del 2012, da cui la Lazio è uscita invece pulita, visto che è stata solo multata per omessa denuncia e a pagare è stato Mauri sempre per omessa denuncia. Il club di Lotito sta decidendo se querelare la Roma o lasciar correre: i margini per un’azione legale ci sarebbero secondo la parte biancoceleste. I giallorossi si sentono tranquilli, a farli arrabbiare sono state piuttosto le dichiarazioni del vicepresidente federale sullo scudetto.

 

In città si sono risvegliati i complottisti dopo l’uscita di Lotito: i vertici del calcio già sarebbero al corrente del trionfo della Juventus perché è tutto scritto. Il teatrino tra le due sponde capitoline è stato alimentato dalla risposta del presidente della Lazio, che ha introdotto un nuovo elemento di discussione: «Non voglio fare polemiche – è la promessa non mantenuta –, ma vorrei dire a Baldissoni di non perdere tempo dietro a queste cose e di dedicarsi invece a tenere in ordine i conti della sua società. Se vuole può venire a Formello, così gli facciamo vedere le scommesse vinte ai fini del risanamento e dell’efficienza della Lazio». Stavolta è Pallotta, lui che ci mette i soldi, a rispondere con una nota spedita dall’America: «Lotito continua a rilasciare dichiarazioni sciocche e che denotano ignoranza intorno agli aspetti economici del nostro club. La prossima volta che verrò a Roma (sicuramente sarà nella capitale per la sfida con la Juventus a marzo, ma potrebbe riaffacciarsi anche prima) sarà mia cura cercare di renderlo edotto in merito alla nostra solidità e redditività finanziaria. Lo farò come se parlassi a un bambino, ovvero parlando lentamente e scandendo bene tutte le sillabe. Se non dovesse capirlo neanche questa volta, beh, allora rinuncerò».

 

Qualcuno gli ha suggerito di esprimersi in latino. Battute a parte, Pallotta non ha gradito le insinuazioni del presidente biancoceleste soprattutto perché la Roma è quotata in borsa. Nessuno sembra voler «abbozzare», Lotito ha ricordato a «Jim» che «nel solo 2014 ha perso oltre 38 milioni e presentato un patrimonio netto negativo consolidato di oltre 81 milioni. Gli auguriamo che a partire dal primo luglio 2015 sia in grado di rispettare le norme del fair play italiano, norme che la Lazio rispetta da oltre 10 anni». La speranza è che finisca qui il post-derby dei veleni, francamente non se ne può davvero più.

Il Tempo – E. Menghi

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