De Rossi surclassa De Zerbi: “Siamo stati quasi perfetti”

La Repubblica (M. Juric) – Un dominio totale. La Roma blinda la qualificazione ai quarti di finale di Europa League grazie al 4-0 rifilato al Brighton di  De Zerbi. Appuntamento in Inghilterra la prossima settimana per certificare una qualificazione già chiusa all’Olimpico.
Si scrive Dybala, Lukaku, Mancini e Cristante. Si legge come la partita perfetta. L’allievo batte il maestro. Con la conoscenza totale dei suoi difetti. Ma con l’umiltà di chi non vuole incensarsi troppo, nonostante la lectio magistralis messa in campo contro il suo amico De Zerbi: “Non ho fatto niente di che. Si è solo incanalato tutto nel migliore dei modi e sono felicissimo. Loro sono giocatori forti, stanno vincendo e segnando, abbiamo giocatori che altre squadre si sognano. Non c’è niente di speciale in quello che faccio, alleno solo la condizione fisica, che è fondamentale in questo calcio. Li tratto da esseri umani e loro rispondono in campo con queste prestazioni”.

Ma la qualità dei campioni della Roma ha fatto la differenza: “Il risultato è troppo ampio, il nostro portiere è stato bravo. Siamo stati quasi perfetti, fantastici nell’aggressività e nello sforzo fisico. Dybala e Lukaku hanno lavorato come animali senza palla. Senza questo atteggiamento rischi di prendere imbarcate”.
Quella presa dal Brighton che non lascia troppi margini per sognare il ribaltone in Inghilterra. De Rossi però predica calma alla continua ricerca della perfezione: “Sono contento, non minimizzo la mia felicità. Ho visto tante cose che mi sono piaciute, ma possiamo migliorare su tante altre. Nel secondo tempo dovevamo risalire un po’ meglio, ma sono felice della prestazione e dell’attenzione. Ieri ho rotto loro un po’ le scatole perché la preparazione della partita é stata più lunga rispetto al solito, perché De Zerbi è un allenatore diverso rispetto agli altri. Io lo amo, anche se c’è chi non lo ama. Per preparare partite contro di lui ci metti il doppio del tempo”.
E in campo questo studio si è visto tutto.
Il primo gol nasce da un’imbucata perfetta di Paredes per Dybala che coglie impreparata la difesa altissima del Brighton. Discorso simile per il secondo gol, con l’errore decisivo di Dunk, ma la caparbietà di Luakaku nel crederci. E poi le scalate difensive della coppia Mancini e Ndicka, oltre a Celik sulla fascia destra bravo a limitare (quando possibile) Adingra.

Ma secondo De Rossi è stata la fascia mancina la chiave di tutto: “Avevo detto che la partita l’avremmo potuta vincere sulla nostra sinistra. C’è un divario fisico importante tra Spinazzola e Buonanotte o lo stesso Enciso. La condizione di Spina ultimamente mi faceva pensare a questo. Anche la ricerca della profondità era impor tante perché loro giocano uomo contro uomo”.
Uno spartito perfetto costruito in meno di due mesi da un allenatore esordiente. Il merito di tutto questo De Rossi se lo prende senza nascondersi. Ma guai a parlare di futuro o di rinnovo pronto: “Questi discorsi non c’entrano niente. È l’ultimo dei miei pensieri. Sono contentissi- mo, faccio il lavoro che mi piace in un posto che mi piace”. Pragmatismo e realtà. Senza voli pindarici, che in una piazza come Roma sono sempre pericolosi: “Domenica giochiamo contro un’altra squadra con un altro allenatore speciale (Fiorentina di Italiano, ndr). Poi tra una settimana andiamo in Inghilterra ma se pensiamo di aver vinto è un problema».

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