DDR ha perso una stagione!

Corriere dello Sport (R.Maida)Ha perso un anno, un campionato intero. Creando problemi alla Roma e alla Nazionale, certo, perché il calcio è un gioco di squadra, ma a conti fatti danneggiando soprattutto se stesso. Il lato oscuro della luna a Daniele De Rossi è costato già 35 giornate di squalifica in carriera, considerando soltanto le sospensioni dovute alle espulsioni o ai gesti scoperti attraverso la prova televisiva. E non è finita perché oggi il giudice sportivo lo punirà con almeno altre due partite di stop, il minimo della pena per lo schiaffo rifilato a Lapadula nel secondo tempo di Genoa-Roma. De Rossi può sperare che il suo gesto venga recepito dal giudice sportivo Mastrandrea come «condotta gravemente antisportiva» e non come gioco violento, sulla scia di quanto accaduto all’amico Bonucci dopo Milan-Genoa. Ma non è detto che avvenga.

IL QUADRO – Non dovrebbero esserci sanzioni pecuniarie, nonostante l’aggravante del capitano, proprio in base al precedente Bonucci. Nella previsione più ottimistica De Rossi salterebbe solo le partite contro Spal e Chievo, rientrando contro il Cagliari (o con la Sampdoria, se ci sarà il recupero il 13 dicembre) per poi essere comunque arruolato contro la Juventus a Torino. Eventuali giornate supplementari potrebbero essere inflitte se nel referto dell’arbitro Giacomelli fossero riportate ingiurie o altri comportamenti scomposti. Ma alla Roma questo non risulta. E l’avvocato del club Antonio Conte (sì, omonimo dell’allenatore) non verrebbe interpellato per studiare un ricorso se la squalifica a Trigoria fosse giudicata congrua all’episodio.

COSTANTE – Tornando al curriculum di De Rossi, oltre alle 15 espulsioni (12 delle quali per rosso diretto) vanno registrate le due sospensioni decise attraverso la prova tv. Quando ancora non esisteva il Var, che è stato decisivo per il provedimento di Genova, De Rossi venne pizzicato in Champions League a colpire a palla lontana il terzino croato Srna (Shakthar Donetsk) che lo provocava. Era il 2011 e l’Uefa, sempre molto severa sotto il profilo disciplinare, lo squalificò per 3 giornate europee: a causa della lunga assenza dalle competizioni internazionali della Roma, si portò dietro la sospensione addirittura fino alla prima giornata della Champions League 2014/15, contro il Cska Mosca. Con tre partite di stop pagò anche il pugno a Icardi in un Roma-Inter sfuggito agli ufficiali di gara. Ma la squalifica più lunga della sua carriera rimane quella del Mondiale 2006: 4 giornate per la gomitata allo statunitense McBride.

INIZIO – La prima in ordine cronologico invece risale al 2004: 3 giornate per un calcione rifilato a un avversario (Krzynowek) a sconfitta già accertata (si era sull’1-3) al minuto 87 di un Bayer Leverkusen-Roma. Anche in quel caso si trattava di una partita di Champions. Ed è curioso che proprio a Leverkusen De Rossi sia tornato 11 anni dopo segnando una doppietta. Le altre macchie vistose della sua carriera sono la gomitata a Bentivoglio in un Bari-Roma e il pugno al laziale Mauri nel primo derby dello Zeman-bis. Anche in questi due casi, arrivarono 3 giornate di stop. Più lunga infine fu la sospensione decisa da Antonio Conte (qui parliamo dell’allenatore) dopo il fallo di reazione di Italia-Bulgaria: alle due giornate di squalifica dell’Uefa, il ct aggiunse due sessioni azzurre in cui non lo convocò. Per un infortunio prima, per scelta poi.

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