Da Manfredini a Totti a Mkhitaryan: il vizio della tripletta che esalta i tifosi

La Repubblica (E. Sisti) – L’ultima tripletta, Francesco Totti non l’ha realizzata per la Roma bensì alla Roma il 15 ottobre 2019. Partita di calciotto. Altri valori, certo, ma questo conferma un dato inoppugnabile: che anche a 43 anni la porta ti rimane in testa, la vedi anche se non vuoi, ci pensi di giorno, te la sogni la notte e quando vai in campo, anche se è soltanto per divertimento, la trovi. È un talento con cui si nasce. Nessuno può dirti veramente come fare, cosa, quando. La tripletta di Capitan Miki al Genoa, travestito da “falso nueve” proprio nello stadio in cui Spalletti fece debuttare Totti in quel ruolo, spalancandogli le porte di una fase straordinaria della sua carriera, ha riaperto il vecchio libro giallorosso di questa marcatura multipla: una tripletta non è così rara, anche se non è frequente. Alcuni sembravano specializzati per la dimensione. Pedro Manfredini venne ribattezzato “ManTredini” dagli entusiasti tifosi a cavallo fra anni ’50 e ’60. Il 22 settembre 1963, all’Olimpico, in un Roma-Sampdoria che si concluse con un cappotto 6-1, Piedone siglò la sua nona tripletta in giallorosso. Totti ne ha messe a verbale quattro, in un’epoca diversa, quando segnare era più complicato. E i denti dei difensori più acuminati. La prima arrivò contro il Brescia nel 2002, le altre nel 2009-2010: al Gent, al Kosice e al Bari. Da triplettaro cocciuto e impenitente sbarcò a Roma Vincenzo Montella: cinque triplette, come cinque ne regalò Abel Balbo e cinque ne stamparono gli almanacchi Volk e Guaita.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti