Corriere dello Sport (J. Aliprandi) – Non si può dire che Bryan Cristante abbia trascurato il lavoro o la famiglia. Nel 2023, infatti, non solo è stato il giocatore più impiegato della Serie A, ma è stato anche un giocatore della Nazionale e un papà a tempo pieno di Aurora e Victoria. Il tutto in attesa di Liam, che arriverà tra un paio di mesi a completare la famiglia. Mesi in cui, senza dubbio, Cristante continuerà ad essere un punto fermo della Roma: centrocampista o difensore, per Mourinho è praticamente sempre il primo della lista. E stupisce che le cose non siano mai cambiate dal 2018, cioè da quando ha varcato per la prima voglia i cancelli di Trigoria.

Un giocatore, e un uomo, apprezzato da tutti all’interno dello spogliatoio. Da chi lo ha conosciuto e che adesso non è più alla Roma e chi invece proprio ora lo sta allenando. Dopo la gara contro il Servette, con il suo errore da difensore centrale (quindi da fuori ruolo), Mourinho lo ha protetto senza pensarci un attimo: “Purtroppo abbiamo solo un Cristante. Ce ne fossero tre o quattro giocherebbero tutti. Ce n’è solo uno però ed è un grande esempio per gli altri, gioca con una concentrazione altissima senza alcun tipo di superficialità”.

Parole che fanno eco a quelle pronunciate nel 2019 da Daniele De Rossi nella sua conferenza d’addio: “Cè un Bryan Cristante che arriva da Bergamo. Io ne voglio altri cento di giocatori così perché anche se non è nato a Roma ci mette l’anima, da romanista. Non è solo una questione di essere nati nella Capitale”. Se un giocatore viene incensato sia da De Rossi che da Mourinho, il motivo non può mai essere banale. Per questo con il passare degli anni e degli elogi i tifosi hanno cominciato a prendere Cristante come un vero e proprio punto di riferimento. Per il suo carisma, il suo sacrificio in campo e per il suo senso di appartenenza e legame alla maglia.