Contucci: “Roma è stato un esperimento sociale; se fosse riuscito l’avrebbero esportato in tutta Italia ma non è andata bene. La società si sta muovendo ora ma in passato è mancata comunicazione”

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Lorenzo Contucci, avvocato e tifoso della Roma, è stato intervistato da ReteSport e ha parlato della situazione dei tifosi giallorossi. Queste le sue parole:

L’atteggiamento delle istituzioni è vessatorio nei confronti dei tifosi della Roma?
“Se c’è una legge va rispettata ma lo spirito della norma è volto a evitare che l’ordine pubblico venga messo in discussione. Poiché si sapeva da 10 giorni di questo raduno, le autorità erano a conoscenza della problematica e hanno potuto gestire la situazione senza problemi. Tra l’altro a quell’ora a Testaccio non circolava una macchina e non c’è stato alcun problema in tal senso”.

La Roma avrebbe dovuto comunicare qualcosa sulla questione?
“Le sanzioni sono state annunciate ma non notificate quindi gli annunci vanno presi con le molle. Se verranno notificate la Roma potrebbe dire la sua. Dal punto di vista del puro diritto la sanzione esiste e per una società quotata in borsa prendere posizione è complicato. Qui parliamo di un accanimento che contrasta il buon senso, non di un abuso di potere”.

Quanti precedenti ci sono in questo senso?
“In una manifestazione non autorizzata vanno puniti i promotori, non i partecipanti perché potrebbero non sapere della mancata autorizzazione. Un precedente potrebbe essere quello di Via Allegri, in cui un centinaio di persone si radunarono per protestare contro i torti arbitrali. Il reato in questione è stato convertito in sanzione amministrativa ed ecco perché è così economicamente pesante”.

Che differenza c’è tra i 4 denunciati per corteo non autorizzato e i 7 multati per aver ostacolato il traffico?
“Ci sono delle distinzioni che vanno analizzate con le carte in mano, quindi successivamente”.

Le risulta che siano state comminate multe simili in manifestazioni non autorizzate a Roma?
“Qualche volta è successo ma in situazioni di antagonismo politico. Di solito si riferiscono a contrasti politici che creano problemi di ordine pubblico. In questo caso si sapeva che ci sarebbe stato il raduno. Lo spirito della norma è volto ad evitare che l’ordine pubblico sia messo in pericolo ma tutti sapevano e questo non è successo”.

Sull’atteggiamento passivo della Roma…
“La Roma si sta muovendo ora ma in passato la comunicazione è mancata su molti aspetti e capisco la rabbia dei tifosi”.

Cosa deve pensare un romanista che si presenta dal giudice dopo che gli olandesi hanno devastato piazza di Spagna?
“Molto spesso i giudici hanno scarso interesse rispetto ad argomenti simili. Il problema è di natura politica: ovvero la contrapposizione tra istituzioni e tifosi che protestano”.

Quello che sta accadendo accade solo a Roma. L’ha mai detto a un giudice?
“Non l’ho detto d un giudice perché ad oggi non vi sono stati casi penali sul tema. Roma è stato un esperimento sociale; se fosse riuscito l’avrebbero esportato in tutta Italia ma non è andata bene”.

Avrebbero concesso l’autorizzazione per il corteo?
“Non credo. Queste sono norme concepite in un’epoca senza social. Vanno aggiornate con i tempi. Può essere promotore ognuno di noi tramite un computer, in cinque minuti. Dovrebbe pensarci il parlamento”.

Ne avete parlato in occasione dell’incontro in Senato…
“C’erano temi principali che non ci hanno permesso di trattarlo. Per farlo servirebbe molto più tempo di quello a noi concesso”.

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