Conti in tasca alla nostra Serie A, la malata d’Europa

Il Fatto Quotidiano – L’As Roma esce dalla Borsa con le azioni che valgono 0,45 euro, meno di un decimo del prezzo (5,5 euro) al quale furono vendute più di 22 anni fa, quando ci fu la quotazione. In realtà il calo è molto maggiore perché ci sono stati aumenti di capitale a prezzi più bassi e pertanto, per un confronto omogeneo, il prezzo di partenza dei titoli, nell’Ipo del maggio 2000, andrebbe corretto al rialzo.

La Juventus chiude il bilancio al 30 giugno 2022 con una perdita stimata di -251 milioni. Non sono finiti i travagli del Milan, malgrado l’arrivo del nuovo proprietario Gerry Cardinale. La proprietà cinese dell’Inter cerca un nuovo socio con la banca d’affari Goldman Sachs, nella quale molti anni fa ha “servito” anche Mario Draghi.

Nelle sole due stagioni 2019-2020 e 2020-2021, secondo i dati evidenziati da Football Benchmark, la Roma ha accumulato perdite nette per -389 milioni (la seconda peggiore in Europa), l’Inter -348 milioni, la Juventus -300 milioni, il Milan -291 milioni. Il Napoli ha perso -78 milioni, la Lazio -40 milioni.

La Roma ha chiuso il 9 settembre l’avventura in Borsa cominciata con l’Ipo del 16 e 17 maggio 2000, quando Franco Sensi vendette 13 milioni di azioni a 5,5 euro l’una. L’anno successivo la Magica vinse il terzo scudetto. Da oggi le quotazioni sono sospese, dal 14 settembre scatterà la revoca.

Il pacchetto a oggi non posseduto da Thomas Friedkin, 24,36 milioni di azioni pari al 3,87% del capitale, verrà ricomprato con una spesa di 10,96 milioni. I soldi sono già a disposizione dei soci in un conto presso Unicredit, un nome che ricorre nella storia giallorossa.

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