Conte ha fretta di prendersi l’Euro e pungola Balotelli: «Non è pronto»

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Il Corriere della Sera – Il laboratorio di Antonio Conte è sempre aperto. Il c.t. è ad un passo dal primo traguardo, la qualificazione all’Europeo che vale anche un bonus da 500mila euro secondo il suo articolato contratto con Federcalcio e Puma. Ma i soldi non c’entrano. Il tecnico ha fretta di chiudere il discorso per concentrarsi sulla cosiddetta fase due: ha già scelto il ritiro a Montpellier e organizzato il calendario delle amichevoli a cominciare da novembre quando dovremmo incrociare il Belgio, forse a Doha, e la Romania, magari a Bologna. L’idea è sfruttare il prodotto interno, lasciando al suo erede le beghe relative agli stranieri che monopolizzano il campionato.

«Con Antonio negli ultimi due weekend abbiamo visto 6 partite e contato appena 10 italiani», l’allarme del team manager Oriali. Ma il c.t. va oltre «il solito ritornello che ci portiamo dietro da tempo e che è iniziato già con Prandelli. Gli stranieri non devono essere un alibi. Spero che in futuro si faccia qualcosa, ma a me il discorso interessa poco. Lavoro su un gruppo di 40 giocatori che sono sotto stretta osservazione e a cui se ne potrebbe aggiungere qualcun altro. Stiamo plasmando una squadra che cresce provando a esaltare le caratteristiche dei giocatori». Per questo ha abbandonato il 3- 5-2. Ora ragiona sul 4-3-3 «ma ho gli uomini per il 4-4-2». L’obiettivo è sfruttare le caratteristiche di un gruppo in cui abbondano gli esterni di attacco. Insigne, anima del Napoli, è solo l’ultimo esempio. Ma anche Candreva, El Shaarawy, il jolly Florenzi, persino Eder che è punta e ala allo stesso tempo. Berardi ha già dato una piccola delusione al c.t.: alla prima convocazione si è presentato lievemente infortunato e invece di stringere i denti ha preferito tornare a casa. «Sente molto dolore e si è spaventato».

Uno sforzo sarebbe stato apprezzato (e siccome anche Santon è acciaccato è stato convocato d’urgenza il milanista Antonelli). Il problema è il gol. Mai così pochi dal 1998. Conte si affida a Pellè, in attesa di Rossi «che sa benissimo quanta voglia abbiamo di riabbracciarlo». Ma è presto, così come per Balotelli, fuori non per l’infortunio: «Non lo avrei chiamato a prescindere. Non bastano due partite e un gol su punizione per meritare la Nazionale. Mihajlovic mi ha detto che sta lavorando bene, però gli chiedo continuità negli atteggiamenti, nelle prestazioni e nella disponibilità verso l’azzurro». L’Europeo entra nel vivo. Prima però il viaggio in Azerbaigian «che ha l’aria di essere una trappola», avverte Conte, deciso a chiudere la qualificazione: «Abbiamo due match-ball, ma vogliamo sfruttare il primo per evitare di giocarci tutto negli ultimi 90’ con la Norvegia».

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