Ciak, regie da Champions. Diawara contro De Rossi

La Gazzetta dello Sport (M.Cecchini – M.Malfitano) – Il piano estivo era chiaro: Daniele De Rossi alla guida del centrocampo e dietro di lui, per crescere con calma, Amadou Diawara. Il d.s. Sabatini, infatti, l’accordo col Bologna l’aveva in tasca da tempo. Il problema è che mancava quella quindicina di milioni (tutto compreso) che i rossoblù chiedevano da tempo. «Aspettateci», ripeteva la Roma, contando di piazzare magari Paredes a cifre da gran plusvalenza. Il Bologna lo ha fatto per un po’, finché il Napoli si è fatto sotto davvero e così – conclusa la malinconica storia del certificato inviato per non partecipare al ritiro con Donadoni – il guineano è diventato un calciatore azzurro. Morale: chioccia (De Rossi: 33 anni) ed ex pulcino (Diawara: 19 anni) oggi dovranno beccarsi per cercare la strada Champions.

VERSO IL RINNOVO – Una strada che significa principalmente soldi, una parte dei quali il club giallorosso lo reinvestirà di sicuro sul rinnovo di contratto del centrocampista della Nazionale. De Rossi per altre due stagioni, dicono le voci di Trigoria, con un accordo che potrebbe essere annunciato anche in questo mese. D’altronde i numeri raccontano una solidità che può specchiarsi anche con quella del baby Diawara. L’interpretazione del ruolo però è diversa. Tenendo quindi in considerazione le medie, si nota come De Rossi – al rientro dopo l’amarezza nel derby di Coppa – abbia dei numeri offensivi superiori al collega. Nei lanci ad esempio (8,76 contro 3,15) e nelle occasioni da gol create (0,86 contro 0,69). Ma questo è segno soprattutto del modo differente d’interpretare il calcio fra le due squadre. Meno legata al possesso la Roma, che punta sulla verticalizzazione rapida; più pronta alla ragnatela e alla rapida riconquista il Napoli, che infatti vede Diawara avere medie più alte nei passaggi positivi (53,46 contro 46,38) e nelle palle recuperate (5,54 contro 5).

SORPASSO – Le ottime cifre di Diawara spiegano il sorpasso ai danni di Jorginho, titolare fino a prima della sosta natalizia. Con lui, il centrocampo del Napoli ha acquisito maggiore spessore, sia sul pano tecnico sua su quello fisico. In genere, è proprio Diawara che s’interessa dell’organizzazione del gioco ma, di fatto, non può essere considerato un metodista, perché non ha quelle caratteristiche. Agisce, prevalentemente, nella zona centrale del campo anche se spesso viene saltato dalle veloci ripartenze del tridente offensivo. Sarri lo utilizza con Zielinski, al fianco di Hamsik, e a lui competono pure i compiti dell’incontrista. L’allenatore lo ritiene una pedina fondamentale, perché nel 4-3-3 il centrale di centrocampo non ha particolari compiti di movimento in fase offensiva, in quanto si tiene basso. Tutto ciò rende anche meno pesante le lacune in fase di conclusione del guineano, che raramente si trova a dover calciare verso la porta (Hamsik ha tirato 29 volte e Zielinski 8, lui non è nemmeno tra i primi 200 giocatori della A). In ogni caso, Diawara ha già imparato a giocare con la personalità di un veterano, conoscendo perfettamente i tempi del raddoppio della marcatura. Una rapidità di pensiero che gli ha permesso di scavalcare Jorginho nelle gerarchie di Sarri. E chissà, forse anche per farsi rimpiangere da Spalletti.

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