Cerchio magico

Corriere dello Sport (R.Maida) – Sembra tutto disegnato con una linea tratteggiata che serve a chiudere il cerchio. A Genova ha segnato il primo gol in Serie A, contro la Sampdoria, a Genova può debuttare da titolare con la Roma, sempre contro la Sampdoria. Lorenzo Pellegrini ha già scoperto l’emozione dell’esordio da giovanissimo, quando Garcia lo fece esordire a Cesena in sostituzione del turco Uçan. Ma adesso si prepara al possibile giorno zero della sua carriera romanista con uno spirito più ambizioso. Se è tornato a casa, rinunciando anche a offerte più munifiche, lo ha fatto perché era sicuro che ne valesse la pena. TURNOVER – E’ stato fuori con la Nazionale ma questo non dovrebbe costituire un problema. Perché Ventura non gli ha concesso neppure un minuto e perché Di Francesco lo conosce talmente bene, dopo i due anni di convivenza a Sassuolo, da non aver bisogno di testarlo in allenamento. Certo poi ci sono le condizioni di forma, la concorrenza con un totem del livello di Strootman, ma la Roma da domani comincerà una lunga salita, tra campionato e Champions League, e non potrà non sfruttare la succulenta tavola imbandita a centrocampo.

SPERANZA – Ieri intanto Pellegrini ha risposto alle domande dei tifosi della Roma su internet, svelando alcune curiosità: «E’ stato facile per me scegliere di tornare. La trattativa è stata semplice, grazie a Monchi che mi ha telefonato già durante la scorsa stagione. Ho scelto il numero 7, visto che il 6 era occupato da Strootman, perché era quello di Bruno Conti». Persona molto importante nella sua vita: è stato lui a portarlo a Trigoria all’età di 9 anni. Nessuno più di Conti, oggi un po’ ai margini della società, può ora sperare di vederlo in campo.

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