Cassetti: “Il mio gol rimarrà sempre nella storia dei derby e dentro di me. Le coreografie della Curva Sud mi fomentavano”

CAMPIONATO 2009-2010

Marco Cassetti, ex terzino della Roma, è intervenuto ai microfoni di Roma Radio in vista del derby. Queste le sue parole:

“Io come, Balzaretti siamo quei giocatori che nessuno si aspetta. Dopo le interviste fatte da me a bordocampo, sono rientrato negli spogliatoi e c’è stata la festa. Il giorno dopo ho portato mio figlio alla scuola calcio e c’erano le troupe televisive ad aspettarmi”.

Che significa Roma per te?
“Mi son sentito subito a mio agio a Roma e la gente mi ha fatto sentire importante. Mia figlia è nata a Roma e sarebbe molto difficile lasciare la città”.

Il derby?
“Essendo calciatori in Italia ne senti parlare, ma non è mai come viverlo già dal primo giorno dove l’input è: “Ricordati del derby”. La sera a Trigoria in ritiro, mi ricordo la faccia smorta di De Rossi ero con Tonetto e gli dissi: “Ma se sta lui così, figuriamoci noi”.

La Roma può essere in testa vincendo domenica…
“Avrei preferito un’altra partita. Le due squadre vengono da due gandi vittorie. Arrivano tutte e due a livello mentale molto bene. Sarà importante entrare con la motivazione giusta in campo e dimenticare che ti può valere il primo posto, perché il derby è una partita a parte”.

Esiste una ricetta per vivere al meglio il derby?
“Non c’è, basta vedere la gente dal pullman durante il viaggio da Trigoria allo Stadio per caricarti”.

Ricordi del gol?
“Ricordo tutta l’azione, tutto. A distanza di cinque anni non ho visto la palla entrare. Una volta vista la traiettoria ero partito per esultare. Ho pensato: “adesso cosa faccio?”. Ho cominciato a saltare i cartelloni, poi ho pensato che mancavano altri dieci minuti e sono tornato indietro”.

Quante volte lo hai rivisto?
“Un’infinità, rimarrà sempre nella storia dei derby e dentro di me”.

Vincere molte partite 0-1 in trasferta è segno di concretezza?
“Sì, perché rischi poco in fase difensiva, dove la Roma è molto compatta. Vedo molto bene la Roma, meno spettacolare rispetto alla scorsa stagione, ma alla fine in Italia conta il risultato”.

Maicon era un tuo punto di riferimento, come lo vedi?
“Uno che deve affrontare Maicon sulla sua fascia non è mai contento. Tutti dicono non sia il Maicon straripante degli altri anni, ma non la vedo così. Il mio allenatore diceva piuttosto che andare avanti 15 volte fatte male, meglio 2 fatte bene”.

 Quanto è importante la personalità nel derby?
“È importante il carattere, perché è una partita che si gioca sotto l’aspetto nervoso”.

Ti sei trovato nel derby ad alzare la voce?
“Nel derby ancora di più, Lichtsteiner era uno dei più fastidiosi, perché protestava sempre con l’arbitro. Anche con Radu ho avuto qualche problema a fine partita, non ci sono derby che sono finiti in stile terzo tempo del rugby”.

Scendendo in campo ti accorgevi dell’ambiente?
“A me piaceva guardare la coreografia ed era una cosa che mi fomentava, poi durante la partita entri nella concentrazione del match e tante cose fai fatica a sentirle”.

Cosa ti piace di più di questa Roma?
“La solidità e la personalità di giocare la palla. Posso tornare su Roma-Bayern in cui tutti hanno criticato Garcia. Per me è stata una mossa coraggiosa. Ha giocato come sa fare lui contro i più forti d’Europa per testare la sua squadra e vedere a che livello fosse arrivata”.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti