Caso Esposito, parla De Santis: “La pistola non era mia”. Legale famiglia Esposito: “Il pubblico ministero chieda ed ottenga la condanna all’ergastolo”

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Quest’oggi a Rebibbia si è svolta una parte del processo contro Daniele De Santis, reo di aver ucciso Ciro Esposito, tifoso del Napoli, durante dei tafferugli prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e partenopei. Come riporta romapost.it l’ultras ha provato a difendersi: “La pistola non era mia, l’ho sfilata di mano a un uomo corpulento, che ho visto benissimo in faccia e che non era certamente Ciro Esposito. Era a capo di un gruppo di persone ed è venuto diretto verso di me. Non ho mai maneggiato armi in vita mia, gli ultras usano soltanto le mani, sono contrario a coltelli e bastoni“.

De Santis continua: “Io ero da solo, quella è casa mia, non aggredirei mai un pullman davanti a casa mia. Non ho esploso nessuna bomba, era tutta roba che stava là per terra. Mi dispiace che sia morta una persona. Ci penso ogni giorno“. A fine udienza interviene il legale della famiglia Esposito che si esprime così: “Il pubblico ministero chieda ed ottenga la condanna all’ergastolo, perché la massima punizione del colpevole sarà unico modo per rendere giustizia alla memoria di Ciro e alla sua famiglia“.

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