Corriere dello Sport (A. Ghi.) – Ancora Calciopoli. Stavolta, però, con un capitolo che sembra davvero l’ultimo. Il Consiglio di Stato, infatti, ha rigettato il ricorso presentato dalla Juventus contro l’assegnazione del lo scudetto del 2005-2006 all’Inter, scrivendo in pratica la parola fine sulla vicenda di diciassette anni fa. Il ricorso era stato presentato dal club bianconero nel 2022 contro Inter, Figc e Coni, chiedendo di riformare la sentenza del Tar del Lazio dell’ottobre scorso.

Nella nuova sentenza di rigetto, i giudici della quinta sezione del Consiglio di Stato sottolineano che “la controversia, posto che la rimozione dell’atto illegittimo ha come fondamento la valutazione di condotte rilevanti sotto il profilo disciplinare sportivo e l’applicazione della revoca del titolo quale conseguente sanzione, è chiaramente incentrata su questioni sottratte alla giurisdizione statale e riservate agli organi di giustizia sportiva, quantomeno per la tutela di annullamento”.

Neanche qualche ora, e ovviamente sono arrivate le reazioni. Tra le quali quella di Giovanni Colli Gigli “Diciamo che mi aspettavo una decisione del genere da parte del Consiglio di Stato – commenta l’ex presidente bianconero – anche se sono passati diciassette anni è un argomento che mi tocca sempre nel vivo. Di tutta la vicenda di Calciopoli una cosa in particolare non riesco a mandare giù, e cioè il fatto che il faldone con le accuse nei confronti dell’Inter sia improvvisamente scomparso dal processo sportivo e ricomparso dopo cinque anni quando ormai i fatti erano prescritti. Perché anche il club nerazzurro era pesantemente coinvolto come affermato anche dal procuratore Palazzi. Se fossero andati a giudizio con ogni probabilità sarebbero stati anche loro penalizzati e si sarebbe davvero fatta giustizia”.