Il Tempo – “Bojan è la tua notte. Conta solo vincere”

Al gran ballo le debuttanti fanno il loro ingresso in società. Al derby degli esordienti in palio c’è il cuore dei tifosi. Chi segna nella stracittadina resta nella storia e poi vive di rendita. È successo con Marco Cassetti il 6 dicembre del 2009 e, scavando nel passato, si trovano quei nomi che nessun romanista dimenticherà mai.
Sebino Nela è uno di questi, vuoi perché è stato il terzino destro del secondo scudetto giallorosso, vuoi perché il 23 ottobre del 1983 mise la firma sulla vittoria della Roma contro la Lazio, che si era appena riaffacciata in serie A. Ora fa il commentatore, ma non ha dimenticato quell’emozione: «Fare gol è sempre bello, a maggior ragione nel derby».
Il 6 ottobre del 1991 fu la prima volta di Ruggiero Rizzitelli, che ha sempre vestito i panni del giocatore e del tifoso: «Per me è stato come realizzare un doppio sogno: tifavo una squadra e la domenica scendevo in campo per onorare quella stessa maglia. Per me il derby era tutto meno che una partita come le altre».
Dieci anni e dieci giorni dopo, Bojan Krkic insegue lo stesso sogno. Per Rizzitelli sarà proprio lui l’uomo-partita: «Mi piace molto come giocatore. Si è sbloccato contro l’Atalanta e parla già in maniera diversa: ha capito cosa vuol dire un derby per questa città. Un gol lo rafforzerebbe mentalmente». Sebino Nela è sulla stessa linea: «Se segnerà, entrerà nel cuore dei tifosi».
L’attaccante made in Barcellona potrebbe pagare molto l’ansia da prestazione. Rizzitelli lo sa bene: «È il dramma dei tifosi. Chi aspetta troppo il derby si scarica prima di entrare in campo. Questa volta c’è stata anche la sosta, perciò è peggio. Quando giocavo io, non vedevo l’ora che arrivasse per scaricarmi. Anche il giardiniere ne parla, è impossibile non pensarci». Bojan, ascolta Sebino Nela: «Quando si entra in campo non bisogna pensare a nulla, bisogna giocare e basta. Sarebbe perfetto se ci fosse il giusto mix di adrenalina e tranquillità».
Ma al cuor non si comanda, questo si sa. Nella Lazio si contano sette volti nuovi, nella Roma undici arruolabili e uno seduto in panchina, Luis Enrique. Fabio Petruzzi, ex difensore giallorosso, immagina così il derby: «Mi aspetto una buona gara, visto che i giallorossi non attendono l’avversario, ma fanno la partita». Ruggiero Rizzitelli guarda più al risultato: «L’importante non è fare bel gioco, è vincere. Questa è una partita fuori dal campionato. Reja deve lavar via la macchia dei quattro derby persi, deve vincere per forza, quindi oserà. La Roma non si difende. Può essere un rischio, ma questa è la mentalità di Luis Enrique».
Il reparto arretrato è apparso un po’ fragile, ma il tecnico asturiano ha un’ampia gamma di difensori pronti a combattere. Sebino Nela, nei panni dell’allenatore, fa una scelta d’esperienza: «La coppia Heinze-Burdisso. Juan è un ottimo giocatore, ma bisogna constatare il suo stato di forma. Kjaer deve migliorare». Il talento del centrale danese è indiscusso, ma potrebbe peccare di incoscienza. Sarà fondamentale la spinta dei terzini per mettere in difficoltà la Lazio: «Devono essere sempre in appoggio – afferma Nela, che quel ruolo lo conosce come le sue tasche – e non dimenticarsi la fase di non possesso. È la filosofia di Luis Enrique, la stessa cosa la fa Ventura in Italia».
Sulle fasce la freschezza e la corsa sono qualità indispensabili su cui la Roma dovrà puntare, soprattutto quando manca il perno della squadra, Francesco Totti. Zbigniew Boniek non ne fa un dramma: «Una squadra vera non può dipendere da un solo giocatore, sarebbe limitata». Mancherà una bandiera, ma un’altra si sistemerà sugli spalti: Giacomo Losi. Lui, «Core de Roma», ci sarà: «Appena varcherò i cancelli dello stadio, mi emozionerò. Non voglio far mancare il mio apporto, io sono romanista e in queste occasioni devo esserci». Losi ha vestito la maglia giallorossa per 15 anni e 50 anni fa alzò la Coppa delle Fiere da capitano: Io per la Roma ho sempre dato tutto in campo». Sul risultato c’è chi fa lo scaramantico, come Rizzitelli: «Vittoria schiacciante per la Lazio», chi non si sbilancia, come Nela: «Il pronostico? Partita apertissima», e chi come Boniek scommette sul pareggio. Andrebbe bene ad entrambe, è vero, ma Rizzitelli invita la Roma ad osare: «Serve una vittoria per lottare in un campionato corto». I debuttanti sono pronti a varcare le porte dell’Olimpico. Che si aprano le danze!
Il Tempo – Erika Menghi

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