Bayer Leverkusen-Roma 0-0, le pagelle: Rui Patricio mani d’oro, Matic grandeur. Pellegrini superbo

Pagine Romaniste (R. Gentili) – EuRoma 2. La legge di Roma prevale di nuovo in Europa. Dopo quella di Tirana in Conference League, salita al piano continentale superiore la rocciosa famiglia di Mourinho prenota il volo per Budapest. Una gara, all’andata e al ritorno, che ha il volto e la firma a caratteri giganteschi, come la squadra, di Mou. Con cuore, grinta, carattere e grande prestazione i giallorossi difendono il vantaggio, minimo ma fondamentale, dell’andata. 

Ci pensano le mani di Rui Patricio, gigantesco. Il gigante di centrocampo, Matic, sovrasta chiunque e qualsiasi azione. Lotta con lui Bove, universale. Pellegrini superbo. Non per qualche giocata illuminante, ma perché sacrificatosi nel lavoro sporco.

Lavoro faticoso della difesa, tenace e resistente. Mancini e Cristante, che poi nel finale andrà a centrocampo, non scricchiolano mai. Qualche pensiero lo fa suscitare Ibanez, che parte con i suoi ritmi per poi allinearsi ai due colleghi.  Di cuore le due frecce: Spinazzola e Celik reclamano esausti il cambio.

Belotti imbocca la giusta direzione solamente nel finale di primo tempo, dove viene sostituito. Abraham cerca troppe volte, soprattutto in momenti in cui non era richiesta, il ricamo d’autore, finendo per essere deleterio.

LE PAGELLE

Rui Patricio 7,5 – Pazienza che fosse andato per bloccare la palla, ma sul tiro di Demirbay ci mette una grande pezza. Come sul tiro rasoterra nella ripresa. Prima, al diagonale alto di Diaby, ci ha pensato l’incrocio dei pali, che lo salva dalla ritirata delle mani. Le altre conclusioni rientrano nell’ordinaria amministrazione.

Mancini 7 – Nel bollitore azionato dai tedeschi non si brucia. E, anzi, lavora da pompiere. Prova a tenere lezioni di verticalità: Belotti e Abraham mancano i tanti appelli.

Cristante 7 – Col silenzio che lo contraddistingue, ha l’ultima parola nell’azzeramento delle radiazioni teutoniche. Serve però anche alzare la voce: tiene il braccio di Azmun, scappato in ripartenza a campo aperto e vicino all’area, rimanendo nei parametri del regolamento. Finisce a centrocampo, casa.

Ibanez 7 – Vibrante l’inizio con quell’intervento bucato. Come spesso gli accade la giusta connessione va e viene. Quando Diaby colpisce il palo è a lui che supera in corsa. A petto in fuori quando rompe la linea. E quando frana su Hincapié. Sporca una super ripresa con il giallo per proteste.

Celik 6,5 – Fermatosi in tempo a Bologna, trova la titolarità anche al ritorno. L’ordine sempre tenuto è smosso da una sola, vera sbavatura: ad inizio partita esce e rimane per troppo tempo lontano da casa, occupata da Hincapié e conclusasi col tiro di Diaby. Resiste finché può. (Dal 78’ Smalling 6,5 – Torna, spazza e prenota un posto per Budapest).

Bove 7 – Il trotto inizialmente non è sempre regolare. Manca i primi interventi per il gran bailamme, una volta ambientatosi tira fuori la rete per inglobare palloni. Peccato che in area, cercando l’imbucata, ne mette uno addosso all’avversario. Alza lo scudo soprattutto nella ripresa.

Matic 8 – Fondamentale. Il cammino europeo della Roma è costruito su Nemanja. Incurante di chi si palesa in avanti, grandeggia con eleganti dribbling, a centrocampo e sugli esterni. Ha la soluzione per ogni problema.

Pellegrini 7 – Si prende le spine, poi i falli. Cerca il tiro, l’unico della Roma, solo Tah blocca la gran punizione battuta in direzione di Mancini. Entra nei discorsi più delicati, trovando le parole giuste.

Spinazzola 6 – Diaby lo supera spesso, stenta a decollare. alla mezz’ora si capisce perché: deve uscire per problemi muscolari.  (Dal 34’ Zalewski 6 – Tanta sofferenza se puntato da Frimpong, non suscita le stesse sensazioni quando avanza).

Belotti 6 – Il pane quotidiano se l’è guadagnato. Col sudore e la lotta con Tah, che cancella i tanti palloni non tenuti. (Dal 46’ Wijnaldum 6 – Attivo i primi minuti, sente più tacchetti del dovuto e decelera).

Abraham 6 – Quella sponda per il tiro di Pellegrini è quanto di meglio offre. Perché poi regala la ripartenza a Diaby – quella in cui colpisce la traversa – e un pallone alla mezz’ora quando, in una delle poche volte, è in area. Troppi ghirigori quando serviva concretezza. 

Mourinho 8,5 – Guida la Roma alla seconda finale europea. Squadra che vince non si cambia. Recupera Celik, che gli permette di ricostruire il medesimo puzzle dell’andata con il doppio attaccante. Uno, Belotti, lo deve togliere per quelle noie muscolari che tormenteranno anche lo stesso turco. Di tormenti veri il Bayer ne offre un paio, il carattere con il quale ha forgiato i suoi uomini portano la Roma a Budapest.

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