Barcellona stellare, ma per i debiti: 1,1 miliardi

La Repubblica (E. Currò) – Da ieri l’incubo finanziario del calcio nell’era del Covid si può raccontare con la storia più simbolica di tutte: quella del Barcellona di Messi, passato in poco più di un anno e mezzo dall’avvistamento di un fatturato record (990 milioni) al record del debito (1,1 miliardi). Il cumulo dell’indebitamente è infatti raddoppiato nella stagione 2019-20. Le cifre sono raggelanti: più 55,5 % dai 217 milioni dell’anno finanziario 2018-19 ai 488 milioni dell’esercizio seguente, con l’aggiunta dell’aumento del 31% del debito a breve termine, passato da 505,5 milioni a 731.

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A gravare sul bilancio sono diversi fattori, come gli acquisti per 196,7 milioni con le pesanti rate da onorare: per De Jong il Barça deve ancora 48 milioni all’Ajax, per Coutinho 40 milioni al Liverpool. È inoltre mancata la compensazione parziale dei 46,4 milioni delle cessioni, perché anche gli altri club europei hanno problemi di liquidità.

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In generale, tutti hanno scontato l’effetto Covid, come si evince dalla pubblicazione della ventiquattresima “Football Money League”, l’annuale classifica redatta da Deloitte: i primi 20 club per fatturato hanno generato nel complesso 8,2 miliardi di euro, il 12% in meno rispetto alla stagione precedente, con una contrazione di 1,1 miliardi, causata dal calo dei diritti tv (937 milioni, – 23%), dagli sconti concessi ai broadcaster e dagli stadi chiusi.

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Il Barça non si consola certo per avere mantenuto il primato nella classifica del fatturato (715, 1 milioni), il Real incalza a 714,9. Seguono Bayern (634,1), United (580,4) e Liverpool (558, 6). La prima italiana è la Juventus, decima (397,9 – 13%). L’Inter è quattordicesima (291,5 -20%). Il Napoli diciannovesimo (176,3 – 15%), il Milan trentesimo (148), mentre la Roma, che era sedicesima, esce dalle prime 30 per la mancata partecipazione alla Champions.

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