Conferenza stampa Baldini: “Non lasciamo la Roma, il progetto va avanti. Ambiente avvelenato da falsità”

Franco Baldini, direttore generale della Roma, incontra i giornalisti in conferenza stampa al Fulvio Bernardini. Ecco l’introduzione del dirigente giallorosso:

“Sono stato scelto per fare un lavoro: rendere competitiva la squadra il più presto possibile. Un investimento importante fatto nel tempo. Tutto questo viene continuamente messo in dubbio e destabilizzato, ed è mortificante per me. Ho sempre detto che sarei restato a Roma fino al raggiungimento di questo percorso o fino a quando mi avessero detto basta così. Non si è mai verificata questa cosa: la società è solida e non vuole recedere. Non va via nessuno, abbiamo un debito di riconoscenza verso chi ci ha scelto. Non ho nessun dissapore con nessuno dei collaboratori, anzi, col tempo si è instaurata un’amicizia forte. Ne Fenucci, ne Sabatini, ne Baldissoni hanno un problema col sottoscritto. A volte mi costringo ripetere delle cose, ed è mortificante per me. Lo dico, il più delle volte, per costringermi poi a farlo. Per mantenere la parola che ho detto pubblicamente. E’ un bene che non voglio perdere. Ci saremmo che testate serie confermassero le loro notizie: tutto ciò che è stato scritto è falso. Finché starò a Roma difenderò i colori di questa città”.

“Come si dice: il pesce puzza dalla testa. Abbiamo delle responsabilità, per questo facciamo delle riunioni. Non si è fatta la caccia alla talpa, erano presenti tutti i dirigenti ed i dipendenti”.

“I primi risultati hanno dimostrato che abbiamo qualità, poi gli stop con Bologna e Samp hanno minato le nostre certezze in vista della Juve”.

“Le dichiarazioni di Spalletti? M’è sembrato di vedere che lui sia stato una risorsa per la Roma e non un problema. Le parole di Sabatini? A volte si dicono cose per stimolare una reazione nei calciatori”.

“Ai tifosi dico che siamo sicuri di essere competitivi. La società è solida ed ha obiettivi precisi e molto presto li renderà possibili. Vorrei considerare le iniziative che la società sta intraprendendo: una società che vuole stare vicina ai tifosi, chiamarli a farne parte. Il progetto? E’ lo stesso che c’era con Luis Enrique, cambiano solo gli interpreti. Non c’è così diversità d’intenti: si tratta di un calcio propositivo, che possa piacere e avvicinare la gente alla squadra”.

“Obiettivi? valutando la forza della nostra squadra e delle altre dico un posto in Champions League”.

“Questo progetto non è mai stato ben voluto, forse perché, come mi è stato suggerito, dovevamo scendere a patti con tanti. Mi sono confrontato con gli americani e gli ho spiegato come funzionano alcune cose. Io non me la sento di scendere a patti: con emittenti, con testate giornalistiche. Ho una responsabilità verso persone che potrebbero essere etichettate come nemiche della Roma. Non voglio fare questi giochetti”.

“La proprietà ha dato a noi le chiavi di casa. Se non siamo riusciti a far capire questo ai nostri giocatori, l’errore è stato nostro e non è un problema di distanza dalla proprietà”.

“Da un punto di vista organizzativo del club sono soddisfatto. Per i risultati non sono ancora soddisfatto, ma sono convinto che lo sarò presto”.

“Quali sono le nostre responsabilità? Voi (giornalisti ndr) le sottolineate tutti i giorni, quindi non c’è bisogno di riprenderle. Si tratta di un problema di progettualità se non abbiamo ancora la squadra ai primi posti. A fine anno tireremo le somme”.

” L’evento della Hall of Fame? E’ slegato dal risultato, è una festa per i nostri tifosi. Niente gli vieta di festeggiare per quel momento e poi di fischiare per quanto accaduto ai tifosi. Sarà una bella cosa per la gente rivedere i beniamini che hanno scritto la storia della Roma”.

“Stiamo cercando di creare la convinzione nel gruppo delle potenzialità della squadra. Tutti i giocatori arrivati sono stati scelti insieme con l’allenatore. Il mercato di gennaio? Lì potremo già trarre un bilancio e, in caso, intervenire”.

“Eventuale secondo fallimento? Non lo prendiamo in considerazione, siamo convinti di quello che facciamo. La coerenza, il perseguire gli obiettivi nonostante le difficoltà, ci porteranno avanti nel nostro percorso”.

“Non mi sono mai sentito depotenziato, aldilà degli addii. Luie Enrique ha deciso lui di andar via. Tancredi? Era una scelta tecnica e basta. Lo Monaco? Non tutte le scelte in seno alla società competono a me. Io mi devo occupare più di campo”.

“Se Zeman continua ad avere la nostra fiducia? L’oggetto di questo argomento non è nemmeno in discussione. Noi conosciamo il suo calcio. Sulla divergenza di opinioni, ognuno può rappresentare il proprio pensiero in relazione al proprio ambito. Non c’è una scala gerarchica tra noi dirigenti”.

“La reazione che volevo suscitare ieri nell’incontro con i giocatori la valuteremo domenica”.

“I miei rapporti con Pannes? Siamo in contatto ogni settimana da quando questa storia è iniziata. Non mi aspettavo di lavorare in un ambiente così inquinato di falsità”.

“Forse alcuni concetti, di serietà, rigorosità, non siamo riusciti ad infonderli nei giocatori. Evidentemente dobbiamo intervenire, come abbiamo fatto ieri”.

“Credo che ci sia un momento in cui darsi sogni e obiettivi. Si può cercare di giocare un calcio aggressivo, spettacolare, e vincere con Zeman”.

“Il Tottenham? E’ vero che ho ricevuto delle offerte, ma ho sempre ribadito che sarei rimasto qui”.

 

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