Attacco a sinistra. Perotti come scassinatore

Corriere dello Sport (R.Maida) – La Roma ha un regista occulto a cui si affida nei momenti critici, quando il vero playmaker è pressato o spaurito: si tratta del grande ex del derby, Aleksandar Kolarov, per il quale può essere limitante la connotazione di terzino sinistro. Kolarov è in realtà una delle anime della squadra. E non deve sorprendere l’alto numero di palloni persi in media (sono stati 25 contro il Crotone, 21 contro il Chelsea e addirittura 32 a Firenze, solo per citare le sue ultime partite) perché a lui toccano sempre compiti poco banali e rischiosi, l’operazione riciclo dei palloni sporchi.

ASSALTI – Deve stupire ancora meno quindi che la Roma si appoggi al lato forte, quello mancino, per cominciare l’azione. Quando la palla si muove da Alisson, di solito la gestione passa per Fazio, che rispetto a Manolas ha piede più educato, e poi capita dalle parti di Kolarov che a sua volta ha un interlocutore privilegiato, come testimoniano i dialoghi fitti sulla fascia: Perotti, di norma, ma anche El Shaarawy, nei casi in cui Di Francesco lo utilizza nel ruolo prediletto, cioè esterno sinistro offensivo. Sul lato mancino, la Roma attacca più di quattro volte su dieci.

ATTENZIONE – Non sarà necessariamente questa la chiave tattica del derby, anche perché Di Francesco ha studiato bene la Lazio e ha capito di non poterla affrontare in maniera spregiudicata. Rischierebbe viceversa di cadere nella trappola delle ripartenze di Simone Inzaghi che in tre casi su quattro, nella scorsa stagione, hanno ingabbiato Spalletti. Ma lo schema-Kolarov rende l’idea dell’affidabilità che l’unico nuovo acquisto schierato stabilmente tra i titolari ha meritato nella Roma.

RUBABANDIERA  – Stasera è prevedibile una squadra più accorta, di guerriglia e non di dominio, simile per atteggiamento a quella che ha travolto il Chelsea all’Olimpico. L’idea di recupero palla alto, nella metà campo avversaria, accomuna i due allenatori. Ed è dunque su quel piano che forse si potrà vincere questo derby. Di Francesco proverà ad allargare la linea difensiva a tre di Inzaghi con gli esterni (e con le sovrapposizione dei terzini) e con gli strappi di Perotti, ma non esaspererà il possesso palla, che prevede un margine di “orizzontalità” molto rischioso in caso di passaggio sbagliato. Già contro Bologna (51,5%), Chelsea (49,3%) e Fiorentina (51,8%) la Roma ha acquisito verticalità rinunciando volontariamente alla responsabilità di condurre le danze. Magari succederà anche oggi con il risultato di un derby deciso dagli errori e dall’aggressività, prima che dalla qualità.

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