Daniele De Rossi sa che per lui questa non sarà una partita come tutte le altre. Troppe le cose che si agitano nella testa di uno che è romano e romanista, e che proprio per questo vede con maggior sofferenza appassire i sogni di un’estate stravagante e piena di speranze. Il Real Madrid può essere una malattia mortale per tutti. Oppure, all’improvviso, medicina che sa guarire i mali dell’anima: «Siamo i primi a chiedere di più, ma non è facile paragonare la Roma che ha battuto il Barcellona dopo un percorso di conoscenza di mesi e questa, che è all’inizio di una nuova stagione. Dobbiamo voler fare di più, ma anche un anno fa eravamo la stessa squadra che prima era stata criticata. Se poi la stagione è finita in maniera soddisfacente, posso essere solo fiducioso. Portare via punti da qui potrebbe darci questo slancio, farci trovare fiducia. Ricordatevi di quanto siamo stati forti pochi mesi fa e torniamo ad esserlo». Come riporta La Gazzetta dello Sport, Daniele in fondo vuole elaborare il lutto delle cessioni che attanaglia da tempo l’universo giallorosso: «Le stagioni da sempre e per sempre saranno figlie del mercato. Il calcio funziona così, non solo con questa proprietà. Si sono sempre venduti i migliori giocatori per poi comprarne altri che dopo qualche anno sarebbero diventati forti come quelli che c’erano prima. La Roma si è sempre rigenerata nonostante le cessioni fisiologiche, sono nel destino di questa società. Anche l’anno scorso c’erano state delle cessioni importanti e poi abbiamo invece raggiunto obiettivi che mai erano stati raggiunti. I calciatori sono dei lavoratori. Perciò il dispiacere per non vedere più alcuni compagni di squadra, anche molto forti, deve durare due-tre giorni, non di più. Poi dobbiamo portare a casa i risultati. Ho salutato tanti compagni nella mia carriera che non avrei mai voluto salutare, ma questo è il calcio».