Alessio ha pianto per Totti dopo il 3-2 e poi l’ha incontrato: “Sono stato colto dalla sindrome di Stendhal: davanti ai capolavori mi commuovo” – FOTO

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Sono stato colto dalla sindrome di Stendhal: davanti ai capolavori mi commuovo e d’altra parte Totti è un’opera d’arte di ingegneria umana…“. Si chiama Alessio Avallone e il suo pianto in curva, colto dalle telecamere dopo la doppietta del capitano giallorosso contro il Torino, ha fatto il giro del mondo. Con le emozioni forti dell’Olimpico ancora da smaltire, Alessio, 22enne studente di ingegneria elettronica all’università Roma Tre, ha raccontato all’Ansa la magia di una serata da incorniciare.

corriere.it (G.Piacentini) – L’immagine di lui in lacrime, ripresa dalle telecamere, dopo il gol di Francesco Totti, è entrata nelle case di tutti i romanisti che stavano guardando la gara contro il Torino, mercoledì sera all’Olimpico. Eppure Alessio Avallone, 22 anni, studente di ingegneria elettronica e romanista («Sono abbonato in curva Sud laterale») dalla nascita, sul momento non si è reso conto che la sua commozione era riuscita a racchiudere il sentimento di tantissimi tifosi.

Alessio, che emozione è stata?
«Mi era successo già altre volte di piangere allo stadio. Ad esempio nel derby del 2-2, quello di un anno e mezzo fa in cui Totti ha realizzato una doppietta. Non so cosa mi succede, non riesco a controllare il mio pianto a dirotto. Mercoledì dopo il secondo gol non capivo più niente, sono rimasto in piedi, non vedevo l’ora che finisse la partita. Solo dopo l’uscita dello stadio mi sono reso conto di essere stato inquadrato».

Come nasce il suo amore per il capitano?
«Io ho 22 anni, quindi ho sempre visto la Roma rappresentata da Francesco Totti. Quando ero più piccolo ho anche giocato nella sua scuola calcio, e l’ho conosciuto».

Ci può raccontare?
«Era nel 2007, dopo che vinse la Scarpa d’Oro venne al centro sportivo per festeggiare con noi ragazzi della scuola calcio. Poiché io giocavo in porta, e quel giorno c’ero solo io in quel ruolo, ho avuto l’onore di provare a parare due calci di rigore tirati da lui».

Come è andata?
«Uno lo segnò mentre l’altro, che su suggerimento di Vito Scala tirò a cucchiaio, finì fuori. Anche in un’altra occasione ho avuto modo di vederlo, quando in occasione del suo duecentesimo gol entrarono in campo 200 ragazzi. Io ero uno di loro».

Inutile chiedere se gli prolungherebbe il contratto…
«Ovviamente glielo rifarei, ma non mi piace questa contrapposizione che si sta creando con Luciano Spalletti. Uno è l’unico allenatore che può portarci a certi livelli mentre l’altro è l’unico calciatore che può fare la differenza in certe situazioni. Se loro sono sereni insieme, è un bene per la Roma e per tutti».

Il giovane è stato intervistato anche da Sky Sport: “Vedere il capitano che a 39 anni entra e in due minuti piazza quella zampata e fa subito gol e poi su rigore il raddoppio sono emozioni vere. Ma non sono cose nuove per me, mi capitò anche lo scorso anno dopo la doppietta nel derby. Per me Totti rappresenta tutto, ci sono nato con lui. Nella storia di Roma c’è sempre stato lui e vedere l’amore che gli dà la gente allo stadio, anche persone anziane e all’estero è speciale. Spero di poterlo vedere e abbracciarlo, magari scoppierò nuovamente in lacrime. Spero che con il Chievo, se non gli verrà rinnovato il contratto, i tifosi saranno presenti. Non posso immaginarmi l’ultima di Totti senza tifosi in Curva. La Curva Sud è il 12esimo uomo in campo. Il mio primo incontro con Totti avvenne nella sua scuola calcio. Io facevo il portiere nella sua società e il giorno dopo aver conquistato la scarpa d’oro Vito Scala mi chiamò per parare due calci di rigore al capitano. Uno me lo segnò e l’altro invece lo spedì alto con un cucchiaio”.

Foto: gianlucadimarzio.com

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