Gianni Vitali, procuratore tra gli altri di Marash Kumbulla, ha parlato ai microfoni di TuttoMercatoWeb.com di tantissimi temi, a cominciare dal suo assistito, reduce da una lesione al legamento crociato: “È stato un infortunio importante, ma fa parte del lavoro. Lui ha reagito con una straordinaria forza caratteriale, lavora tantissimo anche grazie alla professionalità dello staff medico della Roma. Non ho dubbi che tornerà alla grandissima perché è un grande lavoratore. L’operazione è stata eseguita bene, siamo estremamente fiduciosi“.

C’è il rischio di rientrare troppo presto?
“Bisogna trovare il giusto equilibrio tra la sua voglia di tornare il prima possibile e quella che è una guarigione completa, che gli permetta di performare bene. Non c’è un limite temporale fissato, c’è solo la volontà di lavorare tanto per tornare alla grande”.

Avrebbe fatto comodo alla Roma nel finale di stagione?
“Sì, la Roma in quel reparto è arrivata un po’ tirata. Avrebbe dato il suo contributo, ma la Roma ha fatto una stagione eccellente. Ho visto la finale di Europa League ed è stata una delusione perché la Roma meritava di vincere. Questo però è il calcio, avranno altre opportunità”.

È rimasto sorpreso dai tanti addii di questo inizio mercato?
“Sono state cose un po’ inaspettate. Se ce le avessero dette mesi fa, non ci avremmo creduto probabilmente. Sono stati cambiamenti importanti: parlo del nuovo tecnico del Napoli, del nuovo direttore sportivo degli azzurri, di cosa farà Giuntoli. Poi al Milan hanno fatto una scelta particolare, non giudicherò prima però. Hanno idee chiare in testa, vedremo dove li porteranno”.

Quali sono i ruoli più complicati da trovare sul mercato?
“Si sono perse un po’ le caratteristiche principali dei difensori. Se penso a un difensore penso a Chiellini, un marcatore, e solo ora sta riemergendo un po’ questa caratteristica. L’essere difensore è un’attitudine che deriva dall’allenamento e andare a prendere l’attaccante a uomo ha migliorato questo aspetto. Certo, sembra quasi un altro sport rispetto a 15 anni fa perché si fischia ogni minimo contatto, al primo mezzo fallo si ammonisce, le mani in area di rigore devono essere tagliate… Gli interventi erano in numero maggiore, era tutto un altro modo di giocare”.

L’Arabia Saudita può essere un Paese emergente per il calcio?
“I calciatori guadagnano tantissimo, ma lo fanno per 15 anni… Capisco la scelta di andare là per motivi economici, ma a livello di sport sono tanto tanto indietro. Il calcio è popolare, radicato, la cultura non la compri”.

Dominano sempre più gli attaccanti africani. Come mai?
“Perché dominano fisicamente, Osimhen è stato straordinario quest’annp. Mancano i numeri nove, tolti i super del ruolo, non ce ne sono tanti. Osimhen è tra i migliori a livello internazionale”.

Bisognerebbe rivedere i giudizi su Simone Inzaghi?
“L’Inter ha giocato meglio del City in finale di Champions e questa è una cosa su cui non ci sono dubbi. Poi il calcio è fatto di episodi, è mancata un po’ di fortuna. La valutazione sarebbe super positiva con la Champions, poi si può sempre migliorare. In alcuni momenti si sono un po’ disuniti, ma li vedo estremamente protagonisti la prossima stagione, anche perché si sono ricompattati sul finale di stagione”.

Che giudizio dà invece su Italiano?
“Italiano è un tecnico sicuramente in gamba. Penso che gli possa fare bene restare a Firenze, dove è stimato, considerato e può portare avanti un lavoro che necessita di tempo. La stagione è stata positiva, può solo migliorare”.

Kumbulla ha sentito il peso di essere il difensore più pagato della storia della Roma?
“Non ne abbiamo mai parlato o discusso. Lui vuole andare ad allenarsi, non ha mai parlato di quanto lo avessero pagato. Cerca di migliorare e di fare il meglio per la sua squadra”.

Ha avuto dei modelli?
“Quando era ragazzino parlavamo spesso di Chiellini, gli piaceva tanto”.

Acerbi su Haaland ha ricordato un po’ Chiellini. La marcatura a uomo dà ancora i suoi frutti.
“Senza ombra di dubbio. Certo che bisogna saperla fare, a livello individuale e di squadra. Da soli si fa fatica. Credo che il calcio debba evolversi, già lo ha fatto tantissimo, ma se il portiere para, il difensore difende, il centrocampista imposta e l’attaccante segna… Tanto non bisogna staccarsi, altrimenti qualche errore si commette”.

Scamacca o Raspadori possono scavalcare nelle gerarchie Retegui?
“Sicuramente sì. Raspadori potenzialmente è un giocatore di altissimo livello, Scamacca ha qualità da calciatore importante”.

Chi porterebbe in Nazionale dell’Under 20?
“I nomi li conosciamo tutti… Quello che ha fatto Casadei però è estremamente importante, veramente tanto. Può probabilmente confrontarsi già con giocatori importanti. Un conto è fare bene, un conto è realizzare i suoi numeri. Ha segnato tanti gol, può farne diversi anche con i grandi. Poi c’è grande qualità con Baldanzi e Pafundi, ma non bisogna avere fretta, specie con quest’ultimo”.

L’arrivo di Llorente e una maggiore concorrenza hanno aiutato Kumbulla?
“Per buona parte della stagione i tre dietro hanno fatto benissimo, Mourinho ha dato continuità a loro tre. Poi è arrivato Llorente, Marash ha giocato delle partite, poi si è fatto male… La batteria di difensori era sicuramente competitiva”.