La Roma fatica ma c’è Dzeko. Spalletti va, a ritmo di 1-0

La Gazzetta dello Sport (F.Licari) – Per la classifica della Roma è tutto come prima, anzi meglio perché Lazio e Milan perdono terreno in prospettiva Champions. Psicologicamente poi è un bel successo: i giallorossi sanno vincere anche senza fare i numeri, terzo 1-0 di fila come non accadeva dal ’92, e il calendario imminente (Samp, Fiorentina, Crotone e Torino) induce all’ottimismo. E non parliamo delle statistiche: era dal 1930 che non infilavano 13 vittorie di fila in casa. Ma dal punto di vista del gioco il discorso è l’inverso: se la Juve scatena le quattro punte, se il Napoli offre un tempo di grande spettacolo, la Roma fa un passo indietro. Anche rispetto alla furia ammirata in Coppa Italia contro la Samp. E non può essere una giustificazione la giornata «normale» di Nainggolan, tornato comprensibilmente umano dopo giornate da alieno. È una Roma di profilo più basso del solito: e per superare il Cagliari – la peggior difesa del campionato, solo 4 punti in trasferta – serve un gol, contestato ma tutto sommato regolare, di Dzeko. Più occasioni, più pericoli, nessuno lo discute, ma Rastelli aveva resistito davvero bene con l’obiettivo di guadagnare un punto prezioso.

FATTORE «D» Per il bosniaco è il ventesimo centro stagionale, in una giornata nobilitata da movimenti da «10» puro, o comunque da centravanti modernissimo. E sporcata dalla solita occasionissima sottorete che avrebbe cambiato la partita con largo anticipo. Secondo le statistiche, Dzeko sarebbe anche il giocatore che ha sbagliato più situazioni clamorose in campionato, ben 19: se l’attendibilità di una cifra del genere ha poco di scientifico, il senso è chiaro. Se fosse un po’ più concreto, la Roma potrebbe spaccare il mondo. Il gol fa arrabbiare il Cagliari, perché Dzeko e Murru sgomitano, ma la caduta del difensore pare conseguenza del fisico del bosniaco. C’è anche una traversa (quinto palo del torneo) a impedirgli la doppietta. E comunque per lui è una giornata sì: sono i suoi movimenti a liberare la Roma dalla gabbia preparata da Rastelli nel primo tempo, molto più tattico del secondo.

PROGETTO CAGLIARI – Rastelli parte con un 4-4-1-1 particolare. Borriello attaccante unico, assistito da Farias che parte da sinistra, va in appoggio in fase offensiva tagliando sull’altro versante, e poi rientra per comporre un 4-5-1 di grande movimento quando c’è da difendere. Con l’effetto di creare superiorità in mezzo, facendo mancare punti di riferimento alla Roma a sua volta sotto ritmo e in difficoltà nel trovare contromosse. Mancano soprattutto gli esterni Peres ed Emerson. Soltanto il rientrante Perotti gioca a tutto campo, andando a prendersi il pallone lontano per impostare una manovra altrimenti poco creativa. Se ne accorge il tecnico del Cagliari che al quarto d’ora «ufficializza» il passaggio al 4-3-3 con Isla, già alto, e Farias ai lati di Borriello: costringendo così Spalletti a passare al 4-2-3-1 (con Rüdiger spostato terzino destro ed Emerson sull’altra fascia) per proteggersi meglio. Il piano del Cagliari è interessante, l’esecuzione un po’ meno: non rischia tanto, ma si abbassa troppo, lasciando il solo Borriello oltre la linea della palla e affidandosi sempre più a lanci lunghi. Borriello fa anche grandi movimenti, ma Fazio è insuperabile. Il migliore.

CONTROMOSSA SPALLETTI Per conquistare il settimo successo nelle ultime 8 gare serve però di più: Spalletti torna al 3-4-2-1 sperando di liberare un esterno in zona offensiva. E invece è Rüdiger, tornato a sinistra, a trovare il cross vincente per Dzeko, al 14° centro stagionale in casa (il migliore d’Europa con Messi). Mentre né Bruno PeresEmerson trovano mai l’affondo giusto. In mezzo neanche De Rossi e Strootman hanno vita facilissima contro il ritmo di Dessena e l’imprevedibilità di Barella che sa partire in velocità ma, come tutta la squadra, è carente al momento dell’ultimo passaggio e, appunto, lascia Borriello troppo solo. Zero tiri in porta sono un po’ una sentenza. Il Nainggolan recente avrebbe aperto ben altri spazi, probabilmente consentito di sbloccare prima il risultato, ma lo stesso è alto il contributo del belga, specie in fase di contenimento. Forse Spalletti avrebbe potuto offrire una chance in più a El Shaarawy, vista l’assenza di Salah, ma l’azzurro non è al centro dei suoi pensieri. Il Cagliari chiude anche in dieci, con tanti cambi e un’espulsione (Joao Pedro): di più non poteva e, per poco, non portava via il pari.

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