Zoff: «Lazio provaci. Stagione sfortunata ma Candreva può fare male ai cugini»

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Il Tempo (G.Baldinacci) – «Eh, il derby è derby». Dino Zoff non ci pensa neanche un secondo, appena sente nominare la stracittadina di domenica tra Lazio e Roma. La leggenda del calcio italiano ha scritto pagine e pagine della storia biancoceleste, con le sue 202 panchine (dal 1990 al ’94, nel ’97 e ancora nel 2001) è l’allenatore con il maggior numero di presenze in competizioni ufficiali, è stato dirigente e presidente nel corso dell’era del patron Cragnotti, addirittura tecnico e numero uno della società contemporaneamente nel ’97 dopo l’esonero di Zeman dalla panchina laziale. Pochi mesi fa la sua parata migliore, da portiere invincibile, contro una malattia che lo ha inchiodato al letto. Ora sta bene ed è tornato alla sua vita di sempre, il calcio è ancora una sua passione, e se si parla di derby Zoff ricorda bene che lui da allenatore della Lazio non ne ha perso neanche uno. In dieci stracittadine da tecnico biancoceleste ha collezionato nove pareggi e una vittoria, quella del 6 marzo 1994 per 1-0. E a «Il Tempo» l’ex commissario tecnico della Nazionale spiega alla Lazio come si fa.

Quindi qual è il segreto per vincere il derby?
«Non caricare ulteriormente la squadra che è già stressata dalla città e dall’ambiente. Per questo cercavo di scaricare la tensione dei ragazzi, così scendevano in campo tranquilli».

La Lazio non ci riesce dal 26 maggio 2013…
«Per vincere serve fare la differenza, lo si vedrà soltanto in campo. La Lazio ha giocatori pericolosi in avanti, con questa qualità può mettere in difficoltà la Roma».

Ma è derby senza tifosi?
«No, non lo è. O almeno lo è nella sostanza, perché manca una componente importante e determinante, sarebbe bello sentire il calore e vedere lo spettacolo da ambo le parti».

Cosa è cambiato nella Lazio rispetto la scorsa stagione?
«La stagione è stata condizionata da molti infortuni, soprattutto in difesa. E poi l’eliminazione nel preliminare di Champions League è stata una mazzata, l’ambiente si è raffreddato, ma la reazione da parte della squadra c’è stata. Non è un problema di personalità, ma nel derby servirà la determinazione vista in partite contro squadre all’altezza».

Sulla carta la Roma arriva da favorita…
«La classifica dà punti di vantaggio alla Roma, ma il derby è sempre stato fuori da ogni ragionamento e aperto a ogni risultato. Certo, i giallorossi ci arrivano da favoriti, ma non vuol dire molto. Il derby è derby».

Che consigli darebbe al tecnico Pioli?
«Non conosco bene le dinamiche interne alla Lazio ma fossi in lui cercherei, come ho sempre fatto io, di non sentire troppo questo impegno. Perché se si perde la concentrazione, si rischia molto».

Quale giocatore di Lazio e Roma potrebbe essere decisivo?
«Tra i biancocelesti ci sono diversi calciatori che possono fare la differenza, da Candreva a Felipe Anderson. Per i giallorossi direi invece Salah».

Vincere il derby basta per salvare la stagione?
«Basta per risollevare un po’ l’ambiente, ma non per salvare la stagione. Ma ci sono ancora diverse partite, la Lazio può fare qualcosa di buono e vincere il derby sarebbe un ottimo trampolino di lancio per proseguire il campionato con risultati positivi».

Qual è il derby di Dino Zoff?
«Sa, le stracittadine sono tutte importanti. Ma se devo scegliere il mio derby del cuore direi il 2-2 nel Roma-Lazio del 29 aprile 2001. Eravamo sotto 2-0 (Batistuta al 48′ e Del Vecchio al 54′ ndc), Nedved ha riaperto la partita e poi quel gol di Castroman allo scadere del recupero è stato incredibile. Lì sì che abbiamo avuto una grande reazione, è proprio quello che serve alla Lazio per vincere domenica».

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