Gazzetta dello Sport – L’accordo c’è, l’amore pure. Roma (ri)dice sì a Zeman

L’accordo sul solito contratto annuale (con opzione per la stagione successiva, segno che gli anni passano pure per lui) arriva prima di mezzogiorno. E quando, poco dopo, Franco Baldini annuncia che il dado è tratto — «Siamo in dirittura d’arrivo, nei prossimi giorni (probabilmente lunedì, ndr) definiremo tutto» —, perfino Cesare Cremonini, cantante bolognese e tifoso rossoblu, sente il bisogno di twittare la sua soddisfazione: «Zeman alla Roma è la notizia bella del calcio italiano». Più o o meno lo stesso concetto che da giorni esprime Antonello Venditti, cantore e amico del boemo: «Affidarsi a Zeman in un momento in cui il calcio è piombato nell’oscurantismo — spiegava — è una scelta etica, radicale, coraggiosa».

Il significato politico Ecco. Non è che abbiamo sottovalutato la portata simbolica di questa scelta? Il suo significato «politico»? Sarà pure una scelta popolare, che solletica gli umori della piazza, ma perché non è stata fatta prima? Dicono i tifosi giallorossi: «Ci voleva la Roma americana per restituire a Zeman la panchina di una grande italiana». Proprio così. Nemmeno la Roma molto romana di Rosella Sensi aveva osato tanto. Ci volevano Franco Baldini e Walter Sabatini, ai quali si possono accollare tante cose, certamente non la mancanza di coraggio, né la paura di scelte controcorrente. Questo è il senso del ritorno di Zeman a Roma (con i suoi collaboratori storici: Vincenzo Cangelosi, Giacomo Modica, Roberto Ferola).
E quello calcistico Poi, certo, c’è un’idea di calcio molto condivisa. Spiega Franco Baldini: «Noi volevamo qualcuno che proseguisse nel solco tracciato un anno fa, che ci proponesse un calcio creativo, spettacolare, diverso. Zeman risponde perfettamente a questi criteri». Come all’esigenza di tornare il prima possibile in Champions League, ma senza per questo dover stravolgere la squadra. Da Trigoria fanno sapere: «Ci siamo trovati d’accordo nel ritenere la rosa attuale assolutamente migliorabile, ma già competitiva». Tradotto: il mercato si farà, ma senza spese pazze. Questo, forse, il primo motivo per cui Zerman ha battuto la concorrenza di Montella (voleva stravolgere la squadra), Villas-Boas (voleva acquisti faraonici) e Bielsa (troppo loco pure per Baldini). Stasera Zeman, di nuovo a Pescara per il Memorial Mancini, spiegherà le ragioni della sua scelta, quanto abbia inciso il cuore. A proposito, a quel tweet di Cremonini un tifoso pescarese ha risposto: «Zeman alla Roma è la notizia brutta del calcio abruzzese».
Gazzetta dello Sport – Alessandro Catapano

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