La Repubblica (M. Juric) – Le parole della moglie e manager dell’attaccante della Roma:

Domenica suo marito ha segnato il primo gol della stagione, come ha vissuto gli ultimi mesi?

“Con dignità e fiducia nelle proprie capacità. Io credo sempre in lui. La sua disciplina porterà sicuramente risultati”.

Ne avete parlato a casa?

“Ne abbiamo parlato spesso. Per me la cosa che conta davvero è la testa. Con la giusta mentalità fai cose che sembrano miracoli quando il mondo ti rema contro. Questo momento di Artem lo dimostra: capita di dover ripartire da zero, dover tirar fuori carattere e resilienza e dimostrare chi sei. E io sono sicura lui ci riuscirà”.

Come descriverebbe Artem lontano dal campo?

“Gentile, onesto e amorevole. Cerchiamo di essere onesti verso tutte le azioni: verso noi, gli altri, il lavoro a cui siamo devoti e naturalmente verso il nostro Paese”.

Ecco, l’Ucraina. Come vivete la guerra guardandola da Roma?

“Difficile. Non c’è un’altra parola. Ogni mattina inizia con i messaggi e le notizie ai nostri familiari. Anche la notte prima dell’ultima partita è stata molto dura per l’Ucraina: i nostri cari erano sotto un terribile bombardamento a Kiev. Ogni volta ringraziamo Dio che siano vivi e al sicuro. Questa pressione non può non influenzare noi, la nostra vita e la nostra visione del mondo”.

Avete parenti o amici ancora in Ucraina?

“I parenti, gli amici e i nostri genitori stessi sono in Ucraina”.

Perché non sono qui?

“Quella è la loro casa. Gli ucraini sono persone incredibilmente forti che stanno attraversando giorni e notti terribili, ma continuano a vivere, a lavorare, ad avere figli e a trovare gioia in ogni giorno”.

Avete sentito vicinanza a Roma?

“Parliamo spesso dell’Ucraina con i nostri amici romani. A volte ricordiamo com’è stato il primo anno di guerra”.