Valverde: «Io temo Di Fra»

Corriere dello Sport (A.De Pauli) – «Partiamo alla pari». Non vuol sentir parlare di ruoli da favorito e di una Roma ampiamente alla portata del suo imbattibile Barça, Ernesto Valverde, a ventiquattr’ore dall’andata dei quarti con i giallorossi. Vero, i blaugrana grazie alla pirotecnica remontada di Siviglia si presentano al suggestivo confronto con i ragazzi di Di Francesco come l’unica squadra dei principali campionati d’Europa che non ha ancora conosciuto la parola sconfitta, esattamente come accaduto finora anche in Champions, ma Dzeko e compagni godono del massimo rispetto nello spogliatoio blaugrana. «Posso assicurare che i giocatori e noi tecnici non abbiamo festeggiato per nulla l’esito del sorteggio. I favori del pronostico contano solo per i bookmaker. Le partite vanno giocate e noi avremo bisogno di una prova straordinaria per vincere».

RISPETTO – Per il pratico Txingurri (il soprannome di Valverde: formica, in basco) conta poco pure il tennistico 6-1 del novembre del 2015. Anche se tutto fa pensare che nelle file dei locali potrebbero esserci ben 8 reduci da quell’incontro, sono cambiate troppe cose da allora, ad iniziare dai due allenatori, e il rispetto per Di Francesco, già affrontato in Europa League ai tempi di Athletic Bilbao e Sassuolo, a quanto pare è enorme. «Essere italiano vuol dire essere competitivo al 100%. Ce la vediamo con una squadra dall’enorme potenziale, guidata da un tecnico molto preparato». L’ex guida dei leoni baschi, poi, dà mostra di aver studiato fin nel minimo dettaglio l’avversario. «La Roma è una squadra votata all’attacco, che al contempo sa difendersi bene. Mi preoccupano la sua solidità, il gioco posizionale, il fatto che non le dispiaccia assumersi il peso della partita, la pericolosità nelle giocate a palla ferma e le sortite dei suoi due terzini, che sono molto offensivi. Per di più hanno pure un grande portiere».

AL COMPLETO – Analizzato l’avversario, Valverde ha parlato schiettamente di passaggio fondamentale per la stagione del Barça. «Le due settimane che ora si aprono per noi saranno fondamentali. Siamo attesi da due gare consecutive di campionato al Camp Nou (Leganes e Valencia), che potrebbero rilanciare ulteriormente le nostre ambizioni scudetto, e in mezzo c’è questa eliminatoria con la Roma. Aprile può darci molte risposte, ad iniziare dalla finale di Coppa del Re con il Siviglia (sabato 21, al Wanda Metropolitano), ma al momento non abbiamo ancora vinto nulla, anche se l’entusiasmo è grande». Sensazioni positive che aumentano in virtù del ritorno di qualche pedina fondamentale come Busquets. «Lunedì si è allenato bene, ora vediamo come prosegue il lavoro. Spero di poter contare su di lui. Non so se per noi può essere importante quanto Messi, so solo che ci sono giocatori con determinate caratteristiche nel loro ruolo che fanno sentire molto la loro mancanza quando sono indisponibili». Fuori discussione la riapparizione dal primo minuto della stessa Pulce, decisivo anche da rincalzo extralusso lo scorso fine settimana. «Sta meglio rispetto a Siviglia». Le speranze blaugrana, infine, passano anche per il ritorno al gol di Luis Suarez, a secco da oltre un anno nel torneo. «Mi auguro che segni il primo e che poi non smetta più di trovare la via del gol, come accaduto in campionato». Tutta l’artiglieria in campo, insomma, salvo Coutinho, che non può disputare il torneo per avervi già partecipato con la casacca del Liverpool.

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